I gravi momenti di tensione registratisi ieri mattina davanti all’ingresso del comune di Benevento hanno fatto passare in secondo piano il crollo di un pilone del ponte sul fiume Miscano che collega Apice con Apice Scalo e con la frazione Iscalonga del comune di Sant’Arcangelo Trimonte.
Il cedimento del pilone, come riferiscono le cronache, è avvenuto nel corso della notte (tra l’una e le due) ma la chiusura al transito veicolare è stata disposta solo alle sette e trenta, quando sul posto sono sopraggiunti i carabinieri della stazione di Apice e i vigili del fuoco di Benevento.
Tra il momento del cedimento del pilone e la successiva chiusura al traffico sono, quindi, trascorse alcune ore e tra i mezzi transitati sul ponte ormai pericolante, vi è stato anche (intorno alle sei e cinquanta) un autobus di linea, che fortunatamente non aveva passeggeri a bordo.
Insomma, ieri mattina ad Apice si è concretamente sfiorata la tragedia. La cosa che, però, colpisce maggiormente l’attenzione di quanti osservano le foto relative al crollo è l’anomalia che vi si riscontra rispetto ad altre immagini dello stesso tipo, che pure abbiamo visto in questi giorni: a crollare, in questo caso, è stato un pilone di sostegno e non un pezzo della struttura.
Ma a rendere il quadro ancora più inquietante vi è anche il fatto che, sempre come riferiscono le cronache, il ponte in questione è stato costruito dalla Provincia solo dieci anni fa. Un lasso di tempo probabilmente troppo breve per ricondurre semplicisticamente l’evento solo all’inevitabile usura prodotta dal trascorrere degli anni e all’eccezionalità delle piogge di questi giorni. Potrebbero, dunque, esserci altre cause e toccherà alla magistratura accertare eventuali responsabilità.
Un dato, però, è certo: ieri mattina ad Apice si è sfiorata la tragedia ed è giusto che si faccia piena luce su una vicenda a cui probabilmente finora non è stato dato il giusto ed opportuno rilievo giornalistico.
Caro Billy sono pronto a scommettere che non verrà preso alcun provvedimento per sanzionare chi ha colpa in questa vicenda. In Italia ci vuole solo il morto per smuovere le acque. A tale proposito mi rifaccio ad un episodio di alcuni anni addietro quando al Rampone cadde un pilastro rivetatosi finto e parte del solaio di una classe, non causando, per fortuna, nessun danno agli alunni e agli insegnanti. Ebbene su quell’episodio non è stata fatta luce e nessuno, che io sappia, è stato sanzionato. Ci fu allora un rimbalzo di responabilità: il presidente della pProcincia Nardone dichiarava di aver mandato le carte alla Procura della Repubblica, mentre quella diceva di non aver ricevuto nulla. Fatto sta che poi non se è saputo più nulla, o forse sono io che sono poco informato sulla vicenda. .