di Billy Nuzzolillo
Nelle stesse ore in cui il Comune di Benevento, a seguito dell’ondata di indignazione suscitata dall’inchiesta del Corriere.it, ha sospeso in via cautelativa il servizio di mensa scolastica gestito dalla Ristorò l’Azienda sanitaria locale di Benevento ha ritenuto invece opportuno riaffidare alla stessa Ristorò il servizio mensa per i malati mentali, anziani, disabili e minori ospitati nelle strutture che dipendono dalla Asl e dal Dipartimento di Salute Mentale (DSM).
A denunciarlo è il presidente della Rete Sociale, Serena Romano, che già un paio d’anni fa sul blog I Lenzuoli Bianchi a proposito del servizio mensa gestito dalla Ristorò scrisse:
Tubetti al sugo di pomodoro diventati molli come gelatina e grandi come noci, per colpa del tempo trascorso e del lungo viaggio: cucinati di mattina nella zona industriale di Ponte Valentino a est di Benevento, infatti, arrivano sulle tavole di chi deve mangiarli dopo troppe ore e troppi chilometri per essere ancora gustosi. Qualcuno li butta via. Qualcun altro, non avendo alternativa, li inghiotte pur pensando che sono immangiabili. Del resto, basta guardare la foto della dimensione del “tubetto”, servito in uno squallido recipiente di plastica per intuirne il sapore. Una fotografia emblematica anche della stupidità, del non senso e dello spreco di soldi, da parte di chi regolamenta e gestisce la sanità pubblica: le norme sull’igiene degli alimenti obbligano a magiare roba senza sapore ma servita con i guanti (di plastica) in immacolate stoviglie (monouso). A Benevento questo cibo così confezionato viene distribuito ai pazienti della salute mentale, delle Sir, degli ospedali, degli ospizi e di tutte le strutture che dipendono dalla Asl, e perfino a tutte le scuole che fanno refezione. Un grande, unico appalto motivato da ragioni economiche: “perché accentrare tutto il servizio nelle mani di un’unica ditta, consente di risparmiare”, avrebbe spiegato in passato chi ha stabilito questo principio nel regolamento dell’azienda sanitaria. Trascurando, però, un particolare: che non si tratta dell’appalto delle pulizie o della lavanderia, ma di un servizio che dovrebbe avere come caratteristica il “gradimento” di chi ne usufruisce. Risultato: un maxi appalto “succulento”… solo per chi se lo è aggiudicato.
Per ovviare al problema i responsabili dei Centri di Salute Mentale di Puglianello e Morcone elaborano un progetto di laboratorio di cucina da realizzare con i pazienti e per i pazienti, con il contributo di cooperative sociali senza fini di lucro e l’utilizzo di prodotti a chilometro zero.
Il progetto denominato “Cotto e mangiato” – si legge ancora nel blog I Lenzuoli Bianchi – avrebbe cambiato non solo la qualità del cibo ingerito, ma anche la qualità della vita dei consumatori: perché fare la spesa, cucinare e mangiare tutti insieme roba fresca appena preparata è una terapia riabilitativa straordinaria, incentivata anche dalle direttive sulla salute mentale per tagliare gli sprechi e creare nuovi posti di lavoro “solidali”.
Il progetto, però, si arenò su tavolo dell’allora direttore generale dell’Asl, Michele Rossi. Lo stesso Rossi che – come scritto in un’ordinanza dal giudice per le indagini preliminari, Falvio Cusani – faceva parte di quel ristretto direttorio politico-partitico che “si occupava in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti ed indecorose, di ogni aspetto della gestione dell’Asl (dai trasferimenti e nomine di dirigenti e primari, gare di appalto, allocazioni sul territorio di sedi Asl, rapporti con strutture e ospedali convenzionati Asl, per giungere sino a faccende spicciole come il rimediare al sequestro di latticini effettuato a un rivenditore amico)”.
In ogni caso, avviato con grossi ritardi e non senza difficoltà burocratiche, il progetto “Cotto e mangiato” è però scaduto nei giorni scorsi e così l’Azienda Sanitaria Locale di Benevento, con provvedimento datato 24 marzo, ha deciso di riaffidare il servizio alla Ristorò, il cui appalto – si badi bene – è anch’esso scaduto ed è attualmente in regime di proroga.
Il risultato? Ieri mattina il responsabile del Centro di Salute Mentale di Morcone, anche alla luce del provvedimento cautelativo di sospensione del servizio adottato nelle stesse ore dal sindaco di Benevento, non ha accettato la fornitura dei pasti da parte della Ristorò e gli ospiti del centro, al pari dei bambini che frequentano le scuole del capoluogo sannita, hanno dovuto a mangiare panini.
Intanto, proseguono le indagini avviate dalla Procura della Repubblica di Benevento, che comunque hanno subito un’improvvisa (e quanto mai provvidenziale) accelerazione a seguito del clamore mediatico suscitato dall’inchiesta del Corriere.it.