Il territorio a cavallo dei comuni di Cerreto Sannita, Pietraroia, San Lupo, Morcone e Pontelandolfo, come ho scritto nei mesi scorsi (https://www.sanniopress.it/?p=31026 e “https://www.sanniopress.it/?p=31064), si appresta a subire l’assalto dei produttori di energia eolica.
Apparentemente la situazione sembrerebbe compromessa in quanto la Regione Campania lo scorso mese di giugno ha autorizzato la realizzazione di una centrale eolica nel comune di San Lupo. Centrale che, ricordiamolo, sarà composta da 17 aerogeneratori ognuno dei quali avrà un’altezza di 80 metri.
Insomma, una sorta di cavallo di Troia per aprire definitivamente la strada ad un vero e proprio assalto della zona in quanto in Regione giacciono altre richieste.
L’iter istruttorio relativo all’azienda Eolica San Lupo srl, secondo il Sindacato Venatorio Italiano e l’Associazione Italiana per la Wildrness, non sarebbe corretto in quanto, come hanno segnalato inutilmente al difensore civico della Regione Campania, avrebbe sostanzialmente ignorato che le zone oggetto di installazione e posizionamento degli aerogeneratori sono collocate all’interno del sito IT8020009 denominato “Pendici del Monte Mutria” connesso, tra l’altro con il parco regionale del Matese e con la ZPS (Zona di Protezione Speciale) individuata all’interno del parco del Matese stesso.
Una situazione sulla quale, peraltro, vuole vederci chiaro anche il ministero dell’Ambiente tant’è vero che la dirigente della divisone per la tutela della biodiversità, avendo ricevuto le note prodotte dal Sindacato Venatorio Italiano e dall’Associazione Italiana per la Wildrness, lo scorso 30 luglio ha chiesto dei chiarimenti all’assessorato all’Ambiente della Regione Campania.
Insomma, non tutto è perduto e la partita potrebbe riaprirsi anche dal punto di vista della giustizia amministrativa se si presentasse per tempo un ricorso al Tar.
Finora, però, a parte l’azione portata avanti dal Sindacato Venatorio Italiano, dall’Associazione Italiana per la Wildrness e da qualche altra associazione, si è registrato solo l’intervento istituzionale del presidente della Coldiretti, Gennarino Masiello, che ha esortato i sindaci dei comuni interessati al progetto ad attivarsi per scongiurare che un’altra area del territorio sannita, di grande valore paesaggistico e naturalistico, venga irrimediabilmente deturpata dalle imponenti torri di acciaio.
Non entriamo sui temi di legittimità e correttezza giuridica amministrativa che sicuramente Lei ha già provveduto al massimo rispetto – ha scritto Masiello nella sua lettera ai sindaci della zona – ma vogliamo riprendere invece i temi che furono oggetto di considerazioni anche nel nostro ultimo incontro del 6 maggio 2013 con i sindaci della Provincia di Benevento e dove consapevolezza comune era evidenziata dal valore nell’indissolubile connubio tra appetibilità dei nostri prodotti agroalimentari ed enogastronomici e la tutela e salvaguardia del territorio sannita. Modificare il paesaggio valutando solo i vantaggi finanziari immediati (e quindi sicuramente effimeri) non può sicuramente essere ascritta come attività lungimirante, né di gestione da “buon padre di famiglia” del bene pubblico.
Aggiungendo subito dopo: Siamo convinti che la prevista realizzazione del Parco eolico non porterà alcun vantaggio di sviluppo alle popolazioni della Sua area dove insieme alle riconosciute DOP dei vini si sta lavorando per ottenere il riconoscimento di una denominazione territoriale dell’olio extravergine di oliva cui il territorio di tutti i Comuni dell’alta Valle Telesina sono storicamente ed economicamente interessati. Il Parco eolico invece, sarà l’elemento determinante per deturpare un paesaggio rurale formatosi in millenni di storia e di vita sociale ed economica oltre ad essere ulteriore elemento di allontanamento delle nuove generazioni dal loro Paese di origine.
La lettera è stata inviata lo scorso 30 luglio e al momento non sembra che abbia sortito gli effetti sperati.