di Giancristiano Desiderio
I sette peccati capitali, i sette nani, i sette re di Roma e i sette candidati a sindaco di Benevento. Tanti, troppi. Ma non è detto che non aumentino ancora. L’ultima arrivata è Federica De Nigris esponente del Progetto civico “fabBene”. Si va ad aggiungere al candidato del Pd, il vicesindaco in carica Raffaele Del Vecchio, Clemente Mastella che non ha bisogno di presentazioni, Marianna Farese del M5s, Raffaele Tibaldi consigliere uscente dell’opposizione, Gianfranco Ucci già vicesindaco nella giunta di centrodestra nei primi anni del decennio scorso, Vittoria Principe giornalista beneventana. Dunque, proprio sette: come i colli di Roma, le meraviglie del mondo antico, i magnifici sette. Tanti candidati sotto l’Arco di Traiano non si erano mai visti. Sembra il remake della commedia cinematografica L’aereo più pazzo del mondo rivisitato in Le elezioni più pazze del mondo. Una gran corsa per sedersi su una sedia che scotta: piena di debiti, senza risorse e con una recentissima alluvione dietro le spalle. Però, qualcosa in gioco c’è.
Guardando i nomi e gli schieramenti in campo è facile notare che la posta in gioco non è solo la conquista di Palazzo Mosti – sede del municipio – ma la stessa storia della città. Infatti, da una parte vi è la politica tradizionale e dall’altra quella che fino a qualche tempo fa si sarebbe chiamata l’antipolitica e che ora è l’organizzazione civica della politica del M5s. Piaccia o no, le sette candidature in campo – alle quali poi corrisponderà quasi un numero doppio di liste – si lasciano interpretare con il criterio del vecchio e del nuovo, della tradizione e dell’innovazione. Con la tradizione sono schierati nomi importanti della politica italiana che avevano esperienza già al tempo della Prima repubblica: Mastella, appunto, che gioca in prima persona, e il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro che ha puntato tutte le sue carte sul vicesindaco uscente Del Vecchio, su due liste messe in campo dal Pd e sulla candidatura come capolista dello stesso sindaco uscente, l’ex mastelliano Fausto Pepe (fatto quest’ultimo più unico che raro). Ce n’è quanto basta per capire che la battaglia di Benevento tra il guelfo Mastella e il ghibellino Del Basso De Caro sarà all’ultimo voto senza esclusione di colpi, ma mentre i due galli della politica beneventana rimasti in campo se le daranno di santa ragione il M5s si frega le mani e crede di poter giocare il classico ruolo del terzo che gode. Con la vittoria del M5s ci sarebbe, al di là del bene e del male, un cambio totale della classe politica. Ma è tutto da dimostrare perché è vero che con le elezioni regionali i grillini ottennero un sorprendente 27 per cento, però è altrettanto vero che la competizione comunale è di tutt’altra natura e, forse, la tradizione può contare di più della innovazione. Un ruolo importante, in questa contesa a tre, sarà svolto inevitabilmente proprio dagli altri quattro candidati che con la loro presenza hanno già ottenuto un risultato: si andrà necessariamente al ballottaggio.
tratto dal Corriere del Mezzogiorno del 20 aprile 2016