di Giancristiano Desiderio
Il processo a Clemente Mastella e alla moglie Sandra Lonardo diventa sempre più kafkiano. Marito e moglie sono accusati di essere, in qualità, lui, di segretario politico dell’ex Udeur e, lei, di presidente del consiglio regionale espresso dal partito di famiglia, un’associazione a delinquere. Il magistrato che avrebbe dovuto giudicare se effettivamente Mastella era un capo politico o un capobanda e se la signora Lonardo era un rappresentante delle istituzioni o la moglie del boss, è stato a sua volta un mastelliano: il giudice Nicola Miraglia Del Giudice. Il magistrato, che nel processo ai Mastella ricopriva fino a ieri il ruolo di presidente del collegio, è stato nel recente passato prima deputato di An, poi del Ccd di Pierferdinando Casini e dello stesso Mastella e quindi nella tredicesima legislatura è stato deputato dell’Udeur. Il magistrato, dunque – per chiarire ancor più la vicenda assurda eppur realissima – avrebbe dovuto giudicare il suo ex segretario politico e stabilire se il partito del quale lui stesso fece parte in qualità di deputato era o no un’associazione a delinquere con copertura partitica. Se fosse certa e vera l’accusa – facciamo questa ipotesi come ci autorizza a farla lo stesso processo – allora il giudice mastelliano avrebbe fatto egli stesso parte dell’associazione a delinquere processata e giudicata. Miraglia Del Giudice ha avvertito in sé la contraddizione che la sua stessa persona rappresentava e ispirandosi più al buon senso che all’ordinamento giudiziario si è fatto da parte dimettendosi e l’udienza del processo mastelliano-kafkiano è stata rinviata al prossimo 25 giugno. Ma la eccezionalità di questo processo non finisce qui.
L’accusa che è mossa ai Mastella, per quanto grave e pesante, è vaga. E’ la prima volta nella storia politica e giudiziaria dello Stato italiano che un partito politico è identificato processualmente con una banda di delinquenti. I conti della famiglia Mastella sono stati rivoltati come un calzino – per dirla con celebre espressione ambrosiana – ma non è stato trovato nessun tesoro o tesoretto. Né i coniugi sono accusati di aver percepito mazzette e tangenti. La attività delinquenziale che è imputata si va a sovrapporre all’azione politica svolta dagli esponenti del partito mastelliano. Ecco perché Mastella, che pur deve difendersi nel processo – per quanto gli sia stato anche suggerito di difendersi dal processo -, ha chiamato a testimoniare l’attuale Giorgio Napolitano, Romano Prodi, Massimo D’Alema, Giuliano Amato e ancora altri politici che nel recente passato sono stati ai vertici delle istituzioni italiane. La lista dei testimoni è stata depositata e si vedrà se i nomi fatti saranno effettivamente chiamati a deporre in tribunale. Resta il fatto che se l’Udeur non era un partito ma un’associazione a delinquere camuffata da partito politico – banda di delinquenti che a un certo punto ha espresso con il suo stesso boss il ministro della Giustizia – allora coloro che hanno in qualche modo beneficiato dei suoi voti parlamentari è bene che vengano a raccontare la loro versione dei fatti e spieghino se erano delinquenti o burattini.
tratto dal Corriere del Mezzogiorno del 19 giugno 2014