«Un lavoro profondo, attento e certosino, senza alcuna prevalenza di un aspetto su un altro. Un lavoro obiettivo che esamina la vicenda dell’Ipermercato Zamparini dal 2002 ad oggi».
Cosi, Alessandra Sandrucci del coordinamento ”Altrabenevento”, definisce la tesi di laurea di Eleonora Mastromarino, «La Guerra de ”I Sanniti” inchiesta sul caso Zamparini a Benevento». La giovane studentessa di San Giorgio del Sannio che ha conseguito la laurea in Media e Giornalismo, più che una tesi, svolge una inchiesta sulle varie tappe che hanno caratterizzato la storia del secondo centro commerciale cittadino. Tre gli aspetti, in particolare, su cui focalizza il suo studio: i benefici che la città trae con l’apertura dell’ipermercato, il tema occupazionale e quello della concorrenza cui sono strettamente legate le tematiche inerenti il commercio cittadino che, secondo Francesco Luongo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino, «attualmente versa in uno stato comatoso». «Altrabenevento – spiega la Sandrucci prima di passare la parola a Maurizio Zeoli del Codacons, a Marcelo Amendola dello Slai Cobas, a Francesco Luogo e, ovviamente all’autrice, oltre al sindaco Fausto Pepe che arriva da Roma, dove in mattinata ha preso parte alla conferenza stampa di ”Benevento Città Spettacolo”, – ha deciso di presentare la tesi della Mastromarino perché la vicenda Zamparini è ormai da tempo all’ordine del giorno delle problematiche che interessano la città», ma anche perché «riprende un tema fondamentale per Benevento quale è quello occupazionale».
«Il caso Zamparni – scrive nella sua introduzione l’autrice – ha attirato la mia attenzione nell’estate del 2006, quando cioè i cittadini beneventani i trovarono ad affrontare la controversa vicenda legata all’apertura di un secondo centro commerciale in città ad opera dell’imprenditore friulano. L’apertura dell’ipermercato ”I Sanniti” ha suscitato non poche polemiche, in relazione al luogo e alle modalità di costruzione, ma anche a causa del temuto impatto sociale di una attività di questo tipo su una piccola città come Benevento. La vicenda, rivelatasi subito molto complessa e dai risvolti politici e sociali interessanti, si prestava perfettamente ad essere raccontata attraverso una inchiesta giornalistica».
Per questa ragione, spiega «ad un anno dall’apertura, si è cercato di rintracciare i possibili guadagni e le eventuali perdite subite dalla città». Il ragionamento del sindaco Pepe parte da lontano. Ricorda le sue battaglie per dire no ad un secondo centro commerciale, quando militava nelle file della minoranza, si incentra sulla «negoziazione per l’apertura che – puntualizza – riguardava precise condizioni che oggi non si intende rispettare» e fa un passaggio sulle «ricaduta occupazionale che si pensava il centro avrebbe potuto avere per le famiglie beneventane».
Su Zamparini è lapidario: «Ritengo di non dover parlare di lui, ma dei patti che abbiamo sottoscritto. Dire dopo due anni che gli sono stati estorti, mi sembra assurdo. Per me – conclude – rimangono gli obblighi fissati nell’accordo, a partire dall’abbattimento dei tre capannoni».
A seguire gli interventi di Gabriele Corona, presidente di ”Altrabenevento” che propone al primo cittadino di istituire la giornata mondiale della corruzione, di Zeoli e di Amendola.