di Giancristiano Desiderio
Benevento potrebbe essere il primo capoluogo della Campania ad essere amministrato dai Cinque stelle. Non lo fanno capire solo i movimenti elettorali ma anche quelli astrali. Le stelle dei Cinque stelle potrebbero arrivare a Palazzo Mosti perché le star della politica beneventana sono cadute e diventate ormai polvere di stelline. Ci troviamo in un’altra era geologica e le invasioni barbariche delle cavallette di Grillo avvengono in un paesaggio – parafrasando e copiando Arbasino – popolato da zombi e dinosauri. Lo stato della nazione sannita è pronto al meglio del peggio.
Le cronache dicono che al momento un solo uomo ha avuto il coraggio di dire “mi candido a sindaco di Benevento”. E’ Gianfranco Ucci. Ha alle spalle una buona storia politica ed amministrativa e l’ambizione di diventare adulto e non essere più il numero 2. Ha giocato d’anticipo e la fortuna, che aiuta gli audaci, potrebbe sorridergli se la diaspora del centrodestra trovasse in lui una casa o, almeno, una stanza.
Pasquale Viespoli ha detto che non è candidato ma è candidabile. A me pare il contrario: è candidato ma non è candidabile (o, almeno, non dovrebbe esserlo, non per rispetto alla città ma a se stesso giacché il suo nome, nella storia della cosiddetta seconda repubblica, è legato ad un’esperienza significativa e positiva di governo alla quale è giusto guardare come ad un esempio a cui ispirarsi).
Clemente Mastella non ha fatto il sindaco di Benevento – preferendo Ceppaloni – quando avrebbe potuto e dovuto farlo e lo vorrebbe fare oggi che non può e non deve.
Fausto Pepe rifarebbe il sindaco se potesse ma per fortuna dei beneventani non può. La sua stagione si aprì casualmente e si avviò all’insegna della vanagloria ma si è conclusa fatalmente in un disastro annunciato. Chiunque verrà dopo non potrà non fare meglio. Anche Raffaele Del Vecchio.
Tra tutti coloro che aspirano a candidatura e sindacatura non c’è l’unico che dovrebbe esserci: “Vieni avanti, Umberto”. Niente da fare, al sottosegretario piace più stare sotto che sopra perché sa che per stare sopra bisogna stare sotto. Tuttavia, una candidatura di Umberto Del Basso De Caro non solo risolverebbe tutti i problemi del Pd ma darebbe anche chiarezza alla sempre oscura e pretesca politica beneventana e, soprattutto, darebbe dignità alla stessa figura un po’ luciferina del sottosegretario che era già viva al tempo del pentapartito – fu vicesindaco con Antonio Pietrantonio – e acquisterebbe nuovo valore politico al tempo dei pentastellati. Una sua candidatura diretta darebbe un senso a una scena elettorale che appare vuota come un deserto.
La fine del Pdl ha generato tanti orfani ma anche delle orfanelle. Nunzia De Girolamo ed Erminia Mazzoni sono le orfanelle sannite più note. La prima è stata sopravvalutata ma non è sprovveduta e infatti non è sfiorata dall’insana idea di candidarsi: sa che la città la percepisce come un corpo estraneo. La seconda è una promessa mancata che vede nella candidatura a sindaco la possibilità di un nuovo giro di giostra. Ma c’è un problema: la sua insolita vicinanza al Pd e a De Luca. Lei è un’amante dell’azione centrista per prendere sia di qua sia di là senza essere né di qua né di là ma è una manovra che le sconsiglio di fare perché essendo un’orfana di centrodestra non verrebbe votata né di qua né di là e rimarrebbe sola perché male accompagnata.
In questo panorama di rovine e di ambizioni sbagliate entra in gioco il M5s che ha la possibilità non teorica ma reale di conquistare il comune. Chi è il candidato? Qui si apre il mistero della fede grillina davanti al quale arretro perché non ne so nulla, ammesso che ci sia qualcosa da sapere. Però, quel che so con certezza e per esperienza è che i Cinque stelle potranno vincere se oltre all’aria che tira saranno capaci di partecipare alla città di Benevento una credibile idea di utile cambiamento. Esiste un precedente: Viespoli, appunto. Fu lui ad essere eletto non con i voti della destra – insufficienti – ma della città alla quale fece sentire un necessario sentimento di libertà. Tra le stelle ce n’è una capace di immaginare una nuova rivoluzione dei corpi celesti andando non più da destra verso sinistra ma da sinistra verso destra? Credo di sì: Nicola Sguera. E’ l’unico a cui sono disposto a perdonare gli astratti furori, sta a sinistra ma è di destra, ha un vocabolario europeo, un’anima radicata e una certa follia che in questi casi è indispensabile. E’ arrivato il momento di agire da primitivo e prevedere da stratega.
Bellissimo articolo !! Fotografia reale della.citta…..peccato che non parli dei cittadini !!!
Ottima analisi complimenti.
Una domanda : ma sguera non fu candidato con il partito comunista ? Anche lui quindi e’ incandidabile secondo lo statuto dei 5 stelle ?
Saluti
Pasquale fu eletto in una congiuntura favorevole e, credo, irripetibile. Il voto per Viespoli più che a suo favore fu un voto “contro” lo scellerato patto tra Clemente Mastella ed Umberto: ne pagò il prezzo il giudice Del Mese che probabilmente sarebbe stato un sindaco migliore. Allo stato non vedo un clima simile. A sfavore dei 5S c’è la confusione, e li ho trattati, in cui hanno precipitato tutti (ma tutti) i comuni che hanno avuto la fortuna di amministrare. Questo al netto della stima e dell’amicizia personale che nutro nei confronti di Nicola.
Questa città ha bisogno di essere educata. Ha bisogno di pulizia di servizi efficienti di spazi per i giovani di luoghi per fare cultura di cose semplici e normali. Nessuno dei personaggi nominati sembrerebbe fare allo scopo. Un po di umiltà e il coraggio di provarci. Basterebbe questo. Saluti. Arechi.