di Giancristiano Desiderio
Il potere logora chi non ce l’ha. La massima di Giulio Andreotti non regge più la scellerataggine dei tempi. Fausto Pepe è il sindaco uscente di Benevento e il maggior nemico del suo candidato sindaco Raffaele Del Vecchio. Se il giovane socialista perderà le elezioni dovrà dir grazie al potere inutile del suo partito che a poche ore dal voto con il sindaco Pepe, che non è più sindaco ma per il rotto della cuffia diventerà consigliere comunale, ha confermato Marcellino Aversano presidente della Gesesa mentre in consiglio di amministrazione entrano un assessore e un consigliere uscenti e non eletti. Il potere inutile col tempo diventa dannoso. La massima andreottiana va aggiornata così: il potere logora chi ce l’ha e non lo sa usare. Alla fine avrà ragione chi, complice il fattore K – come lo chiamava Ronchey -, criticava sì Andreotti e i democristiani ma invitava poi a votarli facendo di necessità virtù: turatevi il naso e andate a votare. Qui a Benevento, cittadina dove i mastelliani sono andati in amministrazione non con la destra ma con la sinistra, avrà ragione Montanelli? Agli elettori la risposta.
Raffaele Del Vecchio ha studiato da sindaco per dieci lunghi anni e ora arriva agli esami affaticato. Ha fatto molti errori ma due in particolare sono quelli che pesano. Uno lo ha commesso un bel po’ di tempo fa quando non ha capito che per presentarsi alla città doveva lasciare l’amministrazione. Certo, è più facile a dirsi che a farsi ma è altrettanto difficile dire di essere il nuovo stando col vecchio, di voler fare non avendo fatto. Il secondo errore lo ha commesso quando è apparso troppo sotto la tutela del sottosegretario Del Basso De Caro e quando ha cercato di smarcarsi e di dimostrare autonomia – con la scelta anticipata di alcuni assessori – era ormai troppo tardi. C’è poi il terzo errore che è un vero e proprio autogol: con il Pd ha attaccato il suo avversario piegando la giustizia e la morale a fini politici e propagandistici ma in questo modo l’unico risultato che ha ottenuto è stato quello di offrirgli la possibilità di dire di essere stato perseguitato dall’uso politico della giustizia (il che per altro è vero). Insomma, la campagna elettorale a Mastella l’ha fatta Del Vecchio con la fattiva partecipazione del Pd.
Dunque, vincerà Mastella? Non lo so. Perché alla fine togliere il potere dalle mani di chi ce l’ha è sempre difficile in qualunque condizione. Quello che so è quanto sapete anche voi. I due hanno raccolto gli stessi voti, mentre però il vicesindaco li ha persi, l’ex ministro li ha guadagnati. Ora il primo li dovrebbe recuperare e il secondo dovrebbe incrementare. Sono operazioni difficili entrambe e, soprattutto, sono teorie astratte che lasciano il tempo che trovano. Alla fine ogni elezione è una partita a sé e per quanto si voglia indirizzare e controllare – e anche comprare – il voto, poi gli elettori fanno un po’ come gli pare. Anche il M5S? Soprattutto il M5S che in questo ballottaggio svolge un po’ il ruolo di arbitro o, meglio, di ago della bilancia. Si può ragionevolmente sostenere che saranno gli elettori di Marianna Farese a decidere la partita tra Mastella e Del Vecchio. Si tratta di vedere se prevarrà la volontà di cambiare o di continuare. Nella scelta pesano considerazioni e stati d’animo che non riguardano solo Benevento ma il clima più generale del Paese in cui i rottamatori rischiano di essere rottamati.