Che paese, Sant’Agata dei Goti (per dirla con l’ironia di Frank McCourt). Se critichi il sindaco, com’è nel tuo diritto farlo, vieni insultato in consiglio comunale, come è accaduto a me. Se scrivi un articolo di cronaca mettendo in rilievo le conseguenze kafkiane di una ridicola Ztl ti telefona di notte il comandante dei vigili urbani, come è accaduto a me. Che paese, Sant’Agata dei Goti, chi ha un ruolo pubblico crede di essere intoccabile mentre è toccabile proprio perché è pubblico. Altroché, se lo deve essere. Altrimenti qui si fa tutti la fine di Robertino che in testa non aveva un complesso ma un’orchestra intera e Massimo Troisi in Ricomincio da tre gli diceva: “Robertì, ma quali regole, qua non ci sono regole, esci, tocca le femmine, salvati Robertì”. Fuor di metafora: uscite, toccate ossia criticate atti e scelte che, loro sì, vi toccano realmente, informatevi, discutete perché chi amministra ha il dovere di rispondere e chi è amministrato e paga le tasse ha il diritto di far domande e chiedere spiegazioni. Ad esempio: come mai il municipio ha di fatto debiti per circa 11milioni di euro (vale a dire più di 20 miliardi delle vecchie lire)?
Il comune santagatese versa ormai da tempo in una condizione finanziaria di fortuna. A volte gli stessi dipendenti non hanno percepito regolarmente lo stipendio per mancanza di liquidità. L’amministrazione in carica – la stessa che era in carica nel precedente mandato -, però, sta lavorando e io mi fido della buona volontà degli amministratori. Ma il mio giudizio conta molto poco. Il giudizio, invece, del dottor Salvatore Papaluca, che firma una puntuale relazione dei conti, è senz’altro autorevole. Dice il revisore dei conti: “… si ritiene che il rendiconto dell’esercizio finanziario 2014 del Comune di Sant’Agata dei Goti, non rappresenti a pieno la situazione finanziaria, economica e patrimoniale dell’Ente”. Avete letto bene? Sì, avete letto bene. E ancora: “Costituisce un aggravio per la gestione il continuo ricorso alle anticipazioni di tesoreria, non solo perché sono onerose, ma anche perché avvolgono l’Ente in un vortice dal quale è difficile venirne fuori”. Dice proprio così il dottor Papaluca. E continua: “Altro aspetto molto delicato della gestione, concerne il mancato riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio che, viceversa, andavano riconosciuti e finanziati con tempestività, anche per evitare che si accumulassero debiti di rilevante ammontare”. Avete letto bene anche questa volta: ci sono debiti che non sono riconosciuti ma esistono e gravano. Non posso qui riportare tutta la relazione ma vi assicuro che si tratta di una lettura illuminante e vi invito a procurarvene copia. Volete ad esempio sapere come si giunge alla cifra di 11milioni di debiti?
Dunque, c’è un disavanzo di 4.220.403. A questi vanno aggiunti 3. 252.390 di debiti fuori bilancio non riconosciuti. Inoltre, bisogna aggiungere altri 3.600.000 di debiti e anche questo lo dice con chiarezza il dottor Papaluca nella sua relazione: “L’ente ha ottenuto nel 2014 un’anticipazione di liquidità di euro 1.600.000 ed euro 2.000.000 dalla Cassa depositi e prestiti da destinare al pagamento di debiti certi liquidi ed esigibili alla data del 31-12-2013, da restituirsi con un piano di ammortamento a rate costanti che l’Ente ha deciso di rimborsare in 30 anni”. Insomma, debiti su debiti e a fronte di questo bilancio fallimentare non c’è nemmeno uno straccio di assessore al bilancio o alle finanze che informi, discuta, dia notizie e al quale si possano rivolgere domande, inoltrare chiarimenti. Nulla, non c’è nulla, mentre i consiglieri della maggioranza, usi a obbedir tacendo, approvano tutto anche l’asino che vola. Silenzio totale.
Come si può capire, dunque, il comune di Sant’Agata dei Goti è talmente indebitato che è di fatto un comune in dissesto. Ma il dissesto non lo si dichiara perché un comune in dissesto si deve per forza di cose attenere ad una amministrazione rigorosa e ad un governo della spesa controllata. Tuttavia, nonostante i tanti debiti già si pensa di farne altri per la modica cifra di 9milioni di euro. Infatti, Giovanna Razzano, consigliera di opposizione, ha rilevato che nella relazione programmatica l’amministrazione vorrebbe sottoscrivere mutui passivi per ben 9milioni di euro.
Il costo di tutti questi debiti, sia in termini economici sia in termini di servizio, chi lo paga? Voi con la tasse. E di certo non devo dire a voi, che le tasse le pagate, che le aliquote che pagate sono le più alte. Ma c’è di più. Perché non solo pagate le tasse ordinarie, pagate anche le tasse straordinarie giacché un comune indebitato che ricorre alla leva fiscale è di fatto una tassa in sé e le multe automobilistiche che arrivano grazie ad un semaforo, chiamato pomposamente Ztl – semaforo che non c’era fino a qualche anno fa, del quale non si avvertiva minimamente il bisogno e che ora ha sostituito dei buoni vigili -, rappresentano delle altre tasse che gravano sulle famiglie santagatesi che non navigano nell’oro. E di fronte a questi fatti gli amministratori credono di dover essere intoccabili e non criticati? Non so voi, ma io per parte mia continuerò a dar notizie, a criticare e a disturbare il manovratore perché libertà e dignità mi son care.
(Ps: caro Enzo, naturalmente, telefona quando vuoi, anche nel cuore della notte, non mi disturbi e ho piacere a parlare con te da amici di – ahimè – vecchia data e scusa se ho rivelato l’episodio della tua telefonata, ma l’ho fatto perché mi son reso conto che lo sapevano tutti, forse perché tu distrattamente lo hai detto a qualcuno che ne ha fatto un uso improprio. Del semaforo, se ne avrò voglia, scriverò, magari un pezzo intitolato Totem, tabù e il semaforo del cazzo, così, un po’ per ridere e un po’ per pensare, come si faceva quando il nostro paese era un po’ più urbano, ironico e gentile. Che paese, Sant’Agata dei Goti).
“…viva il giudizio, quando è in odore di giustizia…” Un vecchio saggio, ormai non più, così percepiva i genuini contributi al vero, quando si dava voce, andando oltre l’attualità, anche al prologo dei numeri. Il connubio di date e numeri, talvolta, quando voluto, riesce ad essere più onesto di un monologo sicuramente equilibrato, ma da leggere restando in disparte, integrando l’elaborato scorrevole e croccante, con dati risalenti a qualche decennio fa’, molto simili a quelli declarati come “esclusivamente attuali”. L’estrapolazione di una frase, da un contesto descrittivo, non premia molto il significato di un concetto. Associo quindi l’umile voce di un lettore, all’autorevole invito colto in seno all’articolo, di procurarsi copia della relazione del revisore dei conti, leggerla integralmente e farsi un’idea sulla situazione economica ed in particolare a quando risale (in gran misura) la maturazione del baratro finanziario. ZTL: L’impopolarità maturata dall’amministrazione nel dare vita alla ZTL, mi riporta alla mente, i molteplici bracci di ferro che ha dovuto sostenere il già Sindaco di Napoli Antonio Bassolino, quando trasformò un parcheggio abusivo, in una delle più belle piazze al mondo. Quanto fanno paura le novità.
Ho ricevuto e letto la mail. Libertà e dignità (sostantivo in disuso) impongono riflessioni responsabili. Stento a credere ci siano Comuni in pieno stato fallimentare i cui amministratori (si fa per dire) invece di dichiarare lo stato di dissesto si baloccano in programmi onirici. Mi chiedo, però, se il Revisore dei Conti, Salvatore Papaluca, abbia concluso la sua relazione sul rendiconto 2014 dando parere favorevole. Perché con i rilievi qui riportati, l’esito non può che essere negativo. Se i fatti sono questi, e non vi è da dubitare, lo stato economico-finanziario dell’Ente porta inevitabilmente a conclusione di “fallimento”. Che, attenzione, non è un giudizio/parere ma è una constatazione di fatto. Ritengo anche che ci siano tutte le condizioni per richiedere l’intervento della Corte dei Conti, alla quale comunque vanno trasmesse le conclusioni contabili dell’esercizio finanziario. E i Magistrati contabili non sono inclini a “comprendere” le ineluttabilità della politica. Per quanto mi è dato leggere, azzardo: questi amministratori che disamministrano non vanno mandati a casa, no. Vallo mandati direttamente nelle patrie galere, con l’accusa di “nemici del Popolo”.
ho letto in ritardo questo articolo dopo aver letto l’ultimo sull’asino che morirà di fame: continua così Giancristiano! Informaci facendoci restare liberi cittadini che amano il bene comune. è del tutto evidente la scomparsa della “politica” e mi dispiace della brutta fine del PD ex DS ex PCI che di democratico non ha mai avuto niente nel suo dna.
PS dimenticavo cose fondamentali: funzioni e compiti di dirigenti, funzionari e segretari comunali: dove erano e sono? cosa hanno segnalato? Come hanno espresso i loro pareri sugli atti? e mi immagino che ogni anno abbiano comunque avuto le “indennità di risultato” (centinaia di migliaia di euro)perché ogni anno tutto è andato bene e tutti i risultati sono stati raggiunti!!