di Giancristiano Desiderio
Mentre i santagatesi ricevono l’ennesimo accertamento fiscale – riguarda questa volta la tassa sui rifiuti per l’anno 2010-11 -, il comune di Sant’Agata dei Goti riceve una diffida dal revisore dei conti concernente la mancata dichiarazione di deficit strutturale per l’anno 2014 e la erronea comunicazione al ministero degli Interni. Vincenzo Natale, che ricopre il ruolo di revisore unico a Palazzo San Francesco, ha inviato la sua letterina al sindaco, alla giunta, al responsabile del servizio di tesoreria, al presidente del consiglio comunale, al segretario comunale e ai consiglieri della minoranza. Dunque, tutti ora sanno, anche se – in realtà – l’amministrazione comunale del Pd, guidata dallo stesso segretario provinciale del partito, sapeva già tutto da molto tempo ma della delicata questione che riguarda tanto i soldi del comune quanto i soldi dei santagatesi non ha voluto mai parlare considerando la vicenda un fatto chiuso e non degno di nota. Ora il revisore lo ha decisamente e giustamente riaperto.
Vediamo cosa dice il revisore. Il dottor Natale fa una premessa. Nota che il 18 giugno 2016 i consiglieri della minoranza, Luigi Di Nuzzo e Giovanna Razzano, avevano evidenziato che dalla relazione del revisore dei conti, Salvatore Papaluca, si evinceva che il bilancio comunicato e pubblicato sul sito del ministero degli Interni risultava viziato. Perché? Perché visti conti, bilanci e relazioni l’ente era “strutturalmente deficitario” ma al ministero degli Interni veniva fornita una comunicazione erronea. Il dottor Natale a questo punto aggiunge: “Il sottoscritto Revisore esaminati gli atti e facendo seguito al necessario controllo dei documenti dell’Ente, e al contenuto delle relazioni e dei pareri del precedente Revisore (dottor Salvatore Papaluca), ha potuto riscontrare la fondatezza del rilievo eccepito”. In altre parole, il revisore ha verificato personalmente, ha rifatto i conti e ha preso atto che effettivamente nell’anno 2014 il comune di Sant’Agata dei Goti doveva comunicare al ministero degli Interni di essere un “ente strutturalmente deficitario” e, invece, la cosa non fu fatta.
A questo punto il revisore “diffida” il comune e lo invita a comunicare, entro 10 giorni, “se, e con quali atti amministrativi e/o contabili, si è provveduto a modificare la comunicazione al ministero degli Interni” ed a pubblicarla sul sito; e, inoltre, “se sono stati adottati, nel frattempo, atti amministrativi ed eseguite spese” e, se così dovesse essere, “procedere all’adozione di provvedimenti di annullamento e revoca degli stessi, con effetto retroattivo con le conseguenze di legge tutte”. Detto in due parole: le spese fatte che non andavano fatte dovranno essere ripagate dagli amministratori e da quanti hanno sempre votato secondo lo spirito del gregge senza mai mostrare un briciolo di autonomia di giudizio e amor di verità.
Chiedo scusa ai lettori se mi sono dilungato sulla cronaca del documento – che trovate in coda all’articolo – ma era davvero necessario. La morale della favola è la seguente: come diceva Bartali “è tutto da rifare” perché quanto è stato fatto finora non solo è sbagliato ma ha avuto anche effetti dannosi sull’amministrazione giacché ne ha ritardato e continua a ritardarne il risanamento. Sulla vicenda sembra che, a seguito di un esposto, stia indagando la magistratura e dunque non entro nel merito giudiziario che non conosco e che non mi appassiona. Mi interessa, invece, l’aspetto politico e civile e ci sono almeno due importanti rilievi da fare.
Primo. L’amministrazione in carica non può fingere di cadere dalle nuvole. La diffida del revisore, infatti, parla di fatti che l’amministrazione conosceva già molto bene perché il 18 luglio 2016 i consiglieri della minoranza scrivevano una nota, inviata anche al presidente del consiglio comunale, in cui spiegavano tutta la vicenda per filo e per segno. Tuttavia, si preferì fare orecchie da mercante e si decise di non parlare di nulla. Il presidente del consiglio comunale si guardò bene dal convocare il consiglio come, invece, imponevano il caso e il suo ruolo istituzionale. In altre parole, si scelse di difendere una dichiarazione erronea che andava a viziare per forza di cose il successivo lavoro amministrativo.
Secondo. I cittadini di Sant’Agata dei Goti pagano tasse altissime – in pratica le più alte d’Italia – e l’amministrazione in carica è alla continua ricerca di soldi con periodici accertamenti fiscali che generano disagi familiari e malessere sociale perché sono palesemente ingiusti. L’ultimo accertamento, ad esempio, è arrivato fuori tempo massimo, ben oltre la scadenza del quinto anno e ora le famiglie santagatesi per farsi valere dovranno inoltrare ricorso alla commissione tributaria. Ma la cosa che qui preme evidenziare è questa: la storia degli atti finanziari ed amministrativi evidenziata dal revisore dei conti con la sua diffida dice con chiarezza che l’amministrazione in carica si è auto-delegittimata giacché non dichiarando l’ente strutturalmente deficitario ha squalificato la sua stessa azione amministrativa con la quale tassa e tartassa i cittadini. Questa amministrazione del Pd ha sempre menato vanto delle sue altisonanti operazioni-verità ma i fatti, che non sopportano la propaganda, dicono che la verità è stata nascosta ai cittadini che, in pratica, sono cornuti e mazziati: da una parte, infatti, non sanno che il comune è ad un passo dal dissesto e dall’altro sono bastonati con le tasse.
Il presidente del consiglio comunale deve fare una sola cosa: convocare subito il consiglio comunale e discutere apertamente della vicenda e dell’amministrazione che ha condotto il comune al fallimento. Qualche mese fa l’amministrazione convocò proprio nell’aula delle sedute consiliari una conferenza stampa per discutere addirittura di una causa legale di natura privata. In quell’occasione mi permisi di osservare che certamente l’amministrazione avrebbe convocato al più presto altre conferenze stampa su problemi di interesse pubblico. Ecco, è giunto il momento di convocare una bella conferenza stampa per dire tutta la verità sui conti e sui bilanci del comune di Sant’Agata dei Goti. Se non lo farà l’amministrazione, è bene che lo facciano i consiglieri di minoranza che hanno ben documentato questa brutta storia dell’ennesimo fallimento amministrativo del Pd.
non riesco a capire cosa serve ancora ai componenti del consiglio comunare x sfiduciare il sindaco che ne sta combinando di tutto e di più svegliaaaaaaaaaaaa