Scusate, ma i malati? Si parla di: stronzi, voti, sindaci, bar, zii, appalti, mozzarelle. Mai di malati. Ripeto: mai. Eppure, in un’amministrazione sanitaria il malato è la ragione di tutto. La ministra Nunzia De Girolamo ha iniziato a correggere il tiro. Aveva esordito dicendo che chi parlava e scriveva sarebbe stato querelato. Ha continuato sostenendo che non c’era alcuna necessità di presentarsi in Parlamento. Ora invece sappiamo che andrà in Parlamento e che il suo mandato ministeriale è sempre nelle mani di Enrico Letta. Bene. Si comincia a ragionare.
A me la vicenda giudiziaria non interessa. Ci lavorano e lavorino i magistrati. A me interessa la “questione sanitaria”. Perché ormai è evidente che a Benevento e dintorni c’è una “questione sanitaria” che non ha al centro le cure dei malati e le terapie mediche bensì gli interessi del consenso elettorale, la gestione degli appalti, le carriere. Come va affrontata? Dimenticatevi ogni soluzione di tipo politico. La politica non è la soluzione. E’ il problema. Al Sud le istituzioni sono gestite da una classe dirigente predatoria che asservisce a fini clientelari il governo, le risorse, gli uffici. Ma non voglio allargare troppo la cosa. Stiamo al punto: la “questione sanitaria” a Benevento. Credo sia giunto il momento di una presa di coscienza civile da parte di famiglie, associazioni, enti, redazioni. Il problema va posto con nettezza: fuori la politica dall’amministrazione della sanità. Si può fare. Si deve fare. La precondizione per farlo è la conoscenza dei problemi. Serve un importante incontro pubblico.
Dai malati viene la nostra salvezza. I sani si redimono solo se guardano i malati. La Asl di Benevento – che sta messa oggettivamente male anche al di là del “caso De Girolamo” – ritrova la sua salute solo se guarda le corsie, i reparti, gli ambulatori nell’interesse dei malati e dei pazienti. Da tempo esiste una conflittualità tra la Asl e il Rummo. Le conseguenze negative le pagano i malati e le loro famiglie. L’ospedale di Sant’Agata dei Goti è la struttura ospedaliera più nuova che abbiamo nella nostra provincia, ma è moribondo. Lo si può recuperare? Certo. Ma è necessario che si pensi e governi la sanità nell’interesse dei malati. La sanità deve diventare uno dei problemi principali della società beneventana e sannita perché la stragrande maggioranza degli interessi della politica e delle sue bande organizzate passano attraverso il controllo dell’amministrazione sanitaria. Lasciare la sanità alle decisioni della politica non è più possibile. La società beneventana non può pensare di salvarsi delegando.
Il “caso De Girolamo” non è linguistico. La ministra può parlare come vuole. Se vuole dire stronzi dica stronzi, se vuole dire merda dica merda. Il punto è un altro. Questo: il vertice manageriale dell’Asl si riuniva in una casa privata convocato da una deputata. Il senso della riunione – che la magistratura ha definito “direttorio politico-partitico fuori da ogni norma di legge” – lo si intende riportandola non, come si tende a credere, alla giustizia e alla legalità ma alla sanità. Se anche tutto fosse giusto e legale, tutto sarebbe comunque politicamente sbagliato proprio perché la sanità non funziona. E’ questo e non altro il fatto fondamentale di tutta la vicenda: il fine della politica sanitaria non sono i malati ma il potere personale, il partito, le clientele, i medici, i burocrati. Lo scandalo è qui, in questa cosa ovvia che passa come una prassi del tutto normale, addirittura lecita. Come se fosse lecito fottersene dei malati in nome della politica sanitaria. Invece, solo dai malati viene la nostra salvezza.