A proposito del nuovo sciame sismico in atto in queste ore sui monti del Matese è bene rileggere quanto riportato dall’INGV lo scorso 30 dicembre (http://ingvterremoti.wordpress.com/2013/12/30/terremoto-matese-un-aggiornamento-la-magnitudo-le-faglie-e-il-risentimento/):
La conoscenza delle faglie nella regione del Sannio-Matese è meno accurata e definita rispetto ad altre aree italiane sismicamente importanti, come ad esempio quelle del vicino Abruzzo. A parte poche zone caratterizzate da rocce calcaree, la morfologia prodotta dall’azione delle faglie viene velocemente nascosta dall’erosione a cui sono sottoposte le rocce più terrigene che occupano gran parte del Sannio. Esistono, a nord e a nord-ovest dell’area interessata dalla sequenza sismica di questi giorni, due faglie ben note e alle quali sono stati associati alcuni dei più forti terremoti della storia di queste zone (linee rosse nella figura sotto). La più a nord, la faglia di Bojano, borda la parte occidentale dell’omonimo bacino ed è stata associata a due grandi terremoti, quello del 1805 e il terribile terremoto del 1456, almeno a uno dei possibili tre segmenti che lo hanno prodotto.
Principali faglie mappate nella regione (linee rosse) e distribuzione delle repliche (gialle). I cerchietti viola rappresentano i punti di massimo danneggiamento del terremoto del 1688 (X e XI grado Mercalli)
La faglia di Bojano immerge verso NE e quindi non sembra essere in relazione con la sismicità della sequenza sismica in atto (pallini gialli in figura). La faglia a Nord-Ovest, vicino a Venafro, si chiama Acquae Iuliae, così chiamata dagli autori (Galli e Naso, 2008) in quanto attraversa un importante acquedotto romano. Gli autori ritengono che questa faglia sia stata responsabile di uno dei terremoti che hanno prodotto estesi danni anche a Roma, quello del settembre del 1349. La faglia di Acquae Iuliae immerge verso sud-ovest e anch’essa non sembra essere in continuità con la sismicità che si sta osservando oggi. Purtroppo, la faglia responsabile di un altro grande terremoto italiano, quella associata al terremoto del 1688, che produsse estesi e ingenti danni nell’area immediatamente a sud della sequenza in atto, è dibattuta. In figura sono riportati i paesi che hanno avuto i massimi danneggiamenti nel 1688 (in viola il X e in nero l’XI grado della scala delle intensità MCS). A questa struttura potrebbe appartenere anche uno dei tre segmenti del citato 1456, in particolare quello più a sud. Negli ultimi anni sono state proposte diverse ipotesi per la faglia responsabile del terremoto del 1688. In questa figura, tratta da un articolo di Di Bucci et al. (2006), si vedono le differenti ipotesi proposte da diversi autori, inclusa quella suggerita nel DISS.
Proiezione in superficie delle faglie ipotizzate per il terremoto del 1688 (da Di Bucci et al., J. Geodynamics, 2006). (1) Pantosti and Valensise (1988), faglia immergente a sudovest; (2) Gasperini et al. (1999) sulla base dei dati macrosismici; (3) Valensise and Pantosti (2001), faglia immergente a nordest; (4) Di Bucci et al. (2006), faglia immergente a nordest.
L’associazione, quindi, della sismicità in atto con una faglia nota rimane al momento problematico e irrisolto. Sono in corso analisi dei dati sismologici per discriminare la geometria e la cinematica della faglia attivatasi con l’evento del 29/12. Lo studio di questi terremoti è molto importante per definire sempre meglio le caratteristiche sismotettoniche del nostro paese e raffinare le stime di pericolosità sismica”.
Lo stesso sito spiegava, inoltre, che erano in corso “delle missioni sul terreno di tecnici e ricercatori INGV per migliorare il monitoraggio della regione attraverso l’installazione di alcune stazioni sismiche aggiuntive in area epicentrale. Nel momento in cui scriviamo (le ore 22 del 30/12) un primo sismometro è stato reso operativo nell’area a sudovest della sequenza”.
Non resta, quindi, che attendere la prossima analisi dell’INGV, basata stavolta sulle rilevazioni delle stazioni sismiche aggiuntive collocate nell’area del Matese, per comprendere meglio cosa sta realmente accadendo in queste ore.