Nicola Sguera, commentando le dichiarazioni rese lunedì scorso a Benevento da Antonio Ingroia, ha evidenziato che egli rimane un fondamentale punto di riferimento per la lotta alla mafia mentre appare veramente un “pesce fuor d’acqua” quando tenta di fare il politico (https://www.sanniopress.it/?p=30698).
Condivido totalmente il giudizio di Nicola e aggiungo che Ingroia in questo momento rischia di non rafforzare il movimento contro la criminalità e il malaffare, un pò sbandato, come lo è sinceramente una parte dell’opinione pubblica, per la confusione di ruoli tra il magistrato in carica e il leader politico.
L’insuccesso della Lista Rivoluzione Civile che non è riuscita a raggiungere il quorum pur in presenza di un voto di protesta diffuso (25% solo al Movimento Cinque Stelle), è dovuto soprattutto alle ingenuità di Ingroia che ha tentato di mettere insieme movimenti e partiti senza neppure riuscire a controllare chi erano i suoi candidati locali e che posizione assumevano.
Poche ore prima della chiusura delle liste ritirai la mia disponibilità alla candidatura in Rivoluzione Civile perchè il segretario di Italia dei Valori, che invece è stato candidato con quella lista, non volle neppure affrontare in un dibattito pubblico la discussione sulla necessità di uscire dalla maggioranza del Comune di Benevento a seguito delle note vicende giuziarie su gravi episodi di corruzione. Lunedì scorso Ingroia nella conferenza stampa a Palazzo Mosti, ha sottolienato che gli amministratori pubblici a seguito di indagini di questa natura, dovrebbero dimettersi per “responsabilità politiche” indipendentemente dalle responsabilità penali, ma non ha spiegato perchè non fu questa la posizione assunta dalla sua Lista a Benevento durante la campagna elettorale.
Dopo il clamoroso insuccesso, Rivoluzione Civile caratterizzata e condizionata dalla presenza di Italia dei Valori, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Verdi, si trasforma in Azione Civile per marcare la distanza dai partiti. Però non disdegna di accogliere trombati dal sistema dei partiti in cerca di riciclaggio, con una linea politica confusa e contraddittoria perchè non punta davvero sui movimenti ma spera di aggregare pezzi di Partito Democratico e SEL con una operazione vecchia e già vista molte volte nella sinistra italiana.
Con tutta franchezza non credo che Antonio Ingroia sia l’uomo politico giusto per questo tentativo destinato all’insuccesso, credo che egli dovrebbe fondare e coordinare un grande movimento culturale sulla lotta alla mafia e alla corruzione che ultimamente si sta perdendo nelle varie cerimonie, buone per tutti, sul rispetto della legalità da parte di associazioni troppo alla ricerca di finanziamenti pubblici.
Con un movimento di questa natura Ingroia potrebbe occuparsi, ad esempio, anche dei tanti, troppi casi di corruzione tra i magistrati, soprattutto quelli coinvolti in vicende della P3 o della P4 o della Operazione Malta che hanno riguardato e riguardano ancora questa “provincia tranquilla”, oppure delle particolari relazioni tra politici e vicende giudiziarie che da sempre fanno discutere nel Tribunale di Benevento dove le incompatibilità vengono stanamente contestate solo ad alcuni. Non credo che di queste cose Ingroia si potà mai occupare con Azione Civile considerato che i vertici regionali su queste vicende sono sempre stati assenti.
Ma corona con chi ce l’ha? O meglio, per chi agisce?