di Billy Nuzzolillo
Il procuratore della Repubblica aggiunto, Giovanni Conzo, è approdato a Benevento nei mesi scorsi a seguito della rinuncia di Luciano D’Emanuele. Napoletano, 48 anni, Conzo proviene dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo partenopeo, dove è stato titolare di importanti inchieste che hanno portato alla disarticolazione di intere famiglie camorristiche riconducibili al potente clan dei Casalesi e all’arresto di numerosi boss e affiliati. Assieme al giornalista del Mattino Giuseppe Crimaldi, ha tra l’altro scritto il libro Mafie. La criminalità straniera alla conquista dell’Italia (edizioni CentAutori). E’ anche consulente della Commissione parlamentare antimafia.
Un personaggio di primissimo piano, dunque, che dopo l’addio del procuratore capo Giuseppe Maddalena dello scorso febbraio ha assunto la guida della Procura sannita. Stamani, nel corso della conferenza stampa tenutasi presso il Comando provinciale dei carabinieri a seguito dell’arresto del sindaco e del capo dell’ufficio tecnico del comune di San Lorenzo Maggiore, ha manifestato con chiarezza il suo pensiero a proposito dello stato di salute in cui versa la pubblica amministrazione nel Sannio, e più in generale in Italia
Significative, in particolare, sono state alcune sue parole, che sono apparse come una sorta di forte dichiarazione di guerra contro il fenomeno della corruzione nella pubblica amministrazione: “Il giudice per le indagini preliminari nell’ordinanza parla di assoggettamento. E’ un termine che viene utilizzato per i mafiosi, per la camorra. Un termine che ben rende la situazione in cui si trovano i cittadini e gli imprenditori che voglio lavorare onestamente e sono invece costretti e assoggettati a versare tangenti per poter lavorare. La Procura di Benevento ha fissato tra le sue priorità proprio il contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione. E ciò che è emerso da quest’indagine rappresenta solo la parte iniziale delle attività investigative attualmente in corso da parte degli eccellenti magistrati in forza presso la Procura di Benevento”.
Una situazione, dunque, di allarmante gravità al punto da indurre lo stesso procuratore aggiunto Conzo a dichiarare che “occorre adeguare la legislazione alla gravità con cui il fenomeno si manifesta. Così come per mafia e camorra sono state adottate normative rivelatisi efficaci per contrastare il fenomeno, sarebbe auspicabile che ciò avvenisse anche per quanto riguarda la pur valida normativa di contrasto a corruzione e concussione. E mi riferisco, in particolare, alle opportunità investigative e alle norme di procedura penale. Solo così potremo riuscire a sconfiggere pienamente alcune piaghe endemiche dell’Italia, come la corruzione e la concussione”.
Insomma, il messaggio è chiaro e forte. E chi vuole intendere intenda.