di Billy Nuzzolillo
Vent’anni fa moriva Ubaldo Mainolfi, quarantaquattrenne allenatore di calcio che aveva dedicato gran parte della sua vita alla scoperta di giovani talenti calcistici e, soprattutto, all’insegnamento dei sani valori dello sport.
La notizia scosse l’intero ambiente calcistico sannita perché Ubaldo Mainolfi era un allenatore atipico, votato alla modernità. Fu, infatti, tra i primi nel Sannio a credere nell’importanza dei vivai e soprattutto ad introdurre il gioco a zona, che fino ad allora sembrava una prerogativa delle sole squadre professionistiche.
Sui campi della provincia di Benevento c’era ancora il vecchio libero, alle spalle dei tre marcatori, e destò molta curiosità il gioco praticato dalla Valtelesia in 3° categoria, con una squadra formata quasi esclusivamente da calciatori provenienti dalla squadra allievi che l’anno precedente si era fatta apprezzare su tanti campi della Campania.
Ubaldo Mainolfi era, insomma, un tecnico rivoluzionario, che amava lavorare con i giovani, a cui era più facile insegnare le marcature a scalare, il pressing o la costruzione del gioco a partire dalla difesa.
La sua carriera di allenatore, del resto, partì proprio da una squadra allievi, quella del Solopaca, nel 1978/79 e l’anno successivo approdò alla guida della prima squadra, militante in 2° categoria.
Ma il suo sogno rimaneva quello di creare una sua scuola calcio e così nella stagione 1980/81 nacque la Valtelesia. Nella stagione successiva accettò di allenare anche il San Lorenzo Maggiore in 2° categoria, ma l’anno dopo si dedicò nuovamente solo alla Valtelsia, e lanciò, come detto, i suoi giovani talenti nel campionato di 3° categoria. Fu un’annata fantastica, quella per così dire della definitiva consacrazione. I vari Carafa, Natale, Brignola, Lamberti e compagni disputarono un’annata eccezionale, nonostante la giovane età e la scarsa esperienza. Zona, pressing, corsa e via.
L’anno dopo, però, in 2° categoria ci furono delle incomprensione in società e così mister Mainolfi lasciò la guida della Valtelesia per trasferirsi ad Amorosi in 2° categoria.
Poi, nella successiva stagione 1984/85 guidò il Puglianello vincendo il campionato di 3° categoria. Proseguì la carriera a Cusano Mutri in 2° categoria ed allenò anche i pulcini dell’U.S. Avellino, squadra che all’epoca militava ancora in serie A.
Nel 1988/89 non seppe resistere alla tentazione di tornare ad allenare nella sua Telese, dove nel frattempo c’era stata la fusione tra G.S. Telese e Valtelesia e la squadra militava in 1° categoria. Ma fu un’esperienza di breve durata perchè tornò presto al sua grande amore, il settore giovanile, fondando nel 1987 la Scuola Calcio Valle Telesina. Società, quest’ultima, guidata oggi con risultati eccellenti dal figlio Saby, che ne ha raccolto l’eredità. Negli ultimi anni della sua breve vita Ubaldo Mainolfi si dedicò completamente ai giovani e, accanto all’attività di allenatore della Scuola Calcio Valle Telesina, affiancò anche quella di osservatore di società del calibro di Milan, e Atalanta scoprendo talenti come Maresca, Chianese, Troise e Tarantino.
Ubaldo Mainolfi morì all’età di 44 anni il 22 agosto 1994 lasciando un vuoto incolmabile nel mondo del calcio dilettantistico sannita. Il prossimo 22 agosto alle ore 19 si terrà una messa commemorativa presso la chiesa di Telese Terme, alla presenza della moglie Luana e dei figli Saby e Melania. Un’occasione per ricordare, a vent’anni dalla morte, un uomo straordinario, che dedicò gran parte della vita al calcio, ai giovani e, soprattutto, all’insegnamento dei sani valori dello sport.