L’ex sottosegretario e coordinatore di Forza Italia, Nicola Cosentino, è stato arrestato insieme ai fratelli Antonio e Giovanni per attività illecite connesse alla distribuzione di carburanti. L’ordinanza emessa dal GIP di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli riguarda l’applicazione di misure cautelari in carcere o ai domiciliari anche per alcuni funzionari comunali, i rappresentanti di alcune compagnie petrolifere e due boss del clan dei casalesi, “tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione (art. 629 c.p.), concussione (art. 317 c.p.), illecita concorrenza con violenza o minaccia (art. 513 bis c.p.), calunnia (art. 368 bis c.p.), favoreggiamento personale (art. 378 c.p.), riciclaggio (art. 648 bis c.p.), con l’aggravante del metodo mafioso (art. 7 L. 203/91)”.
“L’indagine – si legge nel comunicato della Procura di Napoli- ha consentito di ricostruire l’illecita attività di gestione di impianti di distribuzione carburanti svolta dalle società “Aversana Petroli”, “Aversana Gas” e “IP Service”, cui sono interessati i fratelli Cosentino. Gli indagati, con il concorso di dirigenti pubblici, funzionari Regionali e del Comune di Casal di Principe, nonché con la complicità di funzionari della società petrolifera Kuwait Petroleum Italia (Q8), si assicuravano il rapido rilascio di permessi e licenze per la costruzione degli impianti, anche in presenza di cause ostative. Gli stessi, attraverso un sistema di coercizioni in danno di amministratori e funzionari pubblici locali, costringevano le Pubbliche Amministrazioni competenti (Comune di Casal di Principe e Regione Campania) ad adottare atti amministrativi illegittimi per impedire o rallentare la creazione di altri impianti da parte di società concorrenti.”
Secondo gli inquirenti, esisteva un sistema criminoso capace di incidere profondamente a vantaggio delle ditte riconducibili ai Cosentino per l’influenza politica dell’ex sottosegretario e il suo rapporto stabile con il clan dei Casalesi. Nell’inchiesta è indagata anche l’ex prefetto di Caserta ed ex deputato del Pdl Maria Elena Stasi, accusata di concussione ed estorsione perché su richiesta di Cosentino avrebbe cercato di far rimuovere dall’incarico un tecnico comunale considerato ‘scomodo’.
La Aversana Petroli aveva una costola a Benevento, la società Sannio Petroli con sede legale ad Aversa e sede operativa in contrada San Chirico sempre riconducibile ai fratelli Cosentino, amministrata da Antonio Cavaliere, cognato del sottosegretario e factotum del Consorzio Stabile Archè e della società Costruendo srl. Si tratta delle ditte che hanno effettuato i lavori di pavimentazione in Piazza Roma, slargo Arco Traiano e ristrutturazione della falsa Casa di San Gennaro e per questi motivi Antonio Cavaliere è stato coinvolto nella inchiesta giudiziaria “Mani sulla città” per la quale ancora si attende l’udienza preliminare.
Lo stesso imprenditore, legato a Forza Italia ma capace di rapporti politici trasversali, aveva intenzione di realizzare un grosso parco residenziale in contrada Acquafredda, era interessato alla installazione dei photeored, dei parcometri e a costruire gli alloggi per studenti universitari a Benevento. Cavaliere ha inoltre proposto diversi ricorsi amministrativi affinchè fosse autorizzato ad investire 30 milioni di euro per il parcheggio interrato in piazza Risorgimento e il nuovo Terminal Bus.
Speriamo che la DDA di Napoli, competente anche su Benevento, possa indagare anche sulle attività e i rapporti della Sannio Petroli e delle ditte connesse con tecnici, funzionari pubblici, imprenditori e politici bipartisan e magari fare chiarezza anche sui misteriosi colpi di pistola al distributore dell’ex coordinatore del Settore Urbanistica del Comune di Benevento di qualche anno fa.
* Altrabenevento