di Billy Nuzzolillo
Sulla vicenda della mancata disputa dell’amichevole del Napoli nel capoluogo sannita è intervenuta anche la Curva Sud del Benevento che, attraverso un comunicato ufficiale, ha preso “le distanze dal commento di un anonimo utente che viene strumentalmente preso e rilanciato da un portale di informazione ultras e poi utilizzato come una sorta di campionatura del pensiero collettivo di una comunità. Inutile, ma, al tempo stesso opportuno, ribadire la più totale estraneità al contenuto di entrambi gli articoli e la altrettanto totale assenza di corrispondenza degli stessi al pensiero della Curva Sud”.
Una presa di posizione che contribuisce a far ulteriormente luce su una vicenda che ha dato vita a molti equivoci che meritano di essere definitivamente chiariti.
Partiamo dall’inizio e quindi dall’articolo, pubblicato dal quotidiano Il Mattino il 12 agosto e ripreso da molti siti internet, secondo cui l’amichevole Napoli-Benevento del 14 agosto non si sarebbe disputata per motivi di ordine pubblico a causa dei pessimi rapporti esistenti tra i tifosi baresi, partenopei e beneventani, che avrebbe reso il match ad alto rischio incidenti. Un problema che, a mio avviso, si sarebbe potuto facilmente aggirare applicando il divieto di trasferta per i tifosi baresi. Di qui l’ipotesi da me formulata che sulla scelta della questura potesse avere influito anche l’ostilità manifestata da alcuni supporter sanniti nei confronti del Napoli sui social network.
L’indomani, lo stesso quotidiano Il Mattino, smentendo quanto scritto in precedenza, ha spiegato invece che la mancata disputa dell’incontro non era dipesa da motivi di ordine pubblico bensì più semplicemente “perché il Napoli ha prima chiesto al Benevento di fare da sparring partner e dopo aver ricevuto l’ok ha richiamato sostenendo che Sarri preferiva affrontare una squadra di B e dunque si era optato per il Bari. Una scortesia che ha indotto il Benevento a non svenarsi più di tanto per arginare i problemi di ordine pubblico che si sarebbero presentati”.
Il caso, dunque, si è clamorosamente sgonfiato e lo stesso quotidiano di via Chiatamone ha giustamente evidenziato che “ad alimentare il fuoco della polemica sono state, come spesso accade in questi casi, disinformazione e mezze verità a cui in parte ha contribuito anche il Benevento con la scelta di mantenere il silenzio sulla vicenda”. Insomma, tanto baccano per nulla.
Chiarito il caso, anche alla luce dell’ultimo comunicato emesso dalla Curva Sud, resta comunque il dato dei commenti ostili nei confronti della tifoseria napoletana espressi da alcuni tifosi giallorossi sui social network. Episodio che, tra l’altro, ha lasciato increduli molti supporter azzurri. Per averne contezza basta leggere i commenti postati sulla pagina Facebook del Napolista da tanti tifosi del Napoli che hanno ricordato gli ottimi rapporti esistenti tra le due tifoserie e la straordinaria accoglienza ricevuta a Benevento alcuni anni fa quando il Napoli disputò alcune gare di campionato allo stadio di Santa Colomba a causa dell’indisponibilità della struttura di Fuorigrotta. Certo, non vanno neanche dimenticati gli episodi registratisi al San Paolo ai danni dei tifosi giallorossi in occasione di un successivo Napoli-Benevento di serie C, ma va anche detto che il comportamento di pochi non può certo indurre a generalizzazioni tout court, così come il pensiero di pochi tifosi non può diventare l’opinione di un’intera tifoseria organizzata.
C’è comunque un aspetto (sia pure marginale rispetto all’intera vicenda) che, a mio avviso, merita un’ultima e personale riflessione. Da molti commenti apparsi sui social network emerge infatti l’esistenza di una presunta incompatibilità tra lo status di tifoso del Napoli e quello di tifoso del Benevento. Personalmente (e credo di interpretare il sentimento di tante persone che vivono la stessa condizione) non vedo alcuna incompatibilità tra le due cose, anche perché si tratta di categorie calcistiche differenti (serie A e Lega Pro) e il fatto di essere tifoso del Napoli, ad esempio, non mi ha impedito di essere allo stadio a tifare Benevento in occasione di una quindicina di incontri (comprese le trasferte di Torre Annunziata e Matera). E come me tanti altri amici del gruppo Facebook “Il Sannio che tifa Napoli”.
La passione calcistica è riconducibile a ragioni di cuore e prescinde da quella sorta di razionalità discriminatoria a cui taluni la vorrebbero ricondurre.
Per questo continuerò a tifare Napoli e Benevento, continuerò a coltivare il sogno del terzo scudetto azzurro e dell’agognata promozione in B da dei giallorossi. Insomma, continuerò ad amare due bandiere, come del resto fece in vita anche il compianto Carmelo Imbriani.
tratto da Il Napolista