di Billy Nuzzolillo
“Andiamo domenica a Mondragone ad assistere alla finale play off di Promozione tra Sessana e Sporting Guardia?”. “Certo, ormai siamo diventati supporter dei cugini guardiesi….”.
Questo dialogo è intercorso stamani con un amico con cui domenica scorsa ho condiviso lo spettacolo della semifinale tra Sporting Guardia e Montesarchio, svoltasi al Meomartini di Benevento.
Poi stasera la doccia gelata: il giudice sportivo ha deciso che l’incontro si svolgerà a porte chiuse perché nella semifinale dello scorso week end i supporters della Sessana hanno rivolto cori oltraggiosi al presidente della squadra avversaria.
Fine delle trasmissioni e al diavolo ogni programma calcistico di un week end in cui, approfittando del turno di riposo del “mio” Real Cerreto, ho deciso anche che sabato andrò a Dugenta dove il Paolisi dovrebbe meritatamente festeggiare la vittoria del campionato e il raggiungimento dell’agognato salto in Promozione che, corsi e ricorsi storici calcistici, lo scorso anno sfuggì proprio nella famigerata sfida con lo Sporting Guardia (con annessi incidenti che hanno costretto il Paolisi a dover affrontare anche il grave handicap dei tre punti di penalizzazione in classifica).
Ora giustamente vi chiederete: a noi cosa interessano i tuoi programmi per il week end?
In realtà racconto l’episodio per sottolineare un’amara verità, che ho ribadito poco fa anche in un commento ad un post su faccialibro del forte portiere dello Sporting Guardia, Michele Cerreto, e alla conseguente discussione che si è sviluppata sui social network: come potrebbe essere diversamente, visto il Paese in cui viviamo?
Abbiamo già messo alle spalle velocemente i drammatici fatti che hanno fatto da contorno alla finale di Coppa Italia dell’Olimpico.
In fondo Genny a’ carogna ha avuto il Daspo, il Napoli è stata punito con un esemplare squalifica di due turni a porte chiuse. Nel frattempo, domenica scorsa allo stadio Olimpico di Roma gli sportivi veri sono stati costretti a subire le imposizioni dei dominus delle curve perché in Italia, si sa, regna la legge del più forte.
Il tifoso del Napoli raggiunto da un colpo di pistola continua ad essere in prognosi riservata mentre per lo sparatore-estremista di destra sono iniziati i processi di beatificazione….
Anche il ministro dell’Interno, il prefetto ed il questore sono ai loro posti, tanto in Italia non si dimette nessuno… Figurarsi essere rimossi, poi!
E poi noi italiani, ricordiamolo sempre, siamo gente di cuore: persino Prandelli ha chiuso un occhio sulle presunte malefatte di Chiellini….
E voi, dico, esprimete meraviglia se in Campania accade che una finale dei play off del campionato di Promozione venga interdetta agli sportivi che per un anno hanno sognato questo agognato momento?
Non siamo forse la regione in cui i Casalesi banalizzavano l’avvelenamento delle fonti idriche dicendo che loro solitamente bevono acqua minerale?
Non siamo forse la regione dove, prima ancora di Renzi, abbiamo conosciuto l’epopea del berlusconismo di sinistra del governatore Bassolino?
Suvvia, vogliamo scandalizzarci ora se il giudice sportivo ha inflitto una punizione esemplare a seguito dei cori dei tifosi della Sessana contro il presidente della squadra avversaria?
Mica si sono limitati ai soliti e ormai banali cori inneggianti al Vesuvio e alle sue miracolose proprietà catartiche?
#vivalitalia