di Billy Nuzzolillo
L’ambiente calcistico sannita in queste ore analizza il clamoroso gesto del presidente della Forza e Coraggio (seconda squadra del capoluogo), Massimo Taddeo, che ha annunciato che lascerà il calcio per dedicarsi maggiormente alla Tim, l’azienda di famiglia di prodotti monouso costretta a misurarsi con la crisi, nonostante la notevole dimensione acquisita in questi anni in termini di fatturato e mercato.
La Tim di Isidoro e Massimo Taddeo, come sta accadendo agli Oleifici Mataluni (altra perla della nostra disastrata economia provinciale), alla Laif o a tante altre aziende sannite, è costretta inevitabilmente a fare i conti con la crisi, che nelle zone interne del Mezzogiorno – non dimentichiamolo – è ancora più drammatica che altrove.
Essendo la squadra di Torrecuso di serie D legata alla famiglia Rillo e quella di Promozione del Montesarchio alla famiglia Mataluni, la vicenda calcistica si incrocia, dunque, inebitabilmente con quella economica e persino bancaria (l’ultima ancorata al territorio, ovvero la Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio, attraversa infatti una fase di riassetto e il cambiamento mette ansia ai tantissimi imprenditori con interessi nello sport).
Quello che emerge, dunque, è il lento e progressivo declino del nostro Sannio, che negli ultimi tempi finisce sotto i riflettori dei media nazionali solo per vicende di cui c’è poco da vantarsi…
Insomma, il quadro è francamente sconsolante e, al di là delle inevitabili contrapposizioni (che, ricordiamolo, sono il sale della passione calcistica) o delle diverse filosofie gestionali, il disimpegno di Massimo Taddeo rappresenta un preoccupante campanello d’allarme, che va ben oltre l’aspetto puramente calcistico.