di Giancristiano Desiderio
Guardate la fotografia a piè di pagina. Ve la descrivo. L’angolo di via Giardinetto nel centro storico di Sant’Agata dei Goti è stato ripulito. Non c’è più il bidone verde che è stato spostato di qualche metro, non c’è più la gabbia metallica, non ci sono i sacchi di spazzatura, non ci sono materiali di scarto di cucina, non c’è legname, non ci sono topi. Restano i segni di ruggine prodotte dalla ferraglia. Insomma, tutto è stato pulito stamattina, mentre la macchia di grasso e amianto che colava dalla canna fumaria era già stata ripulita come a voler cancellare tracce. Diamo atto a chi ha pulito di aver pulito. Non sappiamo chi abbia pulito ma, data la celerità, crediamo che sia stata la proprietà del locale. E’ una buona notizia e la pubblichiamo volentieri.
La fede può spostare le montagne. Ma non chiedevamo tanto con il nostro articolo Topi, amianto e tasse. Chiedevamo solo di spostare la spazzatura garantendo decenza e il servizio di nettezza urbana che paghiamo salatamente. In questo caso basta la buona volontà che magari non sposta le montagne ma può fare dei piccoli e significativi miracoli di vita quotidiana. Il confronto tra il prima e il dopo dimostra senza troppe inutili e pelose chiacchiere che si può lavorare nel rispetto della civile convivenza. Ecco perché con lo stesso titolo ci soffermiamo ancora sulla medesima notizia: il centro storico santagatese è bello da vivere e chi per amore ha scelto di abitarci lo difende non solo per se stesso ma nell’interesse di tutti.
Ciò che attualmente manca a Sant’Agata dei Goti è la vivibilità urbana. Il centro storico è percepito come uno spazio in cui far festa piuttosto che come un luogo in cui vivere. E’ usato come un contenitore, una cornice, una location – come orribilmente si dice – ma non è visto come una cittadina. Non è un caso se la gran parte delle abitazioni del centro santagatese – “il settimo borgo più bello d’Italia” come si dice con enfasi – siano in vendita. Basta fare una riposante e angosciante passeggiata per rendersi conto che in pratica tutto il centro storico è in svendita. Se un tempo il centro soffriva per sovraffollamento, oggi è il contrario: soffre per spopolamento. Dal centro storico – nonostante tutta la retorica e proprio in forza della retorica – si scappa. Credo di non sbagliare se dico, ad esempio, che il 99 per cento degli amministratori santagatesi abitano fuori dal centro storico. Si preferisce la villa in campagna alla casa in paese. Legittimo, naturalmente, ma significativo. Come a dire che una cosa è parlare del centro storico e altra cosa è viverci. Infatti, probabilmente, c’è un solo modo per non depauperare il centro storico di Sant’Agata dei Goti: garantire vivibilità. Ma la vivibilità è la grande assente. Non è un caso che qui quasi quasi siano più le automobili che gli abitanti. Fa una certa impressione vedere come delle belle e storiche piazze – Largo Ostieri, Largo del Toro, Piazza Umberto I, Piazza Duomo, Largo Scuola Pia – siano nella sostanza dei parcheggi. E, in fondo, il centro storico è un dormitorio. Non solo di notte.