Continua il momento di grande “popolarità” dei politici sanniti. Dopo l’affaire De Girolamo, che ha portato alle dimissioni dell’ex ministro dell’Agricoltura, è ora la volta del parlamenttare del Pd, Umberto Del Basso De Caro, recentemente nominato sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti nell’ambito del nuovo esecutivo guidato dal premier Renzi.
Sono in molti, tra cui soprattutto i grillini, a chiederne le dimissioni poichè l’esponente politico sannita risulta indagato nell’ambito della “rimborsopoli” campana.
Intervistato dal quotidiano La Repubblica, Del Basso De Caro ha dichiarato a chiare lettere di non aver alcuna intenzione di dimetteresi: “Sono indagato, precisiamo, ma per una cosa che fa vomitare, una cosa per la quale non c’è la legge, non c’è il regolamento, e quindi non c’è nemmeno il reato. Cinquecento euro al mese! Ma se c’era la legge che me lo imponeva io secondo lei non facevo la scheda carburante? Che poi, mi dica un po’: chi chiede le mie dimissioni, sentiamo. Peraltro non ho mai ricevuto un avviso di conclusione delle indagini, che come sa riconnette all’indagato numerose facoltà”.
Al cronista che gli ha chiesto se un indagato può fare il sottosegretario, l’esponente del Pd ha risposto senza esistazione: “Cento volte! È solo un cittadino sottoposto a indagine, non è né imputato né condannato. E allora il ministro Lupi non dovrebbe dimettersi? Il procuratore Colangelo l’ha definita “una norma opaca e di dubbia interpretazione”. Ma è peggio: la norma non c’è proprio. Nessuno mi obbligava a rendicontare 11mila euro in tre anni: sai come hanno cambiato la vita a un poveraccio come me. Sono passati 18 mesi e non è successo niente. Inutile che mi rompano con questa storia. Se poi bisogna trovare uno da crocifiggere, non mi farò crocifiggere. Sono stato chiaro?”.
Molto chiaro, onorevole Del Basso De Caro. I pentastellati sono avvisati…