La maggioranza dell’attuale amministrazione di Sant’Agata dei Goti si appresta a fare la fine dell’asino di Buridano che non sapendo scegliere tra due identici cumuli di fieno che aveva alla sua destra e alla sua sinistra morì di fame. Dubito anzi escludo che la maggioranza muoia di fame ma è senz’altro vero che, proprio come nel paradosso dell’asino, non sappia cosa fare perché se non approva il bilancio vanno tutti a casa e se approva il bilancio vanno tutti alla Corte dei conti. Davanti a questo bivio, la maggioranza non sa decidere ed è paralizzata: vorrebbe continuare ad esistere ma il prezzo finanziario che ogni consigliere potrebbe pagare è troppo salato. Dunque, che fare? Nulla, come l’asino.
Come si è arrivati a questo punto? La cosa è abbastanza semplice. La maggioranza di Palazzo San Francesco è abituata a ubbidir tacendo. Non è una maggioranza politica ma solo una maggioranza aritmetica. Non governa. Approva e basta. Non ha pensieri ma numeri. Più che una maggioranza è un pallottoliere. Non ha mai – mai – espresso un giudizio. Non ha mai condotto un dibattito. Non ha mai svolto un confronto, un approfondimento, un’indagine. Niente. In pratica, la maggioranza è una corte dei miracoli e non ha mai – mai – dato il suo contributo politico e morale per amministrare e governare il municipio di Sant’Agata dei Goti. Così ora non c’è da stupirsi se il municipio di Sant’Agata dei Goti, gravato dal peso dei debiti e da un bilancio bocciato per ben due volte dal revisore dei conti, gli cade addosso e i consiglieri sono bambini spauriti col giocattolo rotto tra le mani.
Se il comune santagatese si ritrova in queste miserande condizioni la responsabilità è prima di tutto della maggioranza che per i suoi interessi si è lasciata espropriare del suo diritto/dovere di conoscere, capire, giudicare per ben amministrare. E’ troppo facile dire ora, come sento dire, che è “tutta colpa sua”. La logica del capro espiatorio è la cosa che più mi fa schifo al mondo e non sono disposto a farmela piacere neanche quando a pagarne le conseguenze è quel sindaco che in consiglio comunale passando sul consiglio comunale come su uno scendiletto mi insultò e offese per aver fatto il mio lavoro. Anche allora nessuno nella maggioranza avvertì la dignità di parlare e difendere non me, ma se stesso e l’istituzione che vorrebbe rappresentare. La maggioranza ha rinunciato da principio alla politica e persino alla più banale decenza. Così ha sempre taciuto su tutto: sulle finanze, sulle tasse, sugli incarichi, sugli appalti, su me, sul pestaggio a sangue di Billy Nuzzolillo, sulla soppressione arbitraria della Strasopportico. Ha scelto di non essere libera e oggi ne paga il fio.
Ma non c’è solo la maggioranza, c’è anche il Pd. Che cos’è questo Pd santagatese? Una scatola vuota. Un partito non solo inutile ma dannoso, intriso di settarismo che divide in due il paese come una mela: i tesserati, i votanti, le truppe cammellate, gli ossequianti si siedono alla mensa del signore mentre i dignitosi, i dissenzienti, i liberi nel migliore dei casi sono messi alla porta. Il Pd – partito democratico – ha manifestato con protervia una cultura antidemocratica pronta a santificare il consenso e a demonizzare il dissenso. Il Pd recita la parte delle tre scimmiette: una non vede, una non sente, una non parla. La prima vittima di questo Pd è la sinistra che è stata distrutta persino nelle sue più intime ragioni ideali. Se c’è un luogo dove non si parla, non si discute, non si ragiona è il Pd che è stato trasformato in un quartier generale, una camerata, una caserma senza carabinieri. Il Pd è diventato il luogo della distruzione del buon senso.
Tuttavia, sabato in consiglio comunale l’asino di Buridano potrà per una volta trovare la forza della volontà e scegliere. Perché davanti non avrà due identici cumuli di fieno ma due strade diverse ed è possibile scegliere a ragion veduta. L’unica cosa che la maggioranza non può fare è trasformare l’asino nelle tre scimmiette che non vedono, non sentono, non parlano. Questa volta dovranno per forza di cose e per adempimento di legge vedere, sentire, parlare e lo faranno con il loro voto: se approveranno il bilancio manderanno loro stessi le carte delle finanze municipali alla Corte dei conti e al Viminale, se lo bocceranno potranno respirare e iniziare a cambiare il Pd nel quale oggi c’è quella che un tempo proprio la sinistra chiamava “questione morale”.
bravo giancristiano a spiegare come ti è consueto i fattacci della amministrazione santagatese, secondo me non è questione di sigla partitica perchè certi personaggi scelgono una forza politica solo in base al permissivismo della società in cui nuotano certra gente non ha ideali dove puo trafficare si infila e fa danni che tutto il paese poi paghera purtroppo.
A leggere quello che scrivi la situazione politica paesana è di irrimediabile squallore.Ultimamente ho un po perso i contatti con Sant’Agata i Santagatesi e la politica locale,a parte qualche sbirciata sulla pagina fb (sei di S.Agata etc)dove viene fuori un ritratto da paese dei balocchi che io pur avendoci vissuto a lungo non riconosco,anzi,ma io manco da un po e le cose possono cambiare. Riguardo al tuo articolo colpisce l’analisi che fa riferimento a maggioranza,opposizione,P.D etc come se a s.agata ed in posti cosi,la politica intesa nel suo senso più alto sia mai esistita. Da sempre
la gestione della cosa pubblica è una roba terra terra in mano ad una piccolissima oligarchia che cura interessi solitamente propri, con a capo il solito Ras. E forse il vero bersaglio del tuo articolo non è tanto la classe politica codarda ma forse solo il g Ras e allora fattene una ragione perchè morto uno se ne fa un altro,ma a quanto pare da questo in particolare hai subito un affronto e da buon Santagatese te la sei legata al dito.E pensare che per un po ho pensato si volesse volare alto!!
La politica santagatese è ormai da anni “ostaggio” di Valentino, l’uomo dei numeri. Valentino, campagnolo delle frazioni e figlio d’arte , ha però il merito di averla tratta fuori da quella condizione di minorità che ha vissuto per decenni. E’ anche un geometra che sa il fatto suo. Studia le questioni e le approfondisce appassionatamente. Intorno ci sono nobili famiglie decadute del centro storico , incapaci di guidare il popolo e politici di basso profilo. Insomma qualcuno direbbe: Valentino emerge perchè il contesto è quello che è…e mio nonno direbbe: fa o ‘vall ‘ncopp a munnezza! La domanda è: c’è un’altro Valentino? Alla classe politica santagatese può essere chiesto di più? Perchè chiedere ai politici di Sant’Agata ed al PD locale ciò che non hanno?! Molti sono solo portatori di voti, altri sono privi di esperienza ed altri ancora a caccia di utilità personali….e volgendo lo sguardo all’opposizione non cambia il risultato, dopo il salto di Ciervo in maggioranza. Forse solo il buon Di Nuzzi si salva. Non mi pare giusto allora pretendere alcunchè da chi non è semplicemente abituato a fare altro!. Altro che asino di buridano o le tre scimmiette. Valentino è figlio dei santagatesi di cui assomma pregi e difetti. Vedrai alla fine il bilancio lo votano e trovano come non andare davanti alla corte dei conti. Tanto sono numeri e cho più di Valentino è esperto di numeri.
Penso che Giuda Barsabba abbia fatto centro..ti applaudo!!!