Le elezioni di Montesarchio sono state seguite da tutti i caudini. Non solo dagli abitanti di Montesarchio ma anche dai caudini della omonima valle e degli altri paesi come Bonea, Bucciano, Arpaia, Forchia, Airola, Paolisi, Rotondi, Cervinara, Tufara. Lo scontro tra il sindaco uscente, Antonio Izzo, e i Mataluni ha ancor di più alimentato l’interesse perché la battaglia elettorale, che non ha risparmiato colpi bassi, era già da tempo diventata uno scontro personale, giudiziario, aziendale. Alla fine, con la vittoria di Franco Damiano, la battaglia è stata vinta dai Mataluni che proprio in questi giorni hanno anche avuto il riconoscimento delle proprie ragioni da parte del tribunale di Benevento sulla annosa questione dell’abuso edilizio dei capannoni degli Oleifici. Ma la vittoria di una battaglia non è la fine della guerra che – c’è da esserne certi – andrà avanti. Ha fatto bene, dunque, il nuovo sindaco a dichiarare subito che il suo scopo è la pacificazione del paese perché è questa la premessa necessaria per fare gli interessi di Montesarchio. Una premessa importante e decisiva, che si spera possa essere realizzata nella vita civile e amministrativa, perché gli interessi di Montesarchio, proprio in forza della sua centralità e della sua consistenza economica, sono gli interessi di tutta la valle caudina. Al di là della sfida politico-elettorale dei due importanti gruppi imprenditoriali, i caudini hanno guardato al voto amministrativo di Montesarchio proprio per questa centralità del paese e per la sua naturale vocazione ad interpretare la leadership della rappresentanza tra i paesi della valle caudina.
La vita economica, amministrativa e civile dei nostri paesi è cambiata in modo considerevole anche solo rispetto a qualche anno fa. Il neosindaco Damiano, dopo il passaggio sulla pacificazione della società di Montesarchio – per conseguirla gli sarà necessaria la forza di Ercole in piazza Umberto I e la non meno importante pazienza di Giobbe -, ha subito richiamato il problema dei trasporti e della viabilità. Il primo cittadino, ancora sull’onda della volontà di potenza della campagna elettorale, ha fatto subito appello alla Regione Campania che “deve fare molto di più” aggiungendo e rassicurando gli altri e forse anche se stesso: “Su questo tema sarò determinato e duro. Il comprensorio caudino è centrale e deve avere un trasporto decente”. Se bastasse la durezza saremmo già da un pezzo a cavallo, invece – per stare sul tema dei trasporti – siamo ancora appiedati e per il futuro non si salirà in carrozza se ci si appellerà soltanto alla Regione o alla Provincia. Proprio perché il “comprensorio caudino” – come si è espresso il neosindaco – è centrale, serve immaginare anche altre soluzioni in cui sia il comprensorio – ossia i paesi della valle caudina – a risolvere una parte dei suoi problemi. La logica della rappresentanza presso terzi – la Provincia e la Regione – è ormai non solo ampiamente insufficiente ma persino sterile. Il superamento di fatto del sistema provinciale obbliga i Comuni a concepire l’amministrazione in modo diverso: non più sulla rappresentanza ma sul governo e dunque non più sulla protesta ma sulla proposta.
In valle caudina c’è un tema storico che deve diventare amministrativo: la città caudina. Gli enti comunali devono entrare nell’ottica che se vogliono migliori servizi si devono unire. La loro unione non deve essere incanalata nella protesta – come spesso è stato fatto in passato, anche per giuste rivendicazioni – ma deve essere orientata alla amministrazione dei problemi della Valle che per sua natura geografica e storica travalica i confini burocratici delle province di Benevento e Avellino (e perfino di Caserta se si pensa che la valle caudina tocca la Valle di Suessola con i comuni di Santa Maria a Vico, Arienzo, San Felice, Cervino). Proprio il problema dei trasporti è particolarmente indicato per pensare un’unione specifica dei comuni caudini che hanno in comune aziende, scuole, sanità, tribunali e altri uffici. Montesarchio dovrebbe essere il paese di punta della città caudina e ne dovrebbe esprimere la leadership. Questa è una sfida vera per Montesarchio, per la sua pace sociale e per la sua crescita economica. Non certo la sfida degli Izzo e dei Mataluni che ha fatto ormai il suo tempo.