di Antonio Medici
Non avrebbero senso le rubriche di approfondimento o cultura enogastronomica dei giornali se tutto l’universo del cibo fosse reso conoscibile, direi meglio commestibile, dalle guide. Di più, le guide, nel tentativo contenere un numero sempre più vasto di voci, siano vini, ristoranti, osterie, hanno perso nel tempo molto del loro senso: da compendio di referenze selezionate con cura e ben recensite si son trasformate in una sorta di elenco telefonico di prodotti e locali approssimativamente descritti.
Le guide, tranne eccezioni sempre più rare, oramai sono tomi al servizio della banalità di tavole senz’anima e senza gusto e di vini muti che non raccontano terre, né vite di vignaioli e viti vinifere.
Mentre si dipana l’ammorbante e rumorosa gara di urla tra editori per l’annuncio dell’uscita del proprio elenco, domenica scorsa, nella serenità restituita da un lussureggiante pergolato di falanghina, nella suggestiva cornice dei Campi Flegrei, a Bacoli, una cinquantina tra responsabili provinciali e regionali di Slow Food, in rappresentanza di tutte le province della Campania e della Basilicata hanno presentato una guida del tutto fuori moda e quindi assolutamente apprezzabile: una raccolta di persone da cui fare la spesa.
“Fare la spesa con Slow Food” compendia, suddivise per regione, tipologia di prodotto e di esercizio, circa tremila indirizzi in Italia, di cui oltre duecento in Campania, in cui è possibile acquistare prodotti di ogni genere, dai gelati al pane, dal vino all’olio, ai taralli, alla mozzarella, ai torroni, alla frutta, al pesce, che rispettano i principi dell’associazione di Carlo Petrini, riassunti dallo slogan “buono, pulito e giusto”.
Si tratta, come ha detto Gemma Russo, coordinatrice della guida per Campania e Basilicata, di indirizzi spesso relativi a strutture familiari in cui l’acquisto del prodotto include un’esperienza umana di relazione. Anche per questo motivo, Giuseppe Orefice, responsabile regionale dell’associazione, ha parlato della guida come una sorta di moderno libretto rosso attraverso il quale concorrere a realizzare una rivoluzione agroalimentare che rivaluti persone e territori. Per il Sannio, Giancarlo De Luca, fiduciario della condotta di Benevento, e Maria Grazia Marchetti, illustrando le variegate attività presenti in guida, hanno parlato di biodiversità e ricchezza agricola del territorio anche come strumento di difesa dall’assalto dei cacciatori di petrolio. Un particolare accento è stato posto da De Luca sulla coltivazione e l’impiego dei grani antichi, proponendo la sfida innovativa di un progetto regionale di tutela e valorizzazione.
Per chi come noi è senza fede e non ama le sovrastrutture ideologiche i circa venti euro che occorrono per acquistare il tomo possono rappresentare il prezzo equo per i momenti di pigrizia, quando la voglia di una nuova delizia non è sostenuta da una parimenti intensa forza di cercarla, ed una sorta di mini ristoro per i tanti euro dilapidati nell’acquisto di cibi indegni, lungo il sentiero della ricerca delle prelibatezze. Questa guida, infatti, mette a frutto e a disposizione di tutti il vero capitale dell’associazione di Bra: la consapevolezza dei propri associati segnalatori e la capillarità della loro presenza. Ne è venuta fuori una raccolta di indirizzi affidabili ed in alcuni casi preziosi, per l’esclusività e bontà dei prodotti offerti.
Fare la spesa con Slow Food
Slow Food Editore
€ 19,90