di Billy Nuzzolillo
Da molti anni, tra l’indifferenza generale, nella nostra provincia c’è una piccola, ma non per questo meno drammatica, Terra dei Fuochi. Si tratta di Ceppaloni, piccolo centro alle porte del capoluogo che deve la propria notorietà per lo più alla famiglia Mastella.
Il 1° luglio 2007 il pm Donato Ceglie, nell’ambito dell’Operazione Chernobyl, emise un’ordinanza di custodia cautelare a carico del ceppalonese Giustino Tranfa, sospettato di essere responsabile, di fatto, di quella Fra.Mas sas che sarebbe stata tra le protagoniste della «piovra tentacolare» che realizzava profitti da milioni di euro riversando nell’ambiente, senza alcun trattamento, tonnellate di sostanze altamente cancerogene spacciate per compost, fra cui perfino i liquami delle fosse settiche delle navi in transito nel porto di Napoli o materiali tossici di risulta degli ospedali. Soltanto a Ceppaloni, secondo gli inquirenti, sarebbero stati inquinati ben cinquemila metri quadrati di terreno. Di qui la morsa stringente delle accuse – dal traffico illecito di rifiuti speciali all’associazione per delinquere, fino al disastro doloso ambientale – che portò in manette oltre a Tranfa, anche altri due ceppalonesi: Ferdinando Mattioli e Amabile Pancione.
Sullo sfondo una serie di strani incroci familiari (mai del tutto chiariti) tra controllati e controllori e il sequestro della costruenda zona Pip denominata “Stretto di Barba”, situata a valle del paese nei pressi del fiume Sabato, dove alcune indagini a campione hanno stranamente evidenziato tracce di inquinamento industriale.
Il 4 luglio 2013, nell’ambito dell’Operazione Ragnatela coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, 150 uomini del Corpo forestale dello Stato della Campania eseguirono 11 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di titolari di aziende e proprietari di terreni, gravemente indiziati, a vario titolo, di traffico illecito di rifiuti e di gestione di discariche illegali di rifiuti speciali pericolosi. Tra questi, ancora una volta, i ceppalonesi Giustino Tranfa, le sorelle Concettina e Loredana Tranfa ed Amabile Pancione. Nel corso dell’operazione furono sequestrati 36 autocarri e una discarica sepolta in un terreno esteso per circa 10.000 mq. L’attività investigativa, avviata nel gennaio 2011, permise di documentare l’esistenza di una ramificata rete per l’attività organizzata dedita al traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi, solidi e liquidi sepolti sempre nei terreni del comune di Ceppaloni.
Da tempo il comitato “Per i nostri figli. Bonifichiamo Ceppaloni!” chiede una mobilitazione delle istituzioni affinchè i terreni inquinati vengano bonificati e soprattutto vengano condotte indagini più approfondite sui terreni e sulle acque sottostanti. Il comitato, inoltre, chiede che sia fatta luce anche sull’eventuale relazione esistente tra l’inquinamento e l’aumento delle patologie tumorali registratesi negli ultimi anni.
E proprio il rapporto tra disastro ambientale e salute sarà il tema del convegno che si terrà domani 20 giugno alle ore 16, presso l’aula consiliare del Comune di Ceppaloni, e a cui parteciperanno il tossicologo e oncologo dell’Istituto Nazionale dei Tumori “Pascale”, Antonio Marfella, le mamme dell’associazione fondata da padre Maurizio Patriciello “Noi genitori di tutti”, il presidente del comitato “Per i nostri figli. Bonifichiamo Ceppaloni!”, Luca Simeone, il sindaco del Comune di Ceppaloni, Claudio Cataudo, e il sottoscritto.
Un’utile occasione, insomma, per comprendere meglio ed approfondire un’emergenza, quella della Terra dei fuochi sannita, finora colpevolmente ignorata.