di Giancristiano Desiderio
Nella questione ospedaliera del Sannio – e non solo di Sant’Agata dei Goti – i numeri parlano con chiarezza mentre le parole dei politici e delle istituzioni, purtroppo, mentono. Guardiamo i dati del piano ospedaliero prendendoli direttamente dal bollettino ufficiale della Regione Campania del 12 febbraio 2018. Alla provincia di Avellino, che conta 400 mila abitanti, sono assegnati 4 pronto soccorsi attivi: in pratica uno ogni 100 mila abitanti. Alla Provincia di Caserta, che conta oltre 924 mila abitanti, sono riconosciuti 8 pronto soccorsi attivi: in pratica uno ogni 115 mila abitanti. Alla provincia di Salerno, che conta 1.100.000 abitanti, vanno 13 pronto soccorsi attivi: vale a dire uno ogni 85 mila abitanti. Alla provincia di Benevento, che conta 300 mila abitanti, è assegnato un solo pronto soccorso attivo: cioè uno ogni 300 mila abitanti. Il criterio di assegnare un Psa ogni 100 mila abitanti vale per Avellino e per Caserta ma non vale per Salerno e per Benevento: nella provincia del governatore Vincenzo De Luca, infatti, si riconosce un Psa con solo 85 mila abitanti, mentre nella provincia del Pd più disastrato d’Italia a 300 mila abitanti non corrispondono tre Psa ma uno solo. E’ vero quanto dice il governatore De Luca: è “una grande chiavica”. E i cittadini fanno bene a protestare.
Ormai appare evidente quanto è accaduto. Con il decreto 54 dello scorso anno fu accorpato l’ospedale di Sant’Agata dei Goti al Rummo di Benevento e quando c’è stata la distribuzione dei Psa è stato soppresso il pronto soccorso santagatese facendolo rientrare nel Psa dell’ospedale civile di Benevento. Quando ci fu l’approvazione del decreto 54, il Pd locale esultò e con manifesti colorati e festanti annunciava una cosa che non esisteva e non esiste: il polo oncologico. Oggi il Pd, con i suoi dirigenti e con la sua politica fallimentare, versa lacrime di coccodrillo e scrive documenti che lo stesso governatore De Luca definisce “una grande chiavica”. Questo è ormai il segreto di Pulcinella della politica sanitaria sannita fatta dal Pd che ha messo sul piatto degli accordi politici la sanità locale: mentre le altre province hanno avuto una rappresentanza politica che ha difeso gli interessi territoriali, la provincia di Benevento ha avuto una rappresentanza politica che ha difeso prima i suoi interessi. Il risultato è questo che avete letto: il Sannio con 300 mila abitanti ha un solo Psa e non tre o, almeno due, come prima.
Come si fa a cambiare questo stato di cose? Prima di tutto chiedendo le dimissioni di chi questa situazione l’ha creata, avallata, propagandata e poi, con il mondo che gli cadeva addosso, ha cercato di fare marcia indietro restando nel mezzo come tra due fuochi – la protesta e il partito – o come un asino in mezzo ai suoni. Se oggi la sanità sannita è di fatto declassata, lo si deve alla politica fallimentare del Pd che ha trattato cose serie in modo leggero e ancora oggi, con una classe digerente screditata, continua ad essere il più serio ostacolo al rinnovamento della politica provinciale. Il presidente De Luca non ha alcuna intenzione di cambiare quanto stabilito dal decreto 54 e concordato con il suo stesso partito ma pensare di cambiarlo con gli stessi artefici del decreto è un lavoro vano. E’ necessario, invece, uscire dalle ambiguità e avere una rappresentanza, politica o civile che sia, che faccia gli interessi del territorio con una rappresentazione seria della sua storia e delle sue reali possibilità di crescita.