Ieri sera, com’è noto, è stata ufficializzata la scelta operata dalla giunta comunale di Benevento di dedicare l’Antistadio Santa Colomba al compianto Carmelo Imbriani (http://www.sanniopress.it/?p=31073).
Una scelta che ha definitivamente posto fine al dibattito nato all’indomani della scomparsa dell’atleta di Ceppaloni. Dibattito che, com’è noto, si è sviluppato attorno a quattro ipotesi: dedicargli la curva Sud, la tribuna, l’Antistadio o l’intero stadio S. Colomba ponendo il suo nome accanto a quello di Ciro Vigorito (ipotesi, quest’ultima, lanciata a caldo dallo stesso presidente giallorosso Oreste Vigorito).
Alla fine, dunque, si è optato per l’Antistadio e la scelta non ha entusiasmato il fratello di Carmelo, Gianpaolo Imbriani, che ricordiamolo ha dato il via alla straordinaria catena di solidarietà (“Carmelo non mollare”) che, alimentata anche da grossi campioni, ha incredibilmente unito le curve dell’intera penisola, e persino i supporter di Avellino e Nocerina, notoriamente ostili nei confronti del Benevento.
Ecco cosa ha sostanzialmente scritto poco fa Gianpaolo sul suo profilo facebook: “Facciamo finta che siamo seduti davanti ad un bar e che io non sia il fratello di Carmelo e che per curiosità qualcuno chieda cos’è questa storia di “Imbriani non mollare”? Racconteranno che è una storia che andata al di là del Sannio, che una città come Benevento in quel periodo è stata citata in tutti i giornali e telegiornali del Paese e che, a quanto pare, praticamente tutti si sentivano orgogliosi di poter dire “quel ragazzo è sannita”. Racconteranno che tifoserie avversarie, almeno per una domenica, hanno salutato con uno striscione di incoraggiamento una bandiera del calcio beneventano, quasi come a sottolineare che la città e la squadra erano state ben rappresentate da una persona capace di trasmettere lealtà e sportività su tutti i campi e per questo rispettato anche da tifoserie considerate acerrime nemiche. Adesso quello che si riesce a fare è dedicargli un antistadio. Una persona che non conosce la città potrebbe tranquillamente pensare ad un parcheggio. Capisco che non è possibile intitolargli lo stadio, per il momento, ma allora sarebbe stato decisamente meglio non dedicargli nulla piuttosto che l’antistadio!!! Sia chiaro, comunque, che questo è un mio pensiero! La mia famiglia, infatti, in ogni caso è felice purchè si ricordi Carmelo”.
Parole amarissime, che condivido pienamente.
Purtroppo è la classica mentalità tipicamente beneventana, secondo la quale bisogna a tutti i costi “far vedere” di aver fatto qualcosa, piuttosto che fare veramente qualcosa di utile e sensato.