di Antonio Medici
Un antico bastione domina e identifica Montesarchio ben più del pur imponente monte Taburno. Nel fronte visibile dal paese, a dispetto della sua originaria funzione militare-difensiva e dell’adattamento a carcere cui fu sottoposto nel corso del tempo, ha foggia cilindrica, rassicurante e armoniosa. La torre di Montesarchio è una suggestione oltre che un edificio storico monumentale. Domina l’intera Valle Caudina e offre una visuale incantevole. Un luogo dell’anima capace di trasformare in esperienza sentimentale anche una serata da panino e birra.
Lungo una delle ripide salite lastricate che dall’antico borgo si inerpicano verso la torre, in una piccola grotta con pietre a vista il trentaquattrenne Carlantonio Duro, chef di solida formazione e esperienza, ha ripreso le redini della cucina che già aveva guidato una decina di anni fa. Dal ristorante raffinato al Birstrot. Una nuova formula il cui nome, con l’evocazione fonetica della birra e il volontario doppio errore (bir al posto di beer e birstrot al posto di bistrot), annuncia l’opzione per una cucina creativa, poco formale e rivolta ad un pubblico non imbalsamato negli schemi posticci della moda del food.
Pare appropriato all’impostazione del menù lo slogan scelto dal titolare “la ricetta nel pane”. I panini in menù, in effetti, anche nelle composizioni più tradizionali come il cheeburger, sono elaborati con estrema cura nella giustapposizione dei sapori e delle consistenze. Così entusiasma il rosso rubino pane all’aglianico preparato da Duro come tutti i pani serviti, con ottimo burger di maiale nero casertano, formaggio fresco, rucola e una morbida zucca ripassata, quanto mai centrata nel complesso del gusto intenso di questo panino. Vera peculiarità del menù sono le proposte di mare con cui lo chef valorizza esperienze formative oltre che la sua passione per la cucina di pesce. Il negativo di seppia da solo può valere la visita: panino al nero di seppia e colatura di alici farcito con burger di seppia, zucchine, grana e gocce di limone. Sapore pieno affatto scontato, esperienza tattile intensa. Frequenti e variabili offerte di pietanze fuori menù, disponibili in base agli sghiribizzi dello chef probabilmente, oltre che delle disponibilità delle materie. Abbiamo provato il panino con superbo baccalà mantecato e funghi porcini e un buon totano ripieno di castagne e arancia su crostino di pane e fagioli di Cirignano. Emulsioni e salse, insolitamente ottime per questo genere di locali, preparate direttamente dallo chef. La ciotolina di maionese arancia e cannella l’abbiamo ripulita nei pochi minuti d’attesa tra una pietanza e l’altra.
In apertura di menù da non perdere le patate cacio e pepe, specialità originale, golosa e ben eseguita. Ordinarie le polpette di melanzane.
Non è facile coniugare l’aspirazione alla qualità e alla cucina creativa di ottima fattura in un contesto come quello sannita non aduso a premiare questo genere di scelte. Alcune sbavature nel servizio, nelle temperature di qualche accompagnamento e nel locale (perché gli ospiti debbano essere costretti ad usare la luce del telefonino per leggere i menù prima o poi qualcuno lo chiarirà) sono, pertanto, da considerarsi peccati veniali.
Un’offerta più variegata di birre sarebbe maggiormente coerente con la ricchezza e l’originalità del menù.
Qualche sforzo da compiere anche sul versante dei dolci. La nuvola di oreo, giovanile e accattivante, non soddisfa appieno e la tartelletta di frolla alle uova soda (strepitosa) è farcita con una crema un po’ insipida ed un eccesso di frutti di bosco che supponiamo costosi quanto privi di sapore. I frutti selvatici del vicino Taburno di certo arricchirebbero il gusto senza alleggerire il portafoglio del titolare.
Nel complesso uno dei rari locali con proposte vivaci, informali, giovanili in cui è possibile mangiare ad alto livello, fuori dagli schemi.
Prezzi più che accattivanti: 8 euro in media i panini di carne, 10 quelli di pesce.
Birstrot
Via Cretazzo, 12 – Montesarchio (BN)
0824040832
https://www.facebook.com/birstrot/