di Billy Nuzzolillo
“Il lavoro di ricerca a Sant’Agata dei Goti sarà continuato. Faremo un lavoro certosino laddove troveremo dei rifiuti abbandonati. Però io dico che forse dovevamo esserci un attimo prima, e mi riferisco a tutti, perché non è possibile gestire quei volumi di rifiuti senza che nessuno se ne accorga. Sono rifiuti depositati a non più di dieci metri da strade provinciali. Per arrivare in quei posti bisogna attraversare addirittura frazioni del comune del comune di S. Agata dei Goti. Sto dicendo che non poteva essere nascosto quanto accadeva”. Ad affermalo ieri pomeriggio in un convegno sui rifiuti tenutosi a Cusano Mutri alla presenza delle mamme della Terra dei fuochi è stato il direttore del dipartimento provinciale di Benevento dell’Arpac, Pietro Mainolfi.
Nelle stesse ore a Sant’Agata dei Goti, nei locali dell’ex Cinema Italia, si teneva una seduta del Consiglio comunale che tra i numerosi punti all’ordine del giorno non annoverava purtroppo l’argomento più dibattuto in paese (e non solo) nelle ultime settimane: ovvero la questione dei rifiuti pericolosi tombati nelle viscere delle ex cave di tufo saticulane. In compenso, però, era stato inserito un punto riguardante generiche “comunicazioni del sindaco” che il primo cittadino ha sfruttato per proseguire la sua consueta campagna di comunicazione, fatta di slogan e proclami, senza che peraltro la minoranza consiliare potesse intervenire, visto che la formula utilizzata per affrontare un argomento così drammatico e delicato – a detta di chi presiedeva l’adunata consiliare – non consentiva, regolamento alla mano, di aprire un dibattito.
Quanto accaduto ieri a Sant’Agata dei Goti non può certamente meravigliare chi conosce l’attitudine all’utilizzo sistematico della comunicazione da parte del “sindaco dei miracoli”. Anzi, appare persino banale e scontato il tentativo di minimizzare, nonostante strida fortemente con le dichiarazioni rilasciate nelle stesse ore dal responsabile dell’Arpac. Ciò che meraviglia, e non poco a dire il vero, è invece la caduta di stile del primo cittadino, che si è lasciato andare ad un inelegante, sgradito e antipatico attacco personale al collega Giancristiano Desiderio. Quello stesso Desiderio che lui stesso lo scorso 30 settembre, all’indomani dell’assegnazione del Premio Acqui Storia, aveva definito “eccellente giornalista e scrittore sempre più affermato e apprezzato dal grande pubblico” in uno dei tanti comunicati sparati quotidianamente a raffica dal suo attivissimo ufficio stampa.
In ogni caso, l’imprevedibile e imprevista sortita del “sindaco dei miracoli” riporta subito alla mente la reazione altrettanto scomposta che ebbe circa un anno fa l’allora ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo, all’indomani della pubblicazione di alcune registrazioni da parte del Fatto Quotidiano (in cui, tra l’altro, definiva “stronzo” proprio il primo cittadino di Sant’Agata dei Goti). Anche l’ex fedelissima di Berlusconi era considerata un’esperta conoscitrice, oltre che abile utilizzatrice, dell’arte della comunicazione. Sappiamo tutti però come finì la vicenda.
La comunicazione è uno strumento da utilizzare con perizia altrimenti rischia di diventare un clamoroso boomerang, che può disvelare le nudità del re facendolo improvvisamente apparire un “miracolato” piuttosto che uno che compie “miracoli”.
“La comunicazione è uno strumento da utilizzare con perizia altrimenti rischia di diventare un clamoroso boomerang, che può disvelare le nudità del re facendolo improvvisamente apparire un “miracolato” piuttosto che uno che compie “miracoli”.”. Niente di più vero caro Billy.Tale principio,però, non dovrebbe valere solo per il “sindaco dei miracoli” o qualsiasi altro sindaco,ma anche per chi scrive credendo di avere la verità assoluta in tasca o meglio nella penna. La cronaca è “cronaca” vero. Le opinioni,però, anche se “per principi generali ed astratti” ed anche se “apparentemente (ma solo apparentemente) piacevoli da leggere” dovrebbero trovare una sostanziazione (dovrebbero!) quanto meno, un minimo di motivazioni. Senza porsi le domande: “io dove ero quando tutto ciò accadeva?”;”cosa propongo di fare”?;”quale azione si potrebbe intraprendere per la tutela della collettività e del territorio”?; “quale è la verità?”, rimangono opinioni (come la mia in questo commento)che lasciano il tempo che trovano. Il problema, come sicuramente avrai verificato caro Billy,è “leggermente” più serio di una sterile polemica virtualciberneticogiornalistica (perdonamila questa!) tra i sostenitori del “sindaco dei miracoli” ed i sostenitori del ” giornalista dei miracoli”. Poi,se il “sindaco dei miracoli” avrebbe voluto fare il “giornalista dei miracoli” ed “giornalista dei miracoli” avrebbe voluto fare il “sindaco dei miracoli” o semplicemente il sindaco, è altra cosa e non riguarda ne il problema in sè ne la verità dei fatti in assoluto.Per questo,credo,bisognerebbe ricordare a tutti(e dico tutti) che qui non si parla del prologo del LIBER PRIMUS FABULARUM PHAEDRI. Qui non ” scherziamo con favole inventate”. Chiedo scusa per la “impropria prolissità” e ringrazio per l’ospitalità del commento.