di Antonio Medici
Roccaforti indistruttibili su rilievi che stringono valli, tesori d’arte, giacimenti di suggestioni storiche, rifugi di squisitezze semplici. Alvignano è un agglomerato urbano di poco più di 5000 anime, in provincia di Caserta, ai piedi dei monti Scopella e Cardillo, che son parte dei monti Trebulani, giusto di fronte al massiccio del Matese, lungo l’asse naturale che da Roma conduce in Puglia, passando per Benevento. Posizione strategica nel mezzo di una valle florida. Dalla strada si riconoscono le mura diroccate della fortezza medievale Aragonese, dall’XI secolo lì sul cucuzzolo a dominare la valle del Volturno, ad imporre rispetto, oggi a simboleggiare la storia nobile di questo feudo di Normanni ed Angioini prima ancora che degli Aragonesi. Oltre al castello, numerose chiese antiche testimoniano vitalità e ricchezza.
Inutile ricamare di fantasia, tutto questo c’entra nulla o poco più, fornendo solo un contesto che arricchisce l’esperienza gastronomica, con le doti umane ed artigiane di Pasqualino Rossi, straordinario pizzaiolo ad Alvignano.
L’uomo è cordiale, simpatico, alla mano, semplice il che, nell’era in cui i pizzaioli assurgono a vip che pontificano e blaterano emerite idiozie accolte come verità trascendenti dal popolo degli adulatori del food&wine, è già una gran dote. Pasqualino, dunque, non centellina la sua presenza, chiacchiera amabilmente, smitizza la sua abilità e fa bene perché non è necessario rivestir di pajette ciò vale in se.
“A pizz rind u ruot”, autentica squisitezza, è una pizza cotta nel ruoto, soffice perché più alta, appena croccante sul fondo ed ai bordi. Inorridirebbero gli inviati di Report innanzi a quel bordo con bolle annerite di bruciaticcio che conferiscono un confortante aroma di pizza domestica e che ci fanno amare smisuratamente questa specialità nata per caso a San Remo. Pasqualino era stato invitato ed aveva intenzione di preparare la pizza fritta o la pizza classica nel forno ma il forno giusto non c’era e la pizza fritta già la presentavano altri. Un barattolo di sugna e un’intuizione che viene dal passato, da ciò che tutti abbiamo visto fare: stendere l’impasto nel ruoto unto del grasso più antico ed infornare. Oggi Rossi ha un forno ad hoc dedicato solo a questa pizza che necessità di temperature più basse per una cottura più lunga.
Nessuna smanceria, anche nel raccontare dell’avvio della sua attività; spiega che ha cominciato per caso una sera del 1996, quando il pizzaiolo non si presentò perché ammalato.
Nessuna enfasi sui grani e sul lievito (“uso il lievito di birra e il criscito solo per dar sapore”), solo grande lavoro, sperimentazione (“una volta abbiamo fatto la pizza col lievito di una birra artigianale lasciata aperta”), allegria (segnata da una vena di nostalgia per il fratello più grande morto in un incidente stradale), grandi legami con la famiglia che aveva iniziato nel 1927 con un bar. Oggi con Pasqualino lavora con l’altro fratello, Gianluca, che gestisce la sala.
Sentirsi leggeri dopo due pizze, un calzone dolce (con Galamella, la pregiata crema di cioccolato e nocciole, e amarena) e un intermezzo di “sconciata”: uno spicchio di pizza fritta condito con scaglie di conciato romano e marmellata di pomodoro San Marzano, una delizia senza pari.
Oltre alla pizza nel ruoto, irrinunciabili la Mussillo, con baccalà e olive, e la Donna Rita, con scarola mollica di pane agliata, alici di Cetara, capperi ed olive caziazzane.
Impasto eccellente, condimenti saporiti, giusta creatività.
Sala accogliente e pulitissima, servizio veloce, buona offerta di birra. Prezzi più che equi vista la qualità complessiva.
Pizzeria Elite
Corso Umberto I, 168
Alvignano (CE)
Tel. 0823 869092