È terminato ieri il processo per lo scandaloso progetto di recupero urbano di via Galanti al Rione Libertà. Sono stati condannati per falso il direttore dei lavori e un funzionario della Regione Campania e sono stati assolti, perché “il fatto non sussiste” o per prescrizione, il costruttore, l’ex-dirigente del settore Urbanistica del Comune e gli esecutori dei lavori.
L’impresa CON.CA., unica partecipante ad un bando pubblico concorrenziale del 1999, firmò con l’amministrazione guidata da Pasquale Viespoli una convenzione per costruire 80 alloggi, da vendere a prezzi concordati, e per realizzare a sua cura e spese le opere di urbanizzazione (strade, piazze, parcheggi, giardini e impianti) per riqualificare l’area tra via Napoli, il fiume Sabato e la chiesa di San Modesto.
La ditta costruttrice si era impegnata anche ad espropriare o acquistare i suoli sui quali realizzare gli appartamenti e i servizi per conto del Comune. Come molti ricorderanno una parte degli alloggi per i quali la ditta aveva incassato gli acconti non sono mai stati realizzati; un’altra parte è stata venduta ad un prezzo maggiore di quello stabilito in convenzione; altri alloggi sono stati venduti due volte; sugli edifici denominati E, F, G e H è stato costruito un piano in più, abusivo, come hanno stabilito diverse sentenze del Tar; le polizze fideiussorie a garanzia erano inefficaci; gli appartamenti del lotto C e D sono devastati.
Su questa assurda vicenda Altrabenevento ha presentato un dossier a settembre del 2005 e successivamente ha denunciato i fatti con tre conferenze stampa.
Ieri, dopo 8 anni, le incredibili lungaggini dell’indagine e poi del processo hanno evitato la condanna dei colpevoli, perché i reati sono prescritti. Non è stato riconosciuto, inoltre, il reato di truffa a carico dell’amministratore della CON.CA. per la vendita degli alloggi a prezzo maggiore rispetto a quello definito in convenzione.
In verità questa accusa, formulata del pubblico ministero Giovanni Tartaglia Polcini, non convinceva neppure il legale delle famiglie che si erano costituite parte civile, Nunzio Gagliotti. L’avvocato ha insistito, inutilmente, affinché fosse contestato anche il reato di concussione a carico dell’amministratore della società costruttrice, incaricato di “pubblico servizio” per realizzare alloggi in convenzione con il Comune. Il pubblico ministero, che ha ritenuto eccessiva l’attenzione mediatica sulla vicenda provocata da Altrabenevento, si è risentito per le richieste dell’avvocato delle famiglie, che hanno pagato un sacco di soldi senza mai mettere piede negli appartamenti, ma non ha spiegato perché la concussione non poteva essere contestata.
Non appena sarà resa nota la sentenza, Altrabenevento presenterà il primo post-dossier su questa incredibile vicenda giudiziaria, anche per commentare la ricostruzione fantasiosa, contorta e sbagliata che hanno fatto alcuni avvocati degli imputati, i quali hanno confuso date e responsabilità, fino al punto da ritenere inattendibile o addirittura colpevole di falsa testimonianza il tecnico dell’Ufficio di Vigilanza Edilizia, che ha contestato numerosi abusi e violazioni di legge riconosciuti dai tribunali amministrativi.
* Altrabenevento