di Giancristiano Desiderio
(Sanniopress) – Si racconta che Nicola Pagliara volesse spostare altrove l’Arco di Traiano e Antonio Pietrantonio gli rispose indirettamente così: “E’ più facile che spostino Pagliara”. La battuta dell’ex sindaco, geniale e caustica, tuttavia non va presa sempre alla lettera, altrimenti il rischio è quello di pietrificare Benevento non solo in un passato ma anche in un presente immodificabile. Credo, in particolare, che ci siano tre importanti monumenti che possono essere spostati in altri luoghi della città a beneficio della città: il Bue Api, Papa Orsini, Traiano.
Il mitico Bue, posto all’inizio del viale che conduce alla Madonna delle Grazie, soffre di un’infinita solitudine e sembra il “pio bove” carducciano. I residenti del quartiere hanno dimostrato di amarlo, ma quando l’ex assessore Raffaele Del Vecchio ha avanzato la giusta idea di spostarlo all’inizio di Corso Garibaldi, il loro amore si è trasformato in sentimento di esclusivo possesso. Così l’assessore, al quale avevo cercato di dare una mano sostenendo l’idea con un articolo sul Corriere del Mezzogiorno, ha presto rinunciato a difendere la sua proposta che invece era giusta e avrebbe meritato di essere meglio illustrata e giustificata. Il Bue Api non è “sacro” solo per gli abitanti del quartiere, ma per tutti i beneventani e proprio per questa ragione non può essere un intoccabile “vitello d’oro”. La logica della difesa del quartiere a scapito della città è deleteria: di questo passo si finirà con il rinchiudersi nel pianerottolo e affogare nel lavandino. Al contrario, va fatta valere una logica degli interessi della città e la diversa collocazione del Bue Api può essere l’espressione di una consapevolezza critica della storia beneventana: l’ingresso esterno del Museo del Sannio o di fronte a Santa Sofia, di fianco al palazzo prefettizio, lo toglierebbero dalla sua solitudine per assegnargli la funzione di “custode” dei reperti egizi che sono secondi solo al più grande museo torinese.
E veniamo a Sua Santità. Se non ricordo male fu Raffaele Tibaldi, in consiglio comunale, a sollevare il caso del pontefice diventato vigile urbano. A Papa Orsini mancano solo berretto, paletta e fischietto e poi è perfetto. In loro mancanza il pontefice è un lussuoso spartitraffico: le auto, i suv, le moto, gli scooter gli girano intorno e lui, non potendoli maledire, li benedice. La giusta collocazione del monumento è quella, se non ricordo male, originaria: poco più indietro, al centro della piazza con lo sguardo rivolto verso il duomo. Ma c’è un piccolo problema: il parcheggio di Loro Santità le automobili. Spostare il pontefice nel suo luogo naturale significa togliere le auto o (almeno) limitarle, altrimenti Papa Orsini da vigile diventa parcheggiatore. E’ un piccolo pedaggio che si può pagare alla figura di Benedetto XIII.
Ed eccoci a Traiano. Ma verrebbe da dire: “Traiano chi?”. Infatti, se un turista chiede a un beneventano “dov’è Traiano” si sentirà dare informazioni sul famoso Arco ma non sull’imperatore. Poi, dietro insistenze, l’equivoco sarà superato e lo smemorato beneventano ricorderà che a Benevento, in un angolo sotto la Rocca dei Rettori, come se fosse in castigo, c’è la statua di Traiano. Dove collocarla per darle maggiore dignità estetica e civile? A Piazza Roma. L’idea è vecchiotta perché risale addirittura al 1927, ma l’ho letta ben riproposta nell’elegante e istruttivo libro Viaggio nel cuore di Benevento di Osvaldo Biagio Severini e Mario Zuzolo. Nel dialogo tra i due moderni “passeggiatori beneventani” l’idea è ben motivata: la statua di Traiano posta al centro di Piazza Roma, alta su un piedistallo marmoreo, sarebbe rivolta idealmente verso l’Arco e lo indicherebbe. La piazza, liberata da quella indefinita palla di rame che giace nel suo angolo sinistro, ne guadagnerebbe in bellezza e armonia (e si risolverebbe l’annosa questione che ciclicamente ritorna: cosa mettervi al centro?).
Siamo in campagna elettorale e, dunque, mi è giocoforza rivolgermi ai candidati a sindaco e a chiunque aspira a sedere in giunta e in consiglio: discutiamo di queste tre idee fattibili che non costano nulla e sono pensate per valorizzare luoghi e monumenti cittadini. Si dirà che Benevento ha bisogno di “ben altro”. Non c’è dubbio. Ogni città ha sempre bisogno di “ben altro”. Tuttavia, Benevento non ha bisogno di grandi cose, ma di una politica che prenda in considerazione le piccole cose. Soprattutto la città di Benevento, così ricca di storia patria, dovrebbe riscoprire nelle memorie e nella storia quel valore civile che è quasi sempre la fonte del benessere e della vita produttiva.
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