Si è spento qualche notte fa, in una notte di inizio autunno e fine vendemmia, Leonardo Mustilli di titolo ingegnere, in vita nobiluomo e nobile produttore di vino.
Iniziò a distinguersi ed elevarsi dal finire degli anni settanta, imbottigliando vino da uve monovitigno Falanghina. Oggi si direbbe Falanghina in purezza. Questa sua intuizione, nobile, visionaria, colta, altezzosa, ha definito un riferimento assoluto.
Se le parole raccontano una storia, i cognomi vite e imprese, Mustilli, a riprova dell’eccezionalità della sua opera vinicola, è la fissazione di un sapore. Nella varietà di stili con cui ora è vinificata e proposta, i tanti che come noi restarono folgorati dalla freschezza pungente e irruenta del vino versato dalle belle bottiglie di foggia alsaziana ancora oggi dicono “la Falanghina è quella di Mustilli”. Un colore vivido lucente, un sapore acido senza compromessi, aristocratico e sublime. Questa è la verità della Falanghina come la determinò, imbottigliandola, l’ingegnere Leonardo Mustilli. E se un vino è filosofia – la verità è il campo della filosofia – non può che appellarsi filosofo il suo autore.
Nel mentre incombono definizioni piuttosto artificiose di vino naturale, tutte riducenti il vignaiolo a un sorta di fungibile operaio della natura, la scomparsa dell’Ingegnere (con la I maiuscola che riprendo da uno scritto DI Giancristiano Desiderio, concittadino di Mustilli) con l’inevitabile ricordo della sua opera, ci impongono di considerare il suo lavoro in campo vinicolo come prezioso, originale, imprescindibile. Se oggi la Falanghina è uno dei vini bianchi più ricercati lo si deve per una parte importante anche a lui.
Mustilli è stato un precursore anche delle Cantine Aperte, evento eccezionale appunto perché solitamente all’epoca chiuse erano le sale profumate di mosto con le botti e i serbatoi. A Sant’Agata de’ Goti la sua azienda è stata pioniera dell’accoglienza, dell’ospitalità, tra le prime ad aprire anche un ristoro oltre che la sala di degustazione.
L’Ingegnere che fece la Falanghina è morto ma a dispetto di ogni moda resterà per sempre la sua verità, la Falanghina di Mustilli.