di Antonio Medici
Lungo il corso del Sinni, in Basilicata, a ridosso dello Jonio, si susseguono paesini arroccati sulle cime di piccole alture. Di notte si potrebbe tracciare la via degli antichi percorsi unendo i grumi di luci tremolanti che puntellano i modesti rilievi, erti su una terra stepposa, pietrosa, sabbiosa, che a tratti l’uomo ė riuscito a fecondare. Svevi, Goti e saraceni, conquistatori e mercanti, per dominare, controllare, difendersi, edificarono castelli, fortezze, rocche Ricchezze di una storia stratificatasi dai tempi della Magna Grecia. I troiani, in verità, costruirono in pianura, fondando Siris nel XII secolo a.c. Colonie di Joni, fecero strage dei troiani, impossessandosi della città. Strabone (I secolo a.c.) racconta che la statua della dea Athena, eretta dai troiani che vi erano supplici, chiuse gli occhi per non assistere alla strage dei suoi devoti. La città, appena arretrata rispetto al mare, fu così florida ed elegante che divenne obiettivo di conquista di altri popoli, ed in effetti finì per essere distrutta. Sui suoi resti fu eretta Heraclea nel V scolo avanti cristo. I segni di straordinaria bellezza di quest’epoca sono custoditi nel ricco museo archeologico di Policoro, dove si è ben accolti dal personale disponibile ad offrire spiegazioni competenti.
Il tempo passa e passano pure le fortune e le ricchezze. In epoca moderna l’economia essenzialmente agricola della Valle del Sinni è stata lungo legata a esigenze di pura sussistenza ed i perastri, che crescevano selvatici nella macchia mediterranea, assicuravano reddito ed energia.
Di pere si alimentavano i contadini e i loro animali. Di pere commerciavano gli agricoltori, portando il frutto nettarino sui mercati della Campania e della Puglia.
Con la costruzione della diga di Monte Cotugno, una delle più grandi d’Europa, i terreni pietrosi ed aridi sono stati resi irrigui e le coltivazioni intensive di frutta hanno marginalizzato i perastri selvatici. Grazie all’azione del GAL Cosvel e della Fondazione Slow Food si è avviato un progetto di tutela e salvaguardia della Pera Signora, la varietà più pregiata della Valle del Sinni. “L’obiettivo della nostra attività è essenzialmente culturale” afferma Domenico di Matteo, referente del Presidio, “recuperare identità e salvaguardare la biodiversità. Anche se attraverso questa produzione non si ottengono risultati diretti in termini di reddito, il progetto Pera Signora crea interesse per il territorio e dunque risultati indotti a beneficio della comunità agricola”. È per questo che si è riusciti a coinvolgere venti produttori in sei comuni (Colobraro, Nova Siri, San Giorgio, Rotondella, Tursi, Valsinni).
La Masseria Nivaldine ha colto la sfida con gran vigore e si è attrezzata al meglio per processi di trasformazione che conservassero integre le caratteristiche organolettiche dell’antico frutto . Filomena La Guardia ė donna energica e colta, conduce la masseria che su 25 ettari coltiva, in regime di lotta integrata, anche albicocche – in parte destinate a selezionate produzioni di omogeneizzati per bambini – pesche e agrumi, oltre che un vitigno autoctono a bacca rossa detto San Nicola. La donna, con passione civile percepibile, racconta di come il territorio abbia sposato la filosofia del progetto Pera Signora, sicché esso è sostenuto anche dalle aziende non aderenti al rigido disciplinare, informato non solo alla tutela della biodiversità ma anche all’impatto zero. L’innesto sui vecchi ceppi, infatti, deve essere tradizionale ossia realizzato esclusivamente con letame e raffia. Nessuna nuova piantagione, dunque, per una rigorosa salvaguardia della tipicità del frutto. Questa pera, in effetti, presenta una aromaticità esuberante (che potremmo paragonare per complessità a quella di un’uva moscato) oltre che una dolcezza intensa ma gradevole. Ciò che più stupisce è la persistenza: tanto il frutto fresco che le pregevoli conserve e il nettare della Masseria Nivaldine, avvolgono il palato del loro gusto per diversi minuti. Le sensazioni gustative sono così intense che a distanza di qualche ora ancora se ne conserva il ricordo, il che alimenta il desiderio.
Masseria Nivaldine
Contrada Trisaia – Rotondella (MT)
0835 848133
Presidio della Pera Signora della Valle del Sinni
www.fondazionslowfood.com