I figli seppelliscono i padri. La natura così vuole. Ma accade sempre più spesso che siano padri e madri a seppellire i figli. La strage di Sassano è una moderna tragedia greca. Gianni, ventiduenne ubriaco, piomba con la sua potente Bmw a 140 all’ora sui quattro amici seduti al bar del paese. Il destino vuole che il padre di Gianni soccorra il figlio, ma mentre è in ospedale lo chiamano. Lì, tra i morti, c’è anche Luigi, l’altro suo figlio di 15 anni. Quale colpa ha commesso questo padre per diventare bersaglio dalla sorte? Quale padre sopporta un tale dolore?
Anche il dolore, che accomuna i mortali ben più dell’amore, cambia in questa vita. Il dolore dei genitori di Sassano è sconosciuto. Lo si stenta ad immaginare perché davanti al tragico fatto si è increduli. I padri rimangono impietriti, come investiti dallo sguardo della Medusa. Vedono ciò che non vogliono. Alla notizia, poi, della morte di Luigi, fratello minore del ragazzo ubriaco alla guida della macchina assassina, i padri e le madri tremano di terrore. Sanno per esperienza che ciò che sembra accaduto per un tragico destino è il confine delle azioni di giovani fuori controllo: confine oltre il quale c’è, appunto, il tragico. Gli elementi del dramma ci sono tutti: la giovinezza, l’immortalità, la tecnica, la potenza. Così sotto la forma di strage stradale si presenta il Fato che mostra la cecità di chi sfida la sua legge e si vendica: l’omicida resta in vita a guardare per sempre il frutto della sua azione: gli amici morti, il fratello ucciso, la pena indicibile dei genitori.
La strage di Sassano appare unica. Non lo è. Le morti assurde si ripetono nelle ore di una “provincia italiana” in cui l’unica regola è la vita spericolata di una gioventù che crede di dover vivere senza limiti. I genitori seppelliscono i figli morti in incidenti, investimenti, bravate. Un dolore ignoto, sconosciuto alle generazioni passate, distrugge famiglie e precipita nell’infelicità i sopravvissuti. Ma le morti assurde dei ragazzi non sono figlie del caso. E’ bene sostenere la vista della strage di Sassano per scorgervi il destino della tragedia e capire. Per evitarne altre e perfino per sopportarne il dolore ignoto.
tratto dal Corriere del Mezzogiorno del 1 ottobre 2014