Liutprando non è il nome antico di un fuoristrada moderno, è il nome moderno di un barbaro antico. Il figlio di Asprando fu re della gens Langobardorum e il suo lungo regno – dal 712 al 744 – rappresenta l’apice della storia dei Longobardi e il momento in cui il sogno di Agilulfo – essere rex totius Italiae – fu ad un passo dalla realtà. L’importanza di chiamarsi Liutprando deriva proprio dal fermo proposito che questo grande re guerriero, alla maniera di Rotari e Grimoaldo, sempre ebbe: la conquista dell’egemonia in Italia e il consolidamento del regno longobardo su base statale. Così non esitò a scontrarsi né con Bisanzio né con Roma, né con i granducati di Spoleto e di Benevento.
Liutprando aveva grande consapevolezza della sua funzione regia che ammantò con la grazia divina arrivando a dire che “il cuore del re è nelle mani di Dio”. Fu coraggioso, intelligente e senza scrupoli e raggiunse ciò che non ebbero i suoi predecessori né i suoi successori: fu re di tutto il suo popolo da Cividale a Pavia a Benevento ed esercitò l’egemonia su gran parte dell’Italia che riunì in un regno e fu così forte da riuscire a giocare l’uno contro l’altro i partiti bizantini. Trent’anni dopo la sua morte il regno longobardo perdeva l’indipendenza ma l’ultimo re longobardo, Desiderio, riuscì ad esercitare un’influenza a livello europeo. I due secoli di dominio longobardo in Italia furono fondamentali per le sorti dell’Italia, del Papato e dell’Occidente.
I Longobardi non riuscirono a realizzare il proposito che si diedero con chiarezza: riunire l’Italia nel loro regno e far coincidere i confini del regno con quelli dell’Italia. Non ci riuscirono sia per la presenza imperiale di Bisanzio – che però fu sempre più ridimensionata – sia perché gli stessi Longobardi erano divisi. Così la divisione dell’Italia in un Nord e un Sud è un’invenzione longobarda: il Nord – che è marchiato per sempre nel nome: Lombardia – guarda all’Europa e il Sud al Mediterraneo. Ma la dominazione dei Longobardi, con la loro idea del regno indipendente, fu decisiva nel sottrarre l’Italia al dominio bizantino dell’Impero orientale e nel consegnarla al suo destino occidentale. Anzi, in questa divisione tra Occidente e Oriente proprio i Longobardi giocano un ruolo centrale perché respingono sempre più nel Mediterraneo orientale e nella Pannonia – i Balcani – la dominazione bizantina e rendono autonoma l’Europa con la sua caratteristica romano-gemanica. In un dato momento, proprio con il regno di Liutprando, sembrò che non ai Franchi ma ai Longobardi fosse destinata la dominazione in Europa.
Comunque sia, il passaggio del popolo di Alboino non fu passeggero e l’idea stessa del Regnum Italiae trova origine e consolidamento nella fame di conquista di questo popolo che unisce la sua ferocia germanica, addomesticandola, con l’elemento civile romano e con l’elemento religioso cattolico creando così di fatto l’inizio dell’età medievale in Italia. Anche il Papato, come forza tanto religiosa quanto politica e perfino statale, ha la sua origine nel regno longobardo perché trova lo spazio per affermarsi quando cala l’influenza bizantina e la necessità di papa Zaccaria prima e di papa Stefano II poi e quello di papa Adriano I vent’anni dopo, nel 774, è quella di chi deve difendersi dai re longobardi e cattolici che mirano ad essere rex totius Italiae, secondo la missione dei “padri fondatori”, e insieme è quella di chi cerca un secolare potere protettore per il “re del mondo”. Da qui, per contrasto alla forza germanica, romana e cattolica della gens Langobardorum di Alboino e Autari, Liutprando e Desiderio che nutrì il sogno di dar vita ad uno Stato autonomo, nasceranno l’idea e l’esigenza della sacra incoronazione imperiale di Carlo Magno.