di Giancristiano Desiderio
Io domenica voterò Clemente Mastella. Per un motivo etico prima che politico: è l’unico candidato a non essere fanatico. So che dichiarando il mio voto per Mastella mi espongo a critiche, ingiurie, insulti e ancor più so di essere in contraddizione con me stesso. Ma né le prime né la seconda mi fanno paura. Al contrario, ciò che temo è proprio lo spirito fanatico che sento montare intorno e se, per ciò che posso, non lo avversassi mi sentirei per davvero non solo in contraddizione ma in contrasto con me stesso e la mia (modesta) storia.
Siamo circondati da capotreni. Il capotreno è quella figura di intellettuale e politico di serie C che ritiene di sapere dove va la Storia e indica la via a tutti per il bene dell’Italia, dell’Europa e perfino dell’umanità. Il mio treno, come quello dei desideri, all’incontrario va. Una volta, non tanto tempo fa, il capotreno sapendo di essere la coscienza della necessità storica elevava a virtù anche l’assassinio politico. Oggi non si arriva a tanto ma ci si appella alla giacobina volontà generale per distruggere la democrazia parlamentare che, con tutti i suoi difetti, è lo strumento che la borghesia europea ha creato tra sofferenze e drammi per vivere liberamente. Non so cosa ci riservi il futuro. Ma so che se il futuro sarà dei distruttori io non potrò essere dalla loro parte solo perché si tratta della parte vincente. La storia si rinnova anche attraverso la forza dei barbari ma non per questo ci si deve imbarbarire. Io resto al mio posto sapendo che è il posto di un sopravvissuto che ha visto fallire le idee di riforma dello Stato e della società italiana ma proprio la consapevolezza del fallimento non mi legittima a saltare sul probabile carro dei vincitori e come un Brenno gettare la spada sul piatto e dire: “Guai ai vinti”. Io non vinco. Perdo. Ma meglio perdere le elezioni che dannarsi l’anima. Parigi non val bene una messa.
Mi rendo conto di esagerare anche io. Come se un germe del fanatismo fosse entrato anche in me. Come se quel vizio antico della storia italiana – il politicismo – fosse anche il mio vizio. Mi difendo come posso, anche con Mastella. Proprio lui, Mastella, l’avversario politico che ho sempre combattuto, mi sembra ora messo lì per ricevere il mio voto di testimone di un tempo balordo. Come se Mastella potesse salvare le mie ragioni antimastelliane. Ma tu guarda che storia del cazzo è la nostra. Lui che è il vecchio può essere contrapposto al nuovo che ha fatto peggio del vecchio. Lui che è pittato come il male può essere contrapposto alla mediocrità del bene così astratto, enunciato ed annunciato da essere vano e vacuo. La verità è che anche la barbarie ritornata è figlia del tempo e il nostro tempo ha partorito la mezza cultura che è peggio della nuda ignoranza. La barbarie contemporanea non è figlia del caldo cuore ma del freddo intelletto che non prova vergogna dell’ignoranza della figlia che ha allevato nel culto delle mezze verità dell’alfabetizzazione di massa. Il sentimento della vergogna gli è estraneo mentre io, forse, ce l’ho in eccesso e avverto lo stridore che c’è tra le parole e la vita fino al punto di vergognarmi per conto terzi e soffrire l’amaro destino della patria. Ritorna ciclicamente l’antico adagio che fu anche di Montanelli: turatevi il naso e votate democrazia cristiana. Non servirà a niente, ma a volte anche il resto di niente va scelto come valore e testimonianza.
Io ho votato un paio di volte Mastella, in passato, ma non l’ho mai amato. La prima, circa 30 anni fa, quando era un giovane esponente della Sinistra di base DC, la mia “parte”politica, e poi anni dopo (non ricordo esattamente l’ ánno) quando si e’ presentato al proporzionale per il Partito Popolare e ho dovuto, di fatto, votarlo per forza per dare il voto al mio partito. Conosco bene il suo modo di fare politica: non mi ha mai scandalizzato, perche’ in quel momento storico lui era cio’ che la gente voleva. Erano le persone a recarsi da lui o dal suo braccio destro locale, per chiedere. E lui cercava di accontentarle, tutto qui. “Criminalizzarlo” non ha senso: significherebbe criminalizzare migliaia di persone, che ripeto in quel momento storico se non avessero avuto lui come referente non avrebbero avuto il minimo scrupolo a trovarsene un altro. Ma oggi quel modo di far politica non e’ tanto immorale (il che appunto puo’ essere relativo) quanto impossibile. Oggi i rubinetti si sono chiusi, la cinta si e’stretta al minimo, gli enti locali non ricevono piu tanti fondi ne dallo Stato ne dall’Europa, insomma non ci sono piu’ soldi da spendere, punto. Ne’ tanto meno posti di lavoro nella PA da distribuire. Se a Mastella togli questo, cioe’ la sua straordinaria capacita’ di gestire e distribuire “risorse” (chiamiamola eufemisticamente cosi ), non ci resta nulla…Oggi un politico deve avere necessariamente un’idea, un messaggio, buono o cattivo che sia. Ma Mastella non ce l’ha, non l’ha MAI avuto. Ecco perche’ io non voterei MAI Mastella oggi: lui e’ il passato, oggi la politica segue altre logiche e ai nuovi leader si richiedono altre capacita’. Cordialmente. Ps: naturalmente non lo voterei anche per altri motivi, ha smesso da tempo di essere il referente del mio partito, ma questo e’ un altro discorso.
Io domenica voterò Clemente Mastella.
IO DOMENICA NON VOTERÒ CLEMENTE MASTELLA.
Per un motivo etico prima che politico: è l’unico candidato a non
essere fanatico.
PER UN MOTIVO POLITICO OLTRE CHE ETICO VOTERO’ M5S.
So che dichiarando il mio voto per Mastella mi espongo a critiche,
ingiurie, insulti e ancor più so di essere in contraddizione con me
stesso.
SO CHE DICHIARANDO DI NON VOTARE PER MASTELLA MI ESPONGO ALLA CRITICA DI CHI LO VOTERA’ MA NON SONO IN CONTRADDIZIONE CON ME STESSO.
Ma né le prime né la seconda mi fanno paura. Al contrario, ciò che
temo è proprio lo spirito fanatico che sento montare intorno e se,
per ciò che posso, non lo avversassi mi sentirei per davvero non
solo in contraddizione ma in contrasto con me stesso e la mia
(modesta) storia.
NON SO COSA SIA IL FANATISMO E SONO UN PACIFICO CITTADINO.
Siamo circondati da capotreni. Il capotreno è quella figura di
intellettuale e politico di serie C che ritiene di sapere dove va la
Storia e indica la via a tutti per il bene dell’Italia, dell’Europa
e perfino dell’umanità.
MI SENTO CIRCONDATO PIÙ DA POLITICI INCAPACI CHE VIAGGIANO IN AUTO BLU E AEREI CHE APRONO SCALI DEDICATI O GIRANO CON LA SCORTA MAGARI LASCIANDO ALTRI CITTADINI SENZA. MAGARI I VECCHI POLITICI AVESSERO INTUITO DOVE ANDAVA LA STORIA AVREMMO FATTO A MENO DI TANTI GRADI DI GIUDIZIO.
Il mio treno, come quello dei desideri, all’incontrario va. Una volta,
non tanto tempo fa, il capotreno sapendo di essere la coscienza della
necessità storica elevava a virtù anche l’assassinio politico.
Oggi non si arriva a tanto ma ci si appella alla giacobina volontà
generale per distruggere la democrazia parlamentare che, con tutti i
suoi difetti, è lo strumento che la borghesia europea ha creato tra
sofferenze e drammi per vivere liberamente.
LA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA E’ FALLITA PER MANO DELLA STESSA BORGHESIA E CHI HA COMMESSO OMICIDI POLITICI RESTA UN ASSASSINO. CHI PAVENTA LA DISTRUZIONE DELLA DEMOCRAZIA PARLAMENTARE NON BIASIMA NELLO STESSO MODO UN
PARLAMENTO INGESSATO E PRIVO DI FORZA IN RAGIONE DI UNA PRESUNTA RICERCA DI GOVERNABILITA’. LA BORGHESIA EUROPEA ESISTE? CHI L’HA DISTRUTTA?
Non so cosa ci riservi il futuro. Ma so che se il futuro sarà dei
distruttori io non potrò essere dalla loro parte solo perché si
tratta della parte vincente. La storia si rinnova anche attraverso la
forza dei barbari ma non per questo ci si deve imbarbarire.
IL FUTURO NON SARA’ IN MANO AI BARBARI SE SAPREMO FARE SCELTE
CORAGGIOSE NON NASCONDENDOCI DIETRO RINASCITE SCUDOCROCIATE. ABBIAMO FATTO STUDIARE NELLE NOSTRE UNIVERSITA’ I FIGLI: PERCHE’ GLI NEGHIAMO IL FUTURO RIEMPIENDO SPAZI CHE DOVREMMO LASCIARE LORO? LA STORIA SI RINNOVA ANCHE ATTRAVERSO IL CONTRIBUTO DI NUOVE CLASSI
DIRIGENZIALI SE AVREMO LA FORZA DI CREDERE IN CIO’ CHE ABBIAMO LORO INSEGNATO. DIVERSAMENTE DOVREMO PENSARE CHE SIAMO STATI SOLO DEI CATTIVI MAESTRI E CHE NON MERITIAMO LA CATTEDRA.
Io resto al mio posto sapendo che è il posto di un sopravvissuto che ha
visto fallire le idee di riforma dello Stato e della società
italiana ma proprio la consapevolezza del fallimento non mi legittima
a saltare sul probabile carro dei vincitori e come un Brenno gettare
la spada sul piatto e dire: “Guai ai vinti”. Io non vinco. Perdo.
Ma meglio perdere le elezioni che dannarsi l’anima. Parigi non val
bene una messa.
MESSA COSI’ SEMBRA UNA OTTUSA DIFESA DEL PROPRIO FALLIMENTO. DIVERSAMENTE SE DAL FALLIMENTO DERIVASSE UNA VOLONTA’ DI CONTRIBUIRE AL DIBATTITO POLITICO IN CORSO METTENDO IN CRISI IL PROPRIO PASSATO E DOMANDANDOSI: PERCHE’. NON SAREBBE UN DANNARSI L’ANIMA MA UNA CATARSI.
Mi rendo conto di esagerare anche io. Come se un germe del fanatismo
fosse entrato anche in me. Come se quel vizio antico della storia
italiana – il politicismo – fosse anche il mio vizio. Mi difendo
come posso, anche con Mastella. Proprio lui, Mastella, l’avversario
politico che ho sempre combattuto, mi sembra ora messo lì per
ricevere il mio voto di testimone di un tempo balordo. Come se
Mastella potesse salvare le mie ragioni antimastelliane.
E’ PROPRIO UNA DIFESA E NIENT’ALTRO. UNA PROIEZIONE CHE RASSICURA. UN TRANSFERT CHE PERMETTE DI ACCETTARE MEGLIO LA DELUSIONE. IN QUESTO ENTRA POCO LA POLITICA E MOLTO L’AMICIZIA E I VALORI DI SOLIDARIETA’. CONDIVISIBILI SUL PIANO UMANO MA NON SU QUELLO POLITICO.
Ma tu guarda che storia del cazzo è la nostra. Lui che è il vecchio
può essere contrapposto al nuovo che ha fatto peggio del vecchio.
QUESTA STORIA DEL CAZZO HA CONTRIBUITO ( IN MINIMA PARTE) A CREARLA MASTELLA CHE NON PUO’ CHE SPECCHIARSI IN SE STESSO E NEL FALLIMENTO DEL PROGETTO POLITICO CHE HA RAPPRESENTATO. SE FOSSE UN SAGGIO, UN SOCRATE, AVREBBE BEVUTO LA CICUTA PIUTTOSTO CHE PRESENTARSI A NUOVE ELEZIONI.
Lui che è pittato come il male può essere contrapposto alla mediocrità del bene così astratto, enunciato ed annunciato da essere vano e vacuo. La verità
è che anche la barbarie ritornata è figlia del tempo e il nostro tempo ha partorito la mezza cultura che è peggio della nuda ignoranza.
LA REALTA’ DEI FATTI E’ DIVERSA: LA MAIEUTICA DELLA CONSAPEVOLEZZA CI FA TUTTI LEVATRICI DELLE NOSTRE AZIONI. CHI HA PARTORITO QUESTA MEZZA CULTURA? E SIAMO SICURI CHE TUTTI I PARTECIPANTI DEL NUOVO CORSO SIANO COSI’ BARBARI?
La barbarie contemporanea non è figlia del caldo cuore ma del freddo
intelletto che non prova vergogna dell’ignoranza della figlia che
ha allevato nel culto delle mezze verità dell’alfabetizzazione di
massa.
SE L’INTELLETTUALE CHE INTRINSECAMENTE EVOCA AVESSE VENDUTO MENO LA SUA PENNA AL MIGLIOR OFFERENTE LA MASSA AVREBBE AVUTO SEMAFORI E SEGNALI DI ORIENTAMENTO. LA VERITA’ CHE LA TV SI E’ FATTA CATTIVA MAESTRA E TUTTI NE HANNO BENEFICIATO TRANNE LA CULTURA.
Il sentimento della vergogna gli è estraneo mentre io, forse, ce l’ho in eccesso e avverto lo stridore che c’è tra le parole e la vita fino al punto di vergognarmi per conto terzi e soffrire l’amaro destino della patria. Ritorna ciclicamente l’antico adagio che fu anche di Montanelli: turatevi il naso e votate democrazia cristiana. Non servirà a niente, ma a volte anche il resto di niente va scelto
come valore e testimonianza.
IO NON VOGLIO TURARMI IL NASO E VOTARE MASTELLA. PREFERISCO
INTRODURRE IL SEME DELLA DIALETTICA NEL NUOVO FACENDO
UNA RIFLESSIONE SUL RUOLO MANCATO DELLA MEDIAZIONE POLITICA.
HO DETTO MEDIAZIONE NON COMPROMESSO. PER FAR QUESTO
E’ NECESSARIO CHE OGNI CITTADINO SI RIAPPROPRI DELLO STATO
DIVENTI STATO ATTRAVERSO UN PROCESSO DI CITTADINANZA ATTIVA. QUESTO DIVENTA UN VALORE DI TESTIMONIANZA!