di Giancristiano Desiderio
Guardate la fotografia a piè di pagina. Ve la descrivo. A sinistra, nell’angolo, c’è un bidone verde per la spazzatura. Vicino al bidone è collocata una gabbia metallica che contiene vari sacchi e rifiuti da cucina. Subito dopo ci sono, schiacciati sul pavimento lurido, sacchi neri con rifiuti e materiale di scarto. Quindi un cumulo di legname tagliato per essere bruciato in una fornace. Dopo la legna c’è l’ingresso delle cucine di un locale di ristoro. Tutta l’area è – come si vede con chiarezza – sporca e lercia. Non viene mai pulita ed è sottoposta a un continuo scarico di rifiuti al di fuori delle basilari norme igienico-sanitarie. Ora allargate la fotografia e guardate meglio sui sacchi neri. Cosa vedete? Sì, un bel topo che per le notevoli dimensioni rientra nella famiglia dei ratti, delle pantegane, insomma, una zoccola. Ma non è finita qui.
Prima dell’angolo nel quale è incastrato il bidone – bidone non solo inutile ma anche dannoso per la raccolta differenziata porta a porta che si pratica in questo comune – si nota una grande macchia marrone. Sembra merda ma, purtroppo, non lo è. Cos’è? Colata di amianto. Il legname tagliato per la fornace produce fumo che deve essere tirato su per la canna fumaria che, però, è fatta di puro eternit e non riesce nella sua funzione. Così per il grande calore la condensa invece di salire scende fino a scaricare al di fuori della illegale e cancerogena canna fumaria sia se stessa sia il consumo dello stesso amianto. Tutta quest’area, che rimane a meno di dieci metri da uno dei più importanti monumenti di questo comune – la chiesa longobarda di Sant’Angelo in Munculanis – non solo va ripulita ma ha necessità di essere bonificata. Dove ci troviamo? Sotto casa mia. A Sant’Agata dei Goti. In pieno centro storico, in una strada che per ironia della sorte si chiama Giardinetto.
La immonda attività di scarico rifiuti, topi e amianto va avanti ormai da tanto, troppo tempo. Il comune è stato più volte avvertito e sollecitato a intervenire per garantire le minime condizioni igieniche e sanitarie. Il locale di ristoro, che svolge l’attività in uno storico palazzo, anche. Ma la situazione è mutata in peggio. Purtroppo, siamo in un comune in cui l’amministrazione è perennemente impegnata in un lavoro di propaganda e il comando dei vigili urbani fa il palo al palo semaforico collocato davanti al monumento ai Caduti (unico caso al mondo in cui il sistema della zona a traffico limitato non diminuisce ma aumenta la circolazione delle automobili). In questa situazione di distrazione di massa in cui l’amministrazione non amministra e i vigili non vigilano le famiglie del centro storico sono prigioniere di un borgo che dietro la bellezza nasconde l’ormai visibile degrado urbano. Il caso descritto e documentato non è l’unico e lo stesso turista, che circola distrattamente per le strade santagatesi, ammira chiese e monumenti ereditate dalla storia ma nota anche le condizioni miserrime in cui versa un paese che si parla e si piscia addosso.
(Il lettore mi perdonerà se scrivo del mio paese e persino della strada della mia abitazione. Ma cos’altro posso fare? In fondo, vorrei poter uscire ed entrare di casa senza saltellare tra rifiuti e merda, senza topi sotto il naso, senza colate di amianto e senza il rischio di malattie. Vorrei uscire ed entrare di casa senza passare in un inferno. Ma non è un problema solo mio – di un singolo -: riguarda tutte le famiglie della zona. Non è una questione di civiltà, che è parola grossa e vaga. E’ un più preciso ed elementare bisogno di decenza. Il comune di Sant’Agata dei Goti, che riscuote alte tasse, deve garantire le più normali condizioni igienico sanitarie. I cittadini hanno il sacrosanto diritto di ricevere un servizio di nettezza urbana adeguato al livello dei salatissimi tributi comunali che pagano puntualmente. E’ necessario che l’area storica abbandonata alla propaganda sia disinfettata, disinfestata, derattizzata e bonificata, altrimenti – vedrete, ci si arriverà – non resterà che la rivolta popolare e fiscale.)