di Giancristiano Desiderio
Bill de Blasio ritorna a casa. Il sindaco di New York sarà a Sant’Agata dei Goti alla fine di luglio. Ancora non c’è la data precisa ma si sa che tra il 21 e il 27 del mese il santagatese diventato primo cittadino della Grande Mela sarà nuovamente nel suo paese d’origine. Qui tutti lo attendono a braccia aperte. Non come lo zio Sam, lo zio d’America, ma come il nipote di don Giovanni de Blasio, che da Sant’Agata dei Goti partì per New York un secolo fa, sposò una nipote di Gabriele d’Annunzio e fece fortuna in America con lo stile della sartoria italiana. Il sogno americano diventato realtà. Anzi, qualcosa di più. Quando il 6 novembre dello scorso anno fu eletto sindaco di New York – il terzo italo-americano dopo Fiorello La Guardia e Rudy Giuliani – le sue prime parole andarono proprio alla sua Sant’Agata e al nonno: “Nel paese di mio nonno ho imparato ciò che conta nella vita. Sono orgoglioso ma anche triste perché mio nonno, mia nonna e mia madre non sono qui con me ora”.
A Sant’Agata dei Goti, naturalmente, c’è già grande fermento. Bill de Blasio riceverà la cittadinanza onoraria e il sindaco Carmine Valentino – che a New York chiamano con simpatia, dopo averlo visto in televisione, Frank Costello perché vi hanno visto una somiglianza con “faccia d’angelo” – non sta più nella pelle per il grande onore che la sorte, ma anche i suoi indubbi meriti, gli hanno riconosciuto di entrare in un pezzetto di Storia. E nella pelle non sta neanche Arturo Mongillo, detto King Arthur, dallo stesso cugino Bill che sarà, come consuetudine, ospite a casa sua. L’ultima volta che Bill venne a Sant’Agata dei Goti era l’estate del 2012 e aveva con sé la sua bella famiglia “afro”: la moglie Chirlane McCray, attivista e poetessa nera con un passato da lesbica, Chiara, che del padre ha sempre detto “non è noioso come i bianchi”, e Dante diventato famoso per un video di promozione del padre e per i suoi capelli alla Jimi Hendrix. Questa volta sarà tutta un’altra estate e Bill porterà, come segno del suo amore per la famiglia del nonno, i suoi figli dai nomi che più italiani non si può sulle tombe dei suoi cari – il bisnonno Simone, zia Dorotea, il canonico de Blasio – per una “corrispondenza d’amorosi sensi” che davvero nel nipote di nonno Giovanni, che in America chiamano “il gigante italiano” per i suoi due metri di altezza, è un tratto del suo carattere.
Il santagatese diventato sindaco di New York si fermerà a Sant’Agata dei Goti una giornata intera. Visiterà nuovamente il duomo di Papa Sisto e di Sant’Alfonso, il nuovo ospedale che è più di là che di qua, il nuovo campo sportivo talmente nuovo che ancora non c’è, saluterà, bacerà, stringerà le mani dei suoi “compaesani”, terrà un discorso che di fatto è già parte della storia di questa comunità che proprio un secolo fa conosceva l’emigrazione verso le Americhe e oggi, dopo quattro generazioni, vede un suo figlio alla guida della città più importante del mondo. E dopo tutto questo? Cazzarielli al ragù ossia cavatelli e tracchiolelle di maiale ossia costolette. Ne è ghiotto. Mentre il vino sarà bianco: la nobile e plebea Falanghina che Bill a Natale ha trovato sotto l’Albero in una riserva speciale delle cantine Mustilli. Avrebbe dovuto far visita anche a Benevento e alla sua università del Sannio per ricevere la laurea honoris causa ma non pare che le solite lungaggini burocratiche siano giunte al termine e così ancora una volta il suo desiderio di vedere il Teatro Romano, del resto già chiuso di suo, non sarà soddisfatto.
Però, forse, sarà soddisfatto qualche desiderio dei santagatesi? Qui – dove si è appena finito di girare, sotto la statua di Alfonso de Liguori, il film di Alessandro Siani “Si accettano miracoli” – davvero si accettano miracoli. A partire da un connubio suggestivo: la Grande Mela e la mela annurca. “Ma la cosa più realistica e fattibile che si può fare da subito – ci dice il sociologo Domenico De Masi, anche lui santagatese – è un ponte turistico tra New York e Sant’Agata dei Goti: lui, volendo, senz’altro può far inserire la bella Sant’Agata dei Goti e il Sannio nei tour. Del resto, sono tanti gli americani che vengono in Italia e in Campania e se un santagatese è diventato sindaco di New York c’è un motivo in più per visitare Sant’Agata”. E così è. Da quando Bill è diventato il primo cittadino di New York i giornali, i siti, i media statunitensi hanno scoperto Sant’Agata dei Goti. Un secolo fa i santagatesi andavano in America, oggi gli americani potrebbero venire a Sant’Agata. Grazie al nipote d’America, ‘o nipote di don Giovanni.
tratto dal Corriere del Mezzogiorno