di Billy Nuzzolillo
Propiziatore di miracoli o piuttosto miracolato? Se lo sono chiesti in molti a proposito di Carmine Valentino che, nella doppia veste di sindaco di Sant’Agata dei Goti e segretario provinciale del Pd, negli ultimi mesi ha monopolizzato spesso l’attenzione dei media provinciali e persino nazionali.
Si è partiti dalla famigerata delibera con cui la giunta comunale di Sant’Agata dei Goti ha proceduto allo sfratto della Biblioteca Melenzio diretta da Giancristiano Desiderio, giornalista a lui sgradito e per questo messo pubblicamente all’indice. Un episodio che, ha scritto il Manifesto, trascende la consueta diatriba destra/sinistra e investe il tema nevralgico della libertà della cultura. Sull’argomento, oltre a il Giornale, è intervenuto anche una delle firme di punta del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella, che ha definito la delibera prima ancora che liberticida, insensata. Sempre Stella ha poi sottilmente osservato: Che il giornalista possa non piacere al sindaco è possibile. Ha lavorato con Vittorio Feltri a Libero, con Giordano Bruno Guerri e poi Gennaro Malgieri a L’Indipendente, con Renzo Foa a Liberal e, insomma, di sinistra non è. Ma che c’entra? Cosa c’entra con una biblioteca se perfino il Manifesto, che certo non ha simpatie per il mondo destrorso, ha preso posizione dedicando un articolo alla demenziale decisione di sfrattare la biblioteca accusando il sindaco di essere uno che troppo spesso «rivendica con metodi muscolari l’ultima parola» nel campo della cultura?
Insomma, Valentino, dopo aver sfruttato l’interesse mediatico successivo all’elezione a sindaco di New York del santagatese Bill de Blasio e sperato invano che il film Si accettano miracoli di Alessandro Siani proiettasse nuovamente Sant’Agata dei Goti (e il suo sindaco) in una dimensione nazionale, alla fine è sì riuscito a calamitare l’interesse della stampa nazionale sulla sua cittadina, stavolta però in termini estremamente negativi.
Non pago di questo straordinario miracolo all’incontrario, ha pensato bene di rifarsi nella veste di segretario provinciale del Pd e così, dopo aver miseramente fallito l’opera di mediazione interna al partito in vista del voto amministrativo di Benevento e aver incassato le pesanti sconfitte elettorali del Pd in provincia (vedi il tracollo di Ricci a San Giorgio del Sannio e della Renzi a Dugenta), ha pensato bene di irrompere a gamba tesa nella già infuocata e velenosa campagna elettorale del capoluogo, accusando Clemente Mastella di aver avuto in passato presunti rapporti con esponenti camorristici e coinvolgendo nel suo grave atto di accusa anche i figli dell’ex Guardasigilli per delle compravendite immobiliari sempre riferite al passato.
E così, oltre a beccarsi una querela per diffamazione (la seconda in poche settimane) da parte di Mastella e incassare l’appellativo di Sancho Panza dai figli dell’esponente politico di Ceppaloni, è riuscito anche ad avere anche un ruolo per nulla secondario nella clamorosa sconfitta del candidato Pd Raffaele Del Vecchio a Benevento.
E, come se non bastasse, sempre nelle stesse ore la tenace esponente di opposizione Giovanna Razzano ha fatto emergere alcune incongruità contabili contenute nel bilancio sottoposto all’approvazione del consiglio comunale di Sant’Agata dei Goti e così l’amministrazione da lui guidata è stata costretta a rivedere i numeri e a prendere atto che il comune è strutturalmente deficitario, e cioè ad un passo dal dissesto finanziario.
Insomma, un fallimento totale su tutti i fronti per un sindaco-segretario che appare sempre più un miracolato della politica piuttosto che un propiziatore di miracoli. Un personaggio a cui il futuro sembra ormai riservare un’unica possibilità di dignitoso congedo: quella delle dimissioni da sindaco e segretario prima ancora che altri lo caccino a pedate. Sic transit gloria mundi.
Nella vita per essere importanti ci vuole un certo peso….e Valentino ha preso questa massima alla lettera. ???Di sicuro in periodo di magra del PD Valentino butterà giù qualche chiletto.