Puoi avere anche delle buone opinioni ma se non hai talento per esprimerle non servono a un cazzo. Niente paura. A Pietrelcina, con Caldoro e Colasanto nel ruolo rispettivamente del Gatto e della Volpe, non c’erano né le une né l’altro. C’era solo una messa in scena capace di organizzare il trasformismo. Il presidente dell’ultima regione d’Italia – quella che ha il più alto tasso di emigrazione giovanile – è arrivato nel Sannio e ha detto di voler dare soldi. I sindaci lì riuniti hanno applaudito: “Che bello, i soldi”. Basta che arrivino i soldi: è questo non solo il pensiero unico ma anche l’unico pensiero dell’amministratore sannita. In pratica, Caldoro è venuto nel Sannio a fare l’elemosina e i sindaci invece di dimostrare un po’ di orgoglio e rivendicare il giusto ruolo di una vera e solida classe dirigente si sono messi in fila con la lista della lavandaia. Eccolo qui il dramma sannita: una finta classe dirigente che piange e fotte e aspetta soldi e finanziamenti. Eppure, lo stesso Caldoro tra le righe gliel’ha detto: “Basta piangere”. Ma i sindaci, che sono un po’ il riassunto del nostro peggio, se non piangono non sanno fottere.
Quella che è andata in scena nella messa in scena dell’incontro di Pietrelcina è la organizzazione del consenso sannita con il travaso della finta classe dirigente. Nel Sannio il nuovo non nasce attraverso la progettualità consapevole ma con la riorganizzazione di spezzoni di quadri e attivisti politici e partitici. Si tratta di spostare grandi e piccoli elettori e quindi di convincere sindaci, che altro non aspettano, di passare dai vinti ai vincitori. Chi ha la ventura di prendere il potere non individua problemi e connesse soluzioni ma aggrega pacchetti di voti portando dalla propria parte i gestori del consenso che prima stavano dall’altra parte. Ecco perché il Sannio pur nei suoi cambiamenti, dovuti più alla tecnica che alla cultura, è una terra immobile. Ai giovani che sulla loro pelle sperimentano giorno per giorno che il loro lavoro è altrove, anche se stanno qua, dico di mandare a quel paese una classe politica locale ultima in Europa o di usarla come un taxi. Più vi vogliono usare, più li dovete usare.
Il problema dei comuni sanniti non sono i soldi. Quando sono arrivati i soldi – e ne sono arrivati molti – è arrivata anche la corruzione. Perché quella che una volta si chiamava “questione meridionale” è una questione di forze umane e morali e non di risorse economiche e sviluppo. Non è il potere che corrompe gli italiani, sono gli italiani che corrompono il potere. Gli amministratori sanniti del potere per ben amministrare non sanno che farsene. L’importante è aggregare consenso per stare a galla mentre altri affondano. E’ una questione di borghesia ormai inesistente e rimpiazzata da molto tempo dalla sottoborghesia. Molti – tutti – invocano le infrastrutture, le opere, lo sviluppo e per averle chiedono soldi. Ma sono i mezzi che fanno una buona politica o è una buona politica che si procura i suoi mezzi? Noi abbiamo vissuto praticamente da sempre in una politica e in un ambiente culturale e sociale in cui l’opera altro non era che il mezzo per gestire la spesa. Oggi la finta classe politica locale racconta ancora la stessa storiella a se stessa e ai sanniti: creare opere per avere sviluppo e crescita. In realtà, è l’unico modo che conoscono e immaginano e vogliono per gestire la spesa pubblica. Questa è esattamente la strada del declino italiano. I pochi soldi che arriveranno nel Sannio non miglioreranno le cose ma le peggioreranno. La politica nel Sannio, oggi più di ieri, non è la soluzione ma il problema. Siamo nel bel mezzo di una restaurazione senza che ci sia stata né una rivoluzione né una riforma. La messa in scena di Pietrelcina lo dimostra con grande ineleganza.
Caro Giancristiano, condivido solo in parte il tuo articolo. La politica che tu giustamente critichi non è una prerogativa solo della Campania o del Sannio. Ormai funziona così in tutta Italia, basta dare un rapido sguardo la mattina ai giornali. Recentemente l’ha scritto pure Galli Della Loggia sul Corriere della Sera. Soltanto che questi presunti moralizzatori se ne sono accorti troppo tardi, dopo avere avallato politiche trentennali del nulla. Ma non ti preoccupare, se leggi i gionali stranieri, ti accorgerai che avviene così anche in altri paesi tipo: USA, Gran Bretagna, Giappone eccc. E’ il fallimento di un sistema, il capitalismo, che non sa più che pesci prendere, perché ormai sono finiti i pesci, oltre che i soldi,