di Antonio Medici
Tra Teano e Caianello, terra cui gli uomini e il vulcano spento di Roccamonfina hanno donato opulenza di storia e humus, la famiglia Iannaccone possiede e coltiva da generazioni, in armonia con la natura, una vasta tenuta ed una splendida masseria. Dei trenta ettari complessivi, condotti tra l’altro a noccioleto e bosco – “per il regime biodinamico anche il bosco è importante” – solo nove sono coltivati a vigneto. Nelle suggestive grotte tufacee della masseria di contrada Aorivola di Caianello, in tini grandi legno, vasche di cemento e anfore di terracotta invecchiano i vini prodotti da uve di soli vitigni autoctoni: pallagrello nero, aglianico, piedirosso, falanghina, fiano.
L’acidità dei toni e dei gusti della contrapposizione tra vini cosiddetti convenzionali e vini cosiddetti naturali, tra agricoltura “tecnologica”, biologica e biodinamica preclude la possibilità di appioppare una di queste etichette alla cantina I Cacciagalli, nome dell’azienda vinicola dei Iannaccone mutuato dal toponimo dell’area in cui sorgono la maggior parte delle vigne. Il lavoro di questa cantina, infatti, pare essere la naturale espressione del piglio libero e sincero, della storia familiare – “nostro nonno conduceva la campagna con sistemi sostanzialmente biodinamici anche se probabilmente non lo sapeva” – nonché della cultura delle persone che la conducono. Predomina l’armonia e la conseguente aspirazione di assecondare la cifra di un paesaggio inondato dalla luce e dal tepore del sole, aggraziato dalla dolcezza dei pendii, fertile di vitalità minerale.
“Non pretendiamo di imporre una verità, prima di essere produttori siamo consumatori, prima di produrlo il vino lo beviamo. Vogliamo solo fare il vino che ora ci piace. Magari in futuro ci piacerà altro e faremo altro”. Un approccio laico che trova esplicazione anche in alcuni aspetti produttivi. Il vino prodotto ed invecchiato in anfore, per esempio, diversamente da quanto fanno altri più rigidi produttori che imbottigliano lotti per singola anfora, viene riunito per l’imbottigliamento in modo da avere un’omogeneità – termine che farà inorridire qualcuno – di prodotto almeno per annata. La svinatura, invece, viene effettuata in tempi diversi e per singola anfora atteso che ciascuna ha la propria peculiarità in termini di foggia e microssigenazione. L’azienda, usa, per lo più anfore di 800 e 450 litri, prodotte a mano in Umbria.
Dei richiestissimi vini dell’azienda, direttamente dalla riserva aziendale, abbiamo degustato le due etichette da uve aglianico vinificate in purezza con soli lieviti indigeni.
MASSERIA CACCIAGALLI 2012 – Roccamonfina IGT: aglianico in purezza, fermentazione in acciaio, invecchiamento in botte grande di rovere, non filtrato e non chiarificato. Rubino vivace con riflessi granato, intensi sentori di piccoli frutti rossi maturi, tabacco, piccole note balsamiche e fumé. Freschezza vivace, sapidità lunga e tannino percepibile ma delicato trovano contraltare in una bella morbidezza che si rivela pian piano regalando un piacevole equilibrio al palato. Forse meno complesso in bocca che al naso, si rivela, ad ogni modo, di buona persistenza ed armonia. Una bevuta di grande piacevolezza, un bicchiere che tira il successivo. € 10
PHOS 2013 – Roccamonfina IGT: aglianico in purezza, vinificazione, macerazione e affinamento in anfora, non filtrato e non chiarificato. Rubino vivace, al naso evoca ciliegia chiara e prugnette verdacchie con un soffio di spezia dolce. Ingresso morbido al palato che poi lascia spazio ad un tannino ben levigato e piacevole. Si ritrova il bel sapore ed anche la consistenza di frutta, persiste l’aromaticità di prugna e spezie per definire una buona complessità. Il trattamento in anfora ha lasciato intatti e ben percepibili i caratteri del frutto e una certa piacevole croccantezza. Nonostante la struttura il vino presenta un carattere schietto di leggerezza che incita la beva. € 15
Azienda Agricola I Cacciagalli
Via Teano, 3 – frazione Aorivola di Caianello (CE)
www.icacciagalli.it