di Giancristiano Desiderio
La provincia è un ente decaduto e decadente, praticamente inutile. I fatti che sono accaduti tra la notte di domenica e la mattinata di oggi lo dicono meglio di qualunque giudizio. Il presidente Claudio Ricci, sindaco uscente di San Giorgio del Sannio, ha perso le elezioni e non essendo più sindaco è di fatto decaduto dalla carica di presidente della Rocca dei Rettori. Lui stesso, una volta preso atto della bocciatura popolare, ha dichiarato di dimettersi e di non restare un minuto di più in carica perché “non mi sento e non sono più legittimato dal voto popolare”. Però, è poi accaduta una cosa strana. La prefettura – altro ente decaduto e decadente e inutile – ha chiesto un parere al ministero degli affari regionali e delle autonomie e il parere è arrivato in meno che non si dica. E’ scritto in un italiano incomprensibile degno della migliore tradizione degli azzeccagarbugli: “In considerazione che il Presidente della Provincia al momento dell’accettazione della candidatura si trovava nelle condizioni di essere eleggibile alla carica sia nella veste di consigliere provinciale uscente che nella veste di Sindaco, prevista in sede di prima applicazione dalla legge n. 56/2014, cd. “legge Del Rio”, la circostanza di essere consigliere provinciale uscente, dichiarata al momento della candidatura, non comporta il motivo di decadenza previsto per i Sindaci non rieletti”. Come vedete non si capisce niente. Il testo cerca di dire una cosa del genere ossia che Claudio Ricci da San Giorgio è stato eletto presidente della provincia non come sindaco ma in quanto consigliere provinciale e, quindi, non decade anche se ha perso le elezioni e non è più sindaco.
Il Pd ha perso la testa e continua a sbagliare tutte le mosse. La decisione di Ricci di dimettersi era semplice, lineare e rispettosa del voto. Il contrordine compagni, invece, è un pasticcio amministrativo e istituzionale in cui il partito inutile manifesta la sua volontà di restare al potere ad ogni costo e a dispetto dei santi e degli elettori. Ricci, che per sua stessa ammissione era ormai non più legittimato ad assumere decisioni ed iniziative, ha nominato un vicepresidente e naturalmente la scelta è caduta su un uomo del Pd. Possibile che non si rendano conto che questi comportamenti danneggiano Raffaele Del Vecchio? Oggi il vicesindaco di tutto avrebbe bisogno tranne che di un Pd “arroccato”.
La riforma delle province è stata fatta così: si è eliminato il voto dei cittadini. Le elezioni provinciali sono diventate un fatto interno al sistema amministrativo degli eletti. E’ nata una democrazia di secondo grado. I cittadini sono stati estromessi. Ecco perché la scelta di Ricci di candidarsi nuovamente come sindaco a San Giorgio del Sannio era obbligata: aveva bisogno di una legittimazione che altrimenti avrebbe perso perché se non fosse stato più sindaco non ci sarebbero state le condizioni per ricoprire ancora la carica di presidente provinciale. Le parole di Ricci pronunciate domenica notte sono una sorta di voce della coscienza della democrazia passata o dei sotterranei della democrazia sepolta sotto le sue stesse macerie. La decadenza, appunto.