di Giancristiano Desiderio
La prosa di Benedetto Croce è così pulita e chiara che ha finito più per nuocere che favorire la comprensione del pensiero che esprime. Se fosse stato oscuro e avesse coltivato un gergo filosofico per iniziati, forse, avrebbe avuto maggior successo. E’ un paradosso che va almeno un po’ spiegato. L’altra sera a Napoli, discorrendo del pensiero e dell’azione di Croce con Ernesto Paolozzi, Marta Herling e altre amici prendendo spunto dalla nuova biografia Vita intellettuale e affettiva di Benedetto Croce, si faceva notare che a volte si sentiva dire di Croce: “Ah, è soprattutto una grande scrittore”. Un giudizio, in verità, che ho sentito ripetere più volte anche in questa formula: “Io leggo di Croce le opere di storia letteraria e di erudizione per la bellezza della prosa. E’ soprattutto un grande scrittore”. Se non sbaglio, poi, fu Valentino Bompiani a dire che Croce diceva tutto molto bene ma non diceva niente (e una cosa simile ha ripetuto in tempi più recenti anche Umberto Eco). La verità sapete qual è? Questa: chi diceva amenità del genere non solo non leggeva il Croce filosofo, ma non leggeva neanche il Croce letterato perché se lo avesse letto almeno un po’ si sarebbe reso conto che proprio quel gusto per la chiarezza e la bellezza della prosa della lingua italiana unitamente al carattere del giudizio storico che individualizza sentimenti, avvenimenti, cose e uomini e donne e la bella famiglia d’erbe e d’animali è la qualità del suo pensiero che raccoglie come in una sintesi degna d’Aristotele il meglio del pensiero critico a lui precedente. Oggi, mentre la filosofia accademica si avviluppa in confusioni, ripetizioni e sterili oscurità, il pensiero di Croce proprio e anche grazie alla chiarezza della sua lettera e della sua letteratura ritorna a farsi leggere e comprendere perché ha qualcosa da dire. Ecco perché ha grande importanza l’iniziativa della pubblicazione del Lessico crociano che sarà presentato lunedì 9 giugno a Roma, nell’Aula Verra dell’università degli studi Roma Tre.
Il Lessico crociano. Un breviario filosofico-politico per il futuro è un progetto editoriale e di ricerca che ha avuto inizio nel 2013 e si concluderà nel 2016, anno in cui ricorreranno i centocinquanta anni dalla nascita di Benedetto Croce. È curato da Rosalia Peluso, con la supervisione di Renata Viti Cavaliere e il patrocinio dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. I testi sono pubblicati dalla casa editrice La Scuola di Pitagora. Lo spirito che anima l’iniziativa vuole recuperare lo straordinario patrimonio concettuale depositato nella pagina crociana e, in accordo con la metodologia critica di Croce, verificarlo nel tempo e traghettarlo futuro.
Per questo motivo il Lessico crociano è stato pensato come un “breviario per il futuro”, vale a dire una sintesi essenziale di idee, ragionamenti, proposte a partire dall’opera del pensatore italiano. L’ideatrice del progetto ha chiamato a raccolta i maggiori studiosi e interpreti nazionali e internazionali del pensiero crociano e ha affidato a ciascuno di loro la composizione di una “voce”, estratta dal grande dizionario di concetti storico-filosofici dell’opera di Croce. La presentazione costituisce l’occasione per introdurre al pubblico il senso generale del progetto a partire dalle prime voci pubblicate: Libertà, Illuminismo e Storia della filosofia di Girolamo Cotroneo, Progresso di Renata Viti Cavaliere, Storia di David R. Roberts, Storicismo di Fulvio Tessitore, Economia di Giuseppe Giordano, Nazione di Emilia Scarcella, Poesia e Generi letterari di Massimo Verdicchio, Estetica di Ernesto Paolozzi, Barocco di Rosalia Peluso e Dialettica di Marcello Mustè. Al progetto del Lessico hanno aderito anche: Annamaria Anselmo, Giuseppe Brescia, Raffaele Bruno, Giuseppe Cacciatore, Fabio Ciaramelli, Salvatore Cingari, Daniela Coli, Pio Colonnello, Domenico Conte, Emanuele Cutinelli Rendina, Giancristiano Desiderio, István Fehér, Giuseppe Gembillo, Emma Giammattei, Dario Giugliano, Giuliana Gregorio, Fulvio Janovitz, János Kelemen, Vincenzo Martorano, Francesco Postorino, Angela Monica Recupero, Fabio Rizi, Tommaso Visone e Valerio Zanone. A discutere dei “breviari crociani per il futuro” saranno Paolo Bonetti (Filosofia), Paolo D’Angelo (Estetica), Corrado Ocone (Politica) e Maria Panetta (Storia). A Renata Viti Cavaliere e a Massimo Verdicchio sono assegnate le conclusioni su Presente e futuro di Croce in Italia e nel mondo. Moderatrice sarà Rosalia Peluso.
L’idea del Lessico è una bella intuizione. La stessa modalità di presentare il pensiero crociano attraverso delle “voci” è un approfondimento e schiarimento dei concetti direttivi della filosofia di Croce sulla scorta dell’insegnamento crociano. In sé l’iniziativa conferma ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, la “vitalità” del pensiero di Croce che essendo un pensiero nato dalla vita per la vita e dalla storia per la storia sarà sempre una filosofia in grado di parlare alle menti e ai cuori che ambiscono a pensare per vivere liberamente.