Il filosofo Guido Calogero, che fu allievo di Gentile per poi ritrovarsi dalla parte di Croce, nel settembre del 1961 recensì sul “Mondo” di Mario Pannunzio il romanzo di Alberto Moravia La noia. Il romanzo di Moravia non dispiaceva a Calogero il quale, però, non capiva perché mai “l’amico Moravia” lo avesse intitolato La noia dal momento che i suoi personaggi non si annoiano e sono tutti presi da passioni incoerenti, incompiute, sbagliate. Però – osservava Calogero in questo articolo che leggo con gusto nel suo Quaderno laico ripubblicato dopo quarantasette anni da Liberilibri – neanche si può mutare il titolo in Le passioni sbagliate perché a ben vedere questo è il titolo di ogni possibile romanzo, giacché nessuna storia bella o brutta che sia nascerebbe se non ci fossero passioni sbagliate. Senza la voglia di Don Rodrigo di avere Lucia e senza la codardia di Don Abbondio che non celebra il matrimonio, Renzo sposerebbe la sua amata alla data fissata, e tanti saluti ai Promessi sposi. La passione sbagliata è il segreto o il motore interno di ogni storia avvincente. Non solo in letteratura.
Anche nella vita le passioni sbagliate sono il sale dell’esistenza. O perché sono un brivido in una vita tediosa o perché sono l’origine di un risveglio e di una redenzione. La vita sembra essere per davvero il frutto di una passione sbagliata. Secondo il mito biblico è proprio da un frutto che ha origine la storia: senza il peccato originale non ci sarebbe la necessità della storia perché l’uomo vivrebbe nella condizione della felicità in cui è pari alla pianta o all’animale. Il peccato originale è l’origine del peccato e quindi della vita umana che si solleva dalla condizione dell’animale per vivere una vita più degna. Se Eva non avesse mangiato la mela del peccato e non l’avesse offerta a Adamo davvero uomini e donne sarebbero solo bestioline. Per fare un uomo e una donna degni dei loro nomi ci vuole una passione sbagliata.
Sembra che tutto abbia inizio dalla mela. Con la mela di Eva ha avuto avvio la storia. Con la mela di Elena iniziò la guerra di Troia. Con la mela di Newton è cambiato il mondo. Oggi c’è chi sostiene che il mondo sia stato cambiato Steve Jobs il quale nel discorso ai laureati di Stanford disse: “Siate affamati. Siate folli”. La follia come programma di vita non è una passione sbagliata?
La passione sbagliata sembra girare intorno alla donna. Quando il giovane Adso da Melk, ne Il nome della rosa, chiede al suo maestro se è stato mai innamorato, Guglielmo da Baskerville così – più o meno – risponde: “Tante volte. Aristotele. Ovidio. Tommaso d’Aquino”. Adso è deluso. Il maestro capisce: “Ma non sarà, Adso, che tu confondi l’amore con la lussuria? Come sarebbe bella la vita senza l’amore. Così tranquilla, così noiosa”.
Non è vero che l’uomo cerchi una vita tranquilla. Quello è il democristiano, che pure aveva le sue buone ragioni e – a conti fatti – per fortuna sono prevalse sulle pessime ragioni di chi pensava, proprio come Mussolini, di avere sempre ragione, anche quando aveva torto. La Svizzera ha avuto la vita più tranquilla d’Europa, eppure cosa ha dato la Svizzera al mondo a parte l’orologio a cucù? La vita umana non è fatta per la felicità e là dove c’è la felicità – dice un gran motto hegeliano – la storia mostra bianche la sua pagine. Certo, non deve essere nemmeno un mattatoio. Ma a trasformare la storia in un macello sono proprio coloro che vogliono il paradiso perduto e fanno la errata corrige alla storia dell’umanità che, invece, senza passioni sbagliate non esisterebbe nemmeno.