di Billy Nuzzolillo
Sanna Conteh è un giovane calciatore di colore che milita nel Vitulano, squadra sannita che partecipa la campionato regionale di prima categoria. Sabato scorso, durante l’incontro Vitulano-Virtus Goti, dal settore ospite sono partiti dei beceri cori razzisti (“buuu”). Il calciatore si è spazientito, ha nervosamente gesticolato e poi polemizzato con il pubblico avversario, trattenendo a fatica le lacrime quando il direttore di gara ha sospeso l’incontro. Dirigenti e calciatori della Virtus Goti hanno invitato la propria tifoseria a smetterla e l’incontro è fortunatamente proseguito senza ulteriori intoppi.
L’episodio ha naturalmente generato discussioni accese sui social network e, in calce ad a un mio post di solidarietà, lo stesso Conteh ha commentato: “Se mai ho offeso qualcuno o ho commesso un errore chiedo di perdonarmi. Per quanto riguarda quello che mi è stato urlato e detto… io ho già perdonato”.
L’episodio è chiuso e Conteh, partito dal Gambia quando era ancora minorenne e sbarcato sulle coste siciliane dopo un viaggio durato due mesi attraverso Senegal e Libia, è tornato a dividersi tra i campi di calcio e la casa famiglia di Carpineto, a Vitulano, per coltivare il sogno di sfondare calcisticamente e uscire dalla sua attuale condizione di rifugiato.
Conteh non è l’unico calciatore di colore a calcare i campi di gioco sanniti. Proprio nella rosa della Virtus Goti, c’è un calciatore di colore del Mali, Diakite Famakan, arrivato anche lui minorenne nella comunità di accoglienza di Laiano a S. Agata dei Goti (assieme a Kamissoko Mamadou e Dembele Fousseni, entrambi del Mali, che gareggiano con successo nelle fila dell’Atletica Dugenta). Altri quattro, infine, si allenano con l’Atletico Brigante e sono in attesa della documentazione necessaria a perfezionare il tesseramento. E chissà che non ce ne siano altri.
Insomma, il calcio diventa un importante elemento di integrazione razziale a Vitulano, Sant’Agata dei Goti e Pago Veiano.
In un simile contesto, dunque, episodi come quello accaduto sabato scorso a Vitulano simbolicamente assumono una dimensione che non può essere minimizzata e, anzi, richiedono una ferma condanna da parte di tutte le componenti del mondo calcistico sannita, a partire dalla società Virtus Goti, che – lo ricordo ancora – ha tra i propri tesserati un giovane rifugiato politico del Mali e non può essere dunque tacciata di essere culturalmente razzista.
Certo, la nervosa (e per certi versi persino comprensibile) gesticolazione del giovane Conteh ha determinato il progressivo coinvolgimento anche della parte di tifoseria fino ad allora rimasta estranea alla becera manifestazione di razzismo, ma a mente fredda (e senza l’incalzare dell’adrenalina che ti prende quando assisti alle gare dagli spalti), sarebbe opportuno che anche il tifo organizzato della Virtus prendesse una netta posizione su quanto avvenuto sabato scorso. Anche e soprattutto alla luce del post di scuse di Sanna.
L’unico modo per preservare quanto di buono ancora resta nel calcio dilettantistico è, infatti, quello di isolare gli imbecilli, che rischiano di insinuare anche sui campi di provincia quel virus malefico che ormai alberga costantemente negli stadi più importanti d’Italia. Prima che sia troppo tardi.