Riceviamo e pubblichiamo.
Avevamo invitato il Valentino a parlare di politica. Non avremmo mai pensato, finita la campagna elettorale, di dover rispondere a considerazioni personali che nulla hanno in comune con l’amministrare. Bene Valentino ci chiama, con la sua ormai famosa arroganza, a risponderlo sul personale. Lo faremo.
Ci siamo chiesti perché il Valentino definitosi,anzi autoproclamatosi, sindaco del popolo non risponde al suo popolo, perché il sindaco della gente non capisce i problemi della gente, perché il sindaco che vuole “tenere vivo il dibattito amministrativo ….rispettoso di tutti” mai ad oggi ha interpellato il popolo sovrano in un consiglio comunale aperto.
È sempre più chiaro ed evidente: non può. non può e non Sa farlo.
Il suo modo di far politica e’ il vendere sogni e’ fingersi uomo del popolo, uomo di tutti, salvo poi tartassarlo e circondarsi, dopo una campagna elettorale impostata tutta sull’umiltà e sulla uguaglianza sul “Volemosi bene”, di pochi privilegiati esterni, che, alle sue spalle appena scese le scale comunali, si comportano sempre più da autentici Masanielli
Ma poi cosa potrebbe dire dopo dieci anni di governo di cui più di sei da sindaco padre padrone. Quale favoletta ci racconta per spiegare che il comune è allo sfascio, che è pieno di debiti quasi tutti contratti durante il suo governo ultra decennale. Lo stesso revisore lo ha dovuto ammettere. Che deve inventarsi per dirvi che i residui attivi di recente formazione sono “scomparsi”.
Di fronte alla nostra correttezza ed al nostro rispetto personale per ciascun singolo consigliere, lui, mostra tutta la sua immaturità e scorrettezza politica trascendendo in una puerile retorica dalle radici “trapassate”, da vecchia, vecchissima usanza dei padroni ex dc/pci senza che nessun membro della maggioranza intervenga, prenda le distanze, senza che nessuno parli seriamente di politica. Anzi, senza che nessuno parli proprio.
Come può, Valentino, utilizzare la nostra stessa correttezza se è certo di aver avuto una specie di designazione divina che lo rende immune da qualsiasi terrena richiesta. Il sindaco dei miracoli, per dirla parafrasando il titolo di un libro, si crede sempre più successore di San Pietro.
È come fa a parlare di regia lui, che è lo zeffirelli dei tempi d’oro del suo personale consiglio comunale. Parlare di politica.
Il Valentino non può, lui deve per forza cambiare “discorso”, come può parlarci del mancato rispetto dell’ordine cronologico dei pagamenti, delle anticipazioni di tesoreria, dello scellerato riconoscimento dei debiti fuori bilancio dei quali sarà chiamato a rispondere anche il revisore dei conti, nelle competenti sedi. Di nulla. Il sindaco può parlarci del nulla e deve per forza offendere e trascendere per poter continuare a vendere aria e bugie.
E allora noi si, noi si che continueremo a parlare di politica e, visto il nostro inaffidabile interlocutore, lo faremo con il popolo sovrano.
A voi cittadini invieremo a casa tutte le favole del Valentino. Inizieremo dalla relazione di fine mandato, quella dove il sindaco vi ha raccontato la favola del comune lasciato in salute e benestante, poi vi invieremo le transazioni, così capirete dove sono finiti i vostri soldi, vi invieremo la relazione del revisore al bilancio e leggerete che lui stesso parla di inattendibilità dei conti, vi invieremo le nuove tariffe dell’acqua approvate in giunta, guarda un po’, un mese prima di dare la gestione all’esterno. Vi invieremo i conti della tari ma, sopratutto, vi invieremo trascrizioni delle conferenza dei capigruppo e dei consigli comunali. Siate certi che avrete tutto. Delibera per delibera, contributo per contributo, incarico per incarico. Avrete notizia di ogni euro speso ad oggi. Poi giudicherete di chi è lo sciacallaggio mediatico.
E sì, noi pensavamo di far politica, quella vera, ma quando la politica è interpretata con comparse di così basso profilo occorre adeguarsi.
Adeguarsi ma restare in attesa che le persone serie, che al momento restano coperti dall’ingombrante fiabesca figura del Valentino, facenti parte del consiglio, prendano la parola riportando con giudizio, singnorolita’ e cultura (qualita che ciascuno di loro hanno) il dibattito sulla contrapposizione politica e sul rispetto e tutela della dignità dei singoli.
Lasciamo l’arroganza, che è sempre stata sinonimo di ignoranza, al nostro re travicello (sperando che ne conosca la favola).
Luigi Di Nuzzi e Giovanna Razzano (consiglieri comunali d’opposizione)
Trasparenza e legalità: avanti così!
Questo articolo è francamente scritto come si deve, nello stesso modo
in cui tutto il il blog (https://www.sanniopress.it) generalmente.
Sono un vostro fan, complimenti.
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