di Billy Nuzzolillo
La nota inviata ai giornali dai comandanti delle polizie municipali di Paupisi, Puglianello e Torrecuso relativamente alla questione degli autovelox collocati lungo la strada statale 372 Telesina rappresenta una meravigliosa fotografia dello stato di totale confusione in cui purtroppo versano molti rappresentanti delle istituzioni sannite.
Scrivono infatti i tre comandanti che “le polizie municipali hanno agito e agiscono con il solo spirito di tutelare la sicurezza e la vita dei cittadini, prevenendo e sanzionando comportamenti di guida pericolosi e a volte criminali”.
E ricordano anche che “alla fine dello scorso anno, nel corso di una riunione tenutasi presso la Prefettura di Benevento tra delegati del prefetto, sindaci e comandanti dei comuni interessati, vertici della Polizia Stradale e dirigenti Anas, veniva chiesto con fermezza l’innalzamento dei limiti di velocità, ma i delegati Anas avevano escluso il ripristino degli 80 km/h fino al rifacimento del manto stradale che sarebbe avvenuto non prima della fine dell’estate 2016, in quanto le condizioni del manto stradale non consentivano un limite di sicurezza diverso. Se il limite sarà ripristinato ciò non avverrà, dunque per le intercessioni di alcuno”.
In pratica, Alessandro Iesce, Antonella Scetta e Mario Pulcino finiscono per “sostituire” i rispettivi sindaci che, ad eccezione di una dichiarazione rilasciata da quello di Paupisi, sono finora rimasti in rigoroso silenzio.
E, giusto per far comprendere la valenza “politica” del loro intervento, i comandanti dei vigili non risparmiano neanche una stilettata indiretta al sindaco di Benevento che nelle scorse settimane, a seguito di un colloquio telefonico intercorso con i dirigenti dell’Anas, ha annunciato che alla fine di ottobre saranno ripristinati i precedenti limiti di velocità.
Peccato, però, che dimentichino di chiarire che la “tutela della sicurezza e della vita dei cittadini” a cui fanno riferimento consiste nella semplice compilazione dei verbali da recapitare ai malcapitati automobilisti che, percorrendo la statale Telesina alla “folle” (e ripeto “folle”) velocità di 66 chilometri orari, vengono amabilmente immortalati dagli autovelox.
E peccato che omettano anche di dire che i proventi delle multe, contrariamente a quanto stabilito dal Codice della strada, non vengono utilizzati per migliorare le condizioni di sicurezza delle strade, ma servono esclusivamente a rimpinguare le casse comunali. E, laddove il principio (senza sanzione) contenuto nel Codice della strada viene applicato, i proventi non vengono certamente utilizzati per migliorare le condizioni del fondo stradale della Telesina perché, com’è noto, l’arteria è di competenza dell’Anas e non dei comuni.
Va infine detto, per inciso, che una minima parte di questi proventi viene destinata anche agli agenti polizia municipale per il legittimo pagamento dello straordinario e dei progetti incentivanti. Accade nel Sannio come nel resto del Paese.
In compenso, a poche ore dalla pubblicazione della “perla” di Alessandro Iesce, Antonella Scetta e Mario Pulcino, l’Anas ha ufficialmente spiegato che i due milioni di euro stanziati nell’ambito dell’Accordo quadro non basteranno per ammantare di asfalto l’intero tracciato della Telesina, che dunque continuerà a svolgere la sua funzione di attrattore turistico della provincia di Benevento…
Carissimo Billy, le tue riflessioni sono sacrosante ma non hai, evidentemente, tenuto conto della profonda avvedutezza dei citati comandanti che, se la aggiungiamo a quella di qualche pluristellato e pluridecorato colonnello di qualche comune vicino, c’è il rischio che tale avvedutezza possa trasbordare dagli argini e, magari esondare con il Calore, Volturno e Isclero insieme. Nel tuo articolo fai inoltre anche riferimento al valore politico delle azioni dei “comandanti”. Certo che hanno valore politico, anzi quasi abitualmente sostituiscono e prevaricano i provvedimenti politici che invece gli stessi attori politici amministrativi dovrebbero emanare. Se ne guardano bene però perchè i “comandanti” sono la loro forza operativa e coercitiva per i cittadini non schierati con loro, per quelli dotati di una autonoma opinione, o comunque non condividenti le armate amministrative locali. Devi pensare addirittura che nella mia città ogni giorno, si vive sull’umore dell’ammiraglio supremo e comandante delle forze alleate del Sud Europa e NATO insieme. Per non parlare poi dei tentativi legittimi per chiedere spiegazioni. Tutti, negli uffici preposti, quando si pone una problematica o richiesta qualunque, alzano le spalle e dicono di non poter rispondere perchè a tutto, ma proprio a tutto, risponde solo il comandante. No, non capire male Billy, non il Che o il Fidel, ma un dipendente comunale responsabile a capo di un ufficio che dovrebbe dare continuamente ai cittadini disponibilità, risposte e spiegazioni, per come è pagato e indennizzato sotto varie forme contrattuali. Ma un cartello affisso all’ingresso dell’ufficio risolve e spiega tutto: IL COMANDANTE RICEVE SOLO PER APPUNTAMENTO. Naturalmente le persone che intendono chiedere un incontro, devono identificarsi per cui il resto lo capisci da te per le risposte o la programmazione degli stessi appuntamenti. Recentemente, una docente che si era trasferita a S.Agata, nel chiedere informazioni per parcheggiare la propria auto da residente, non è riuscita a cavare un ragno dal buco perchè le risposte che le sono state date si riconducevano tutte al giudizio del supremo comandante che, essendo naturalmente oberato di lavoro, faceva prevedere tempi lunghissimi per ricevere la malcapitata. Alla fine la docente ha preso casa ad Airola e forse questo episodio può contribuire a spiegare il fenomeno (preoccupante e negativo) del notevole decremento demografico della nostra città, giunto recentemente ai minimi storici a poco più di un centinaio oltre gli 11.000 abitanti. Ma il problema non esiste per i politici che spesso vengono surrogati nelle direttive e negli orientamenti di una struttura tesa, per dovere e per passione, all’accoglienza e alla disponibilità. Chi può preoccuparsi di una città che è ormai in eutanasia. Non si devono preoccupare certamente quelli che nel nostro ambiente comunque godono di stipendi (anche doppi) o svolgono attività che non danno pensieri di sopravvivenza. Quelli che conducono attività in sofferenza chiudono e se ne avvantaggiano quelli che già stanno bene, dipendenti, politici e dirigenti compresi. Il resto per adesso non conta. Comincerà a contare mentre ci avviciniamo al 2019, anno in cui si ritornerà a votare e la gente, soprattutto la più disperata, continuerà ad aggrapparsi alle facili promesse dell’occasione, il posto, la licenza, il certificato e quant’altro per continuare a sperare e, di nuovo presi in giro. Intanto la città muore, sopravvivono solo le chiese e le strutture ad esse connesse, con un centro storico spettrale che non lascia speranze. I giovani? Quelli figli dei VIP e dei potenti o quelli raccomandati, vivacchiano spesso arruolati in strutture satelliti o compiacenti al potere politico. Come dire: se ti inchini e riconosci chi comanda, puoi respirare, altrimenti verbali, multe, mancati accessi agli atti, lungaggini amministrative che disarmano qualsiasi buona intenzione. Gli altri, tutti gli altri giovani con pensiero libero e autonomo devono solo andar via. Caro Billy scusa se mi sono dilungato e sfogato ma viviamo purtroppo in questa nostra città il sonno della ragione e delle istituzioni comprese quelle giudiziarie che sembra abbiano dimenticato denunce ed appelli che, pur formalizzate, non danno per adesso un minimo di risposte. Ti saluto caro Billy e spero di poterti incontrare in qualche occasione nella nostra biblioteca pubblica dove abbiamo programmato un’altra stagione di incontri culturali che ci aiutano a sopravvivere in questo periodo di sopraffazione, prepotenza e persecuzione. E’ comunque il mio un saluto triste per ragioni che in qualche occasioni ti spiegherò. E, purtroppo, questa mia tristezza è ulteriormente amplificata dal grigiore a dalla desolazione che dipinge tutto il percorso del centro storico che percorro ogni sera dopo aver lavorato in biblioteca fino a tardi. Un centro storico che ha conosciuto fasto e risonanza, ridotto ad una serie di monumenti vergognosamente chiusi per insensibilità, incapacità assenza di amore per questa città. Scusa lo sfogo Billy e speriamo di incontrarci presto.
Un saluto affettuoso Claudio Lubrano
Un abbraccio, Claudio, e speriamo davvero di incontrarci presto.
Billy