di Billy Nuzzolillo
Da mesi assistiamo a un balletto di notizie e annunci sull’auspicato raddoppio della Statale Telesina, l’importante arteria che collega il casello autostradale di Caianello a quello di Castel del Lago bypassando l’irrazionale deviazione irpina dell’autostrada che conduce a Bari.
Mentre ancora non è chiaro se il compito di realizzare i lavori toccherà all’attuale soggetto promotore, la Net Engineering (con conseguente introduzione di un pedaggio autostradale), oppure all’Anas, appare sempre più evidente che l’interesse dei tanti sindaci sanniti il cui territorio è attraversato dall’importante arteria è rivolto maggiormente agli introiti derivanti dall’utilizzo dei famigerati autovelox che non al raddoppio stesso.
L’edizione odierna del quotidiano Ottopagine riporta la notizia che il prossimo 22 dicembre si riunirà il consiglio comunale di San Salvatore Telesino per approvare il piano di controllo e sicurezza stradale che prevede, tra l’altro, l’attivazione di un servizio di controllo elettronico della velocità sul territorio comunale.
Solo per restare al versante sannita della Statale Telesina, la decisione assunta dall’esecutivo guidato da Fabio Romano segue di poche settimane un analogo provvedimento adottato dal Comune di Solopaca, a sua volta proceduto dai Comuni di Faicchio, Puglianello, Castelvenere e Paupisi, oltre che dalla Polizia di Stato (che ha attivato da poche settimane degli autovelox fissi a Solopaca e Ponte).
A questo punto, alla luce del crescente rischio di incappare nei famigerati autovelox (e del conseguente non irrilevante esborso economico che ne deriverebbe) è lecito chiedersi: quanti automobilisti provenienti da Roma e diretti a Bari (e viceversa) d’ora innanzi sceglieranno di accorciare le distanze chilometriche deviando sulla Statale degli autovelox?
Il problema non è di poco conto, soprattutto se si tiene conto che alla base dello studio di fattibilità del progetto di raddoppio della Statale Telesina (che, ricordiamolo, a gennaio dovrà tornare nuovamente al vaglio del Cipe) vi è proprio la necessità di adeguare l’arteria al crescente traffico veicolare registratosi nell’ultimo decennio.
Insomma, la classica situazione in cui il “cane si morde la coda” e l’interesse generale viene soppiantato dall’interesse particolare. Ovvero, meglio assicurare nuovi flussi finanziari alle asfittiche casse dell’ente piuttosto che pensare alla strategicità dell’opera in termini di sviluppo generale del territorio!