di Giancristiano Desiderio
Una volta Renato Serra notò che Benedetto Croce nascondeva dietro la tranquilla bonomia del suo viso di napoletano senza gesti un “pensiero ignoto”. L’autore di Esame di coscienza di un letterato intendeva dire che Croce era più noto che conosciuto. Proprio così. Perché Croce – del quale si è detto con superficialità e a volte anche con argomenti ridicoli che esercitò una “dittatura culturale” – non solo non ha avuto un Anti-Croce dopo morto, ma non ebbe un Anti-Croce neanche in vita. Non c’è stato mai un altro filosofo oppure uno storico o un critico che abbia messo a nudo il cuore del suo pensiero costringendolo a rivelare quello che, ricordando il giusto giudizio di Serra, è rimasto nella sua essenza un “pensiero ignoto”. Antonio Gramsci capì l’importanza del suo storicismo e indicò la via per la scrittura dell’Anti-Croce, tuttavia nel dopoguerra Croce, per motivi politici e ideologici, non fu criticato ma marginalizzato. Così ancora oggi, proprio quando si ripubblicano i suoi libri, Croce è famoso ma non conosciuto. Il suo nome è seguito più della sua opera. Nel senso più vero della cosa: fa notizia. Lo stesso Maggio dei Monumenti, incentrato quest’anno su quello splendido libro che è Storie e leggende napoletane, lo conferma: Benedetto Croce è un filosofo leggendario. La sua leggenda fa velo al suo pensiero che invece va scoperto con un nuovo “esame di coscienza”. Questa volta non di un letterato ma di un filosofo.
Nella seconda metà del Novecento la filosofia italiana si sviluppa interamente all’interno dell’università (con qualche eccezione, ad esempio Manlio Sgalambro), mentre la filosofia di Croce è per suo carattere, come ogni vera filosofia, anti-accademica. Per Croce la filosofia non nasce né dai libri di filosofia, né dalle cattedre ma dalla vita. E’ una concezione scolastica e professorale quella secondo cui dai filosofi nascano i filosofi perché i filosofi “son della terra faticosa i figli” e nascono dai nuovi eventi e dai bisogni della vita che chiede luce. Croce – il sistematico Croce – ha sempre messo in luce l’aspetto occasionale della filosofia che se non ha fatti vitali da pensare gira a vuoto. Questa natura occasionale del pensiero è oggi per noi l’aspetto più attuale dell’opera di Croce perché ci mostra come il giudizio per essere esercitato debba essere per forza di cose sempre affratellato con il fatto e con la vita. La filosofia così intesa è “storia pensata” e la storia che si pensa è la storia della libertà degli uomini che con il pensiero si liberano del passato e con l’azione vivono il presente. La “storia pensata” è anti-totalitaria – ossia tanto antifascista quanto anticomunista – e quando il potere ne chiede l’asservimento, il filosofo altro non può fare che opporsi. Così mentre Gentile portò la filosofia al potere – imitato poi da Heidegger in Germania – Croce la condusse all’opposizione e negli anni Trenta il Time gli dedicò la copertina vedendo in lui il simbolo incarnato della difesa della libertà. Oggi, a distanza di sessant’anni dalla sua morte, la rivista americana Foreign Affairs lo indica insieme con Isaiah Berlin, tra i pensatori più attuali.
Norberto Bobbio iniziò la sua carriera universitaria dicendo che non avrebbe mandato i giovani a lezione da Croce e finì la sua vita fisica e morale riconoscendo che “Croce aveva ragione”. Il Profilo ideologico del Novecento va riscritto: sia per l’idea della storia della filosofia italiana sia per l’idea della storia d’Italia. La “dittatura culturale” è un mito, il “provincialismo” una invidiosa bugia, l’olimpicità di Croce una fantasia. Mentre la scoperta dell’opera di Croce è un dovere civile perché in lui verità e patria sono attraverso la libertà in una “corrispondenza di amori sensi”. Benedetto Croce è per davvero come il suo amatissimo Niccolò Pesce: vive nelle profondità della storia e della vita. Un filosofo leggendario.
tratto dal Corriere del Mezzogiorno del 30 aprile 2014
Giancristiano Desiderio è autore della biografia Vita intellettuale e affettiva di Benedetto Croce (Liberilibri) che giunge mezzo secolo dopo quella ormai classica di Fausto Nicolini. Vi si racconta il percorso di fede e di passione di Croce e come in lui vita e pensiero furono, alla maniera dei filosofi antichi, vita filosofica. Il libro sarà al centro del dibattito di Marta Herling, Luigi Compagna, Ernesto Paolozzi e Maurizio Griffo il 21 maggio alle ore 18 alla libreria Ubik. Appuntamento che fa parte della rassegna dedicata a Croce Storie e leggende napoletane.